La basilica papale di S. Paolo fuori le Mura sorge relativamente lontano dal centro di Roma, fuori dalle Mura aureliane come dice il nome stesso della chiesa. Eppure è uno dei luoghi imperdibili per chi visita la Città Eterna. Non solo è la chiesa romana più grande dopo S. Pietro (cinque navate, 65 metri di larghezza, oltre 130 di lunghezza), ma è anche una delle basiliche cristiane di più antica fondazione, ornata da opere d’arte di assoluto rilievo: bellezze che si estendono anche all’adiacente abbazia benedettina di S. Paolo fuori le Mura, con la quale la basilica costituisce un unico complesso. Tuttora è proprietà extraterritoriale della Santa Sede, e non è certo un caso, perché si tratta di un luogo fondamentale per il Cristianesimo. Sorge infatti sul luogo dove fu sepolto san Paolo, la volle l’imperatore Costantino in persona e fu consacrata da papa Silvestro I attorno al 330. Riedificata nello stesso IV secolo, tra il 15 e il 16 luglio del 1823 fu distrutta da un incendio che ne risparmiò solo il transetto, l’arco santo e parte della facciata (che fu comunque demolita).
Subito la basilica venne ricostruita con le stesse dimensioni e la stessa pianta, replicandone le decorazioni laddove non fu possibile salvare quelle originali. Il portale di destra conserva sul lato interno le porte bronzee dell’antica basilica, fuse a Costantinopoli nel 1070. All’interno, i capolavori sono il ciborio gotico sull’altare maggiore, opera del 1284 di Arnolfo di Cambio, forse aiutato da Pietro Cavallini, il grande mosaico dell’abside, che risale ai tempi di Onorio III (papa dal 1216 al 1227, lo si vede ritratto in forma minuscola ai piedi del Cristo benedicente), e il candelabro pasquale, realizzato nel XII secolo da Nicolò di Angelo e Pietro Vassalletto. Mosaici appartenuti alla chiesa medievale sono presenti anche sull’arco di trionfo. Sotto l’Altare Papale sono stati rinvenuti il sepolcro di san Paolo e resti della basilica costantiniana.
Dal braccio destro del transetto si accede alla pinacoteca, con opere del ’500 umbro e dipinti del Bramantino e del Cigoli. Splendido è il chiostro, opera dei Vassalletto, che lo portarono a termine nel primo scorcio del ’200. Le sue colonnine binate presentano forme diverse, alcune con intarsi a mosaico, e vi sono conservati reperti appartenuti all’antica basilica e al sepolcreto Ostiense, una grande necropoli che si estendeva tra la rupe detta Roccia di San Paolo, poco distante dalla chiesa, e l’ansa del Tevere.