Panoramica
Una cresta seghettata di rocce granitiche. Così appare da lontano il massiccio del Limbara, un insieme di cime dalle forme più diverse, modellate nel corso del tempo dall’erosione di vento e acqua. Limes Balares lo chiamavano i Romani, perché delimitava il confine tra Gallura e Monteacuto, dove vivevano i Balari, che si ipotizza fossero i discendenti dei soldati mercenari al soldo di Cartagine che qui si erano stanziati. Coperto di neve in inverno e verde nelle altre stagioni, ha il suo picco nella Punta Balistreri (1359 metri). Vero e proprio polmone verde della Gallura, salendo di quota la macchia mediterranea, gli aceri, i frassini e i lecci lasciano spazio a elicrisi, ginepri, ginestre e prugnoli selvatici. Le conifere sono dovute al rimboschimento necessario dopo i numerosi incendi che hanno colpito le sue pendici. Ricca anche la fauna, formata da cinghiali, gatti e conigli selvatici, martore e donnole. In cielo, rivolgono lo sguardo verso tane e anfratti numerosi rapaci in cerca di prede. Due specie, daino e muflone, sono state reintrodotte.
Il Limbara è frequentata meta da parte di escursionisti ma anche di arrampicatori, che si cimentano nei diversi itinerari a loro dedicati. Una è l’avvertenza: non alterare le rocce con l’inserimento di installazioni fisse, qui proibite (per i non addetti ai lavori, arrampicata clean).