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Volsinii antica città etrusco-romana

Panoramica

In seguito ai disastrosi eventi del 264 a.C., con i romani che causarono la distruzione della Volsinii etrusca (Orvieto), la restante parte della popolazione fu obbligata a spostarsi sulle alture che incombono sul lago di Bolsena. È qui, sulla sponda orientale, che fu fondata la nuova Volsinii. Dopo un momento prolungato di adattamento, la città, beneficiata dall’apertura della via Cassia verso la metà del II secolo a.C., cominciò il suo percorso di crescita, conclusosi nell’ultimo decennio del III secolo d.C. Le invasioni dei Visigoti (410 d.C.) e, in seguito, l’occupazione dei Longobardi tra il 570 e il 575 d.C. determinarono il suo declino risolutivo. I reperti monumentali della città romana sono stati recuperati, per la maggior parte, in epoca moderna grazie a una serie di ricerche e investigazioni condotte dalla Scuola Francese di Roma per un periodo di 40 anni (1946-1986). Dagli anni ’60 del ‘900 gli scavi sono convogliati tutti sul pianoro di Poggio Moscini, zona in cui sono stati rinvenuti il Foro, la Basilica, alcuni edifici pubblici e i resti di due domus: la "domus delle Pitture" e la "domus del Ninfeo". Trasformata in proprietà statale, l’area archeologica è oggi gratuitamente accessibile al pubblico.
Per quanto riguarda le testimonianze portate alla luce, il Foro fu edificato sul pianoro di Poggio Moscini soltanto in età flavia: nella prima fase della Volsinii romana (risalente all’età repubblicana), l’area forense completa si trovava nella vicina area del Mercatello. La grande piazza lastricata (di dimensioni m 71 x 106) era circondata su tre lati dal sistema viario e a sud dalla vista del lago e dalla basilica civile. Era impreziosita da monumenti di piccole dimensioni (come altari, epigrafi onorarie e statue) di cui sono sopravvissute le tracce sui lastroni pavimentali superstiti, esposti a furti avvenuti nel corso dei secoli. La presenza di colonne di nenfro e di granito ha portato gli esperti a ipotizzare la presenza di due edifici colonnati, ma non porticati come da tradizione. La basilica civile, con una pianta a forma rettangolare (m 27,70 x 57), era separata in tre navate per mezzo di un colonnato e si estendeva all’intero lato meridionale del Foro.
L’edificio divenne poi, nel corso del IV secolo d.C., una chiesa cristiana a cui fu aggregata un’abside all’estremità nord-occidentale della navata centrale. Le sepolture rinvenute nelle navate laterali fanno intuire che l’ingombro della chiesa cristiana fosse limitato alla dimensione della navata centrale. La zona a nord-est della basilica includeva una serie di botteghe e altre strutture di vario genere: serbatoi, vasche, canali, una latrina e una sala probabilmente utilizzata come horreum (magazzino). Questa zona subì profondi interventi di ristrutturazione dalla seconda metà del III secolo a.C. fino agli inizi del IV secolo d.C., quando cessò la funzione commerciale delle origini. Le due tombe a cassa litica ritrovate testimoniano come questo settore fosse incluso nella necropoli cristiana.
Dopo il decumanus che, a nord, circoscrive l’area pubblica in cui spicca il Foro, si trova un passaggio voltato che permette di raggiungere, tramite una scalinata, le terrazze inferiori del settore occidentale di Poggio Moscini. All’interno di queste è ospitato un complesso di strutture tra le quali magazzini, botteghe, latrine e, più in là, due domus private. La Casa delle Pitture, progettata intorno a un atrium centrale con impluvium, fu eretta nella prima metà del II secolo a.C. in un’area con una sala sotterranea che, grazie al ritrovamento di un gruppo di terrecotte a soggetto dionisiaco (tra cui il celebre “Trono delle pantere”), per gli esperti fungeva da tempio sotterraneo. Questo fu demolito come conseguenza alla repressione dei Bacchanalia, propugnata dal senato romano nel 186 a.C. La sala posta sotto terra, di recente aperta al pubblico e correttamente illuminata, è stata poi inclusa nella struttura dell’abitazione come "cantina". La domus, ricca di decori con pavimento a mosaico, in età imperiale fu allargata e i muri vennero decorati con motivi pittorici risalenti, in base allo stilistico, al III secolo d.C.
La Casa del Ninfeo fu eretta verso la fine del II secolo a.C. nelle vicinanze di un piccolo tempio forse intitolato a un culto di tipo salutare. La domus è costituita, principalmente, in un ampio atrio tuscanico dotato di impluvium e di cisterna per la raccolta dell’acqua piovana. Il piccolo tempio fu poi abbandonato Intorno alla metà del I secolo a.C. e la casa, tra il 40 e il 30 a.C., divenne una residenza di lusso impreziosita da pavimenti in marmo e mosaici. A quest’epoca sembra risalire la creazione del ninfeo, un luogo di culto dedicato alle divinità preposte alle acque, le cui mura sono caratterizzate dalla presenza di nicchie. L’abbandono definitivo della struttura abitativa si verificò tra la fine del III e l’inizio del IV secolo d.C.. Nel VI secolo d.C. una sepoltura occupò lo spazio di un lussuoso triclinio di una volta.

Orari

Lunedì
Chiuso
Martedì
02:00 pm-07:00 pm
Mercoledì
08:00 am-01:30 pm
Giovedì
02:00 pm-07:00 pm
Venerdì
08:00 am-01:30 pm
Sabato
08:00 am-01:00 pm
Domenica
Chiuso
Volsinii antica città etrusco-romana
Località Poggio Moscini Via Orvietana, 01023 Bolsena VT, Italia
Chiama +390667233000 Sito Web

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