L’istituzione della Sezione di Archivio di Stato di Noto è stata formalizzata con un decreto ministeriale del 27 dicembre 1973 e aperta agli studiosi il 2 gennaio 1978 presso Via Vespucci, 30. Stando alle affermazioni di rilevanti personaggi della storia contemporanea del posto, l’apertura di questo importante Istituto Culturale per la Città di Noto sarebbe stata resa possibile a causa della grande lungimiranza e dell’insistente autorevole interessamento del Magistrato Giuseppe La Rosa tra il 1917 e il 1988, cui si deve anche l’istituzione dell’Istituto Tecnico, della sede zonale dell’INPS, della nuova Caserma dei Carabinieri e non solo. La Sezione ha ricevuto dalla città di Siracusa documentazione archivistica di notevole importanza relativa alla storia più antica della Città e del suo territorio, tra cui gli atti dell’Università (antica denominazione dei Comuni) dal 1584 al 1819, i rogiti dei Notai dal 1446 al 1870, i registri dello Stato Civile dal 1820 al 1892, le Corporazioni Religiose soppresse, Catasto e Preture. Purtroppo, la prima sede di Via A. Vespucci è stata chiusa a causa dell’inadeguatezza dei locali nel settembre 1996. L’Archivio, nel 2001, è stato traslocato nel prestigioso Palazzo Impellizzeri ed è stato riaperto al pubblico alla conclusione del 2004. All’interno della nuova sede sono stati trasferiti numerosi ulteriori fondi archivistici (Università, Notai, Stato Civile ed altro) relativi ai Comuni limitrofi ed è stata effettuata l’acquisizione del ricco Archivio della famiglia Rau della Ferla. Nel 2008, inoltre, l’Istituto ha ricevuto la custodia dell’Archivio dell’Ospedale Trigona e cospicui versamenti da parte dell’Agenzia delle Entrate (successioni, atti pubblici, catasti). L’esistenza della Sezione di Archivio di Stato di Noto ha dato un grande impulso allo studio della Città e del suo territorio offrendo assistenza alla ricerca da parte di studiosi e associazioni culturali locali, nonché divenendo riferimento per studi storici da parte di illustri ricercatori universitari stranieri interessati allo studio del barocco di Noto, ma non in via esclusiva.