Panoramica
Dal 2010 Milano ha il suo Museo del Novecento. È uno spazio museale che si estende su una superficie di 8.200 mq, di cui 4000 dedicati all’esposizione, e che comprende l’Arengario e il secondo piano del Palazzo Reale: una galleria sospesa è il trait d’union tra due edifici eterogenei. Le opere in mostra sono 400, tutte appartenenti alle Civiche Raccolte Artistiche del Comune di Milano, e sono visibili con un percorso articolato e ricco che parte con il capolavoro divisionista del Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo e fa scoprire gli episodi più significativi dell’arte del ‘900, concentrandosi in modo particolarmente sulle correnti milanesi.
Il primo nucleo comprende anche avanguardie internazionali, con opere di Picasso, Braque, Klee e Kandinskij, accostate a ritratti di Modigliani. Assai ricca la sezione dedicata a Umberto Boccioni e al Futurismo, con protagonisti Giorgio Morandi, Arturo Martini, Giorgio de Chirico, Fausto Melotti, Lucio Fontana, Piero Manzoni, Marino Marini. Poi, si incontrano le sale monografiche dell’arte metafisica di De Chirico, il silenzio e l’immobilità dei quadri di Giorgio Morandi e le statuette di terracotta di Arturo Martini, ci si immerge negli Anni ‘20 e ‘30, con opere centrate sul mito della classicità di Mario Sironi, poi Carlo Carrà, Virgilio Guidi, Piero Marussig, Felice Casorati. Seguono l’Arte Monumentale e Antinovecento con opere di Renato Birolli, Aligi Sassu, Massimo Campigli, Scipione e Filippo De Pisis, per citarne alcuni.
Chiude una sezione di opere degli Anni ‘30 di Fausto Melotti e di astratti comaschi. Uno dei luoghi più coinvolgenti del museo è la sala della Loggia dell’Arengario, affacciata con ampie vetrate sul Duomo e la sua piazza. Lo spazio è tutto dedicato a Lucio Fontana con le due opere monumentali del Soffitto spaziale e della Struttura al neon. Al terzo piano si trova una sala dedicata ad Alberto Burri dove entrano in scena materiali extrapittorici, ad esempio con il Cretto nero e oro, e le opere degli Anni ‘50 dei maggiori maestri italiani quali Emilio Vedova, Giuseppe Capogrossi, Gastone Novelli, Osvaldo Licini, Tancredi Parmeggiani, Carla Accardi.
La sezione conclusiva, al secondo piano di Palazzo Reale, è dedicata agli Anni ‘60 e termina con il lirismo della Rosa nera di Janis Kounellis del 1964. Di Pietro Manzoni, paradossale anticipatore dell’arte concettuale, ci sono celebri provocazioni come la Merda d’artista. Di rilievo sono anche gli spazi riservati all’Arte Cinetica e Programmata, nuove figurazioni che vanno dal Realismo esistenziale alla Pop Art e, a seguire, la sezione dedicata Arte Povera. Dal 2021 sono in mostra anche opere del milanese Arnaldo Pomodoro, tra cui la riconoscibile Sfera n. 5 del 1965. Il percorso si chiude con gli Anni ‘80 con il segno grafico di Alighiero Boetti.
Intero: € 10
Ridotto: da € 8
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