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Borghi
Lazio

Cori: uno scrigno tra i monti Lepini

A guardia dei Monti Lepini e immerso nella leggenda si affaccia sull’Agro Pontino e la Campagna Romana.

5 minuti

Storia e Curiosità

Storia e Curiosità

Secondo la leggenda, furono Dardano, proveniente da Oriente, e Corace di Argo a fondare la città. Di sicuro questo luogo, con insediamenti risalenti già all'età del bronzo, fu abitato dai Volsci, divenne poi colonia latina e, dal V secolo, romana. Con Roma intrattenne sempre rapporti di particolare fedeltà, come testimonia la presenza della statua della Minerva capitolina proveniente dal tempio corese dei Dioscuri, di cui è possibile ammirarne una copia, donata dalla città di Roma nel 1999, nel Museo della città. Da sempre libero comune, a parte un breve periodo all’inizio del XIII secolo in cui fu governata da Pietro Annibaldi, la città è dominata dal Tempio d’Ercole a cui fanno da corona tratti di mura poligonali per circa due km e mezzo. Notevoli anche i resti del Tempio di Castore e Polluce, o le pregevoli opere che ornano chiese e conventi, testimonianza dell’importanza storica di Cori grazie anche alla sua posizione appartata tra fertili valli.

Cosa Vedere: i luoghi da non perdere

Cosa Vedere: i luoghi da non perdere

Arrivando a Cori, l’andamento del caseggiato, disposto a piramide, ci porta alla cima del colle, fino a raggiungere il Tempio d’Ercole, monumento posto sulla sommità di quella che era l’antica acropoli e da cui si gode di una vista mozzafiato. Dal Tempio è visibile la marcata divisione di Cori tra monte e valle, non solo fisica ma anche civica vista anche l’accesa rivalità rionale. Il Tempio d’Ercole, in puro stile dorico e risalente al I secolo a.C., conserva intatta la facciata tetrastila. Sull’architrave della porta sono scolpiti i nomi dei magistrati che commissionario l’opera: Marco Maglio e Lucio Turpilio. Tornando a valle, di fronte al Municipio si trova il Complesso di Sant’Oliva che ospita, all’interno dell’antico convento agostiniano, il Museo della Città e del Territorio. La Chiesa di Sant’Oliva, sorta su resti di un tempio pagano, è finemente affrescata con scene bibliche risalenti alla fine del Quattrocento. Il Museo della Città e del Territorio, inaugurato nel 2000, custodisce una pregevole collezione di reperti archeologici e allestimenti a testimonianza dell'evoluzione di Cori nei secoli.  E il percorso che si snoda tra il chiostro e l’antico convento agostiniano, merita anch'esso una particolare attenzione dal punto di vista architettonico. Mentre all’esterno del complesso di S. Oliva, ai piedi della statua della Vittoria, affiora uno dei tratti più suggestivi di mura ciclopiche che anticamente proteggevano l’abitato.

Tre Idee su cosa fare

Tre Idee su cosa fare
  • Visitare le cantine. Il vino rappresenta una tradizione molto antica di Cori.  Grazie alle fertili colline che danno vita a vitigni autoctoni molto stimati nel panorama enologico nazionale come il Nero Buono o il Bellone di Cori. A contendersi il primato cittadino della vinificazione sono le cantine Marco Carpineti, Cincinnato e Pietrapinta, che offrono anche esperienze eno-gastronomiche ricercate e raffinate lungo la strada del Vino, dell’olio e dei sapori che attraversa il territorio.
  • Passeggiare per i vicoli di Cori. Da Piazza Signina si può fare una passeggiata per raggiungere il Tempio d’Ercole attraversando i vicoli caratteristici del centro storico. Lungo il percorso, spesso ornato da bandiere rionali, è possibile incontrare un’antica fontana dove, secondo la tradizione, fece il bagno Federico Barbarossa. Arrivati al Tempio d’Ercole una bellissima vista si apre sulla Pianura Pontina e dove è possibile trovare ristoro al tramonto. Scendendo verso Cori valle a piedi è possibile raggiungere i resti del tempio di Castore e Polluce e la piazza del Pozzo Dorico da cui imboccare via Ninfina fino a raggiungere il Ponte della Catena.
  • Assistere al carosello storico. Una delle più curate e suggestive rievocazioni è certamente il Carosello Storico dei Rioni di Cori che, dal 1937, ricorda i festeggiamenti della Madonna del Soccorso apparsa a Cori nel 1521 e di Sant’Oliva patrona della Città. A tale festa prendono parte circa 400 figuranti in costumi d’epoca risalenti alla prima metà del XVI secolo. Dame, cavalieri, paggi e Priori sfilano per tutta la città prima dell’entusiasmante corsa all’anello in cui le tre Porte di contendono il Palio tra le prodezze dei famosi sbandieratori di Cori.

Cosa mangiare a Cori: 5 specialità

Cosa mangiare a Cori: 5 specialità

Il Prosciutto Cotto al Vino. Un prosciutto cotto davvero unico, la cui preparazione è tramandata da generazioni. Il prosciutto si riconosce per il sapore aromatico ottenuto dall’utilizzo di alcune erbe per la cottura insieme al pregiato vino prodotto a Cori.

L’olio e le olive. Grazie ai secolari ulivi viene prodotto un delicato olio extravergine e delle pregiate olive itrane chiamate anche olive di Gaeta. L'olio di Cori è un vanto del paese. È stato premiato sia in Italia che all’estero e rientra nella DOP Colline Pontine.

I bastoncini mandorlati, i caratteristici biscotti secchi prodotti con il vino di Cori, sono una sintesi della cultura gastronomica locale: preparati ancora artigianalmente, sono un fine pasto ottimo da assaporare in compagnia.

Il pane di Cori è uno dei prodotti più esportati in tutta la provincia di Latina. Accompagna salumi, formaggi e rende al massimo nella panzanella. Eccezionale è l’utilizzo nella “pà sotto con gli fasói” zuppa locale in cui le fette di pane vengono ricoperte con i fagioli.

Il Vino di Cori. La denominazione Igt Lazio e diversi premi e riconoscimenti rendono Cori una delle città più rinomate tra i Monti Lepini della Provincia di Latina per il vino di qualità. la mitezza del clima che avvolge le colline circostanti, favorisce la viticoltura e i principali vitigni che caratterizzano la produzione vinicola, sono il Bellone e il Nero Buono di Cori con i quali si producono il “Doc Cori Rosso” e “Cori Bianco”.

I luoghi insoliti

I luoghi insoliti

Oltre ai punti di interesse già descritti, Cori custodisce un vero e proprio tesoro dell’arte medievale noto come “Cappella degli Scrovegni del Basso Lazio”, all’interno dell’Oratorio della SS. Annunziata. Considerato uno tra i grandi attrattori del Lazio, il piccolo Oratorio situato ai margini della strada, rappresenta una delle più importanti decorazioni pittoriche tardogotiche del Lazio. La cappella dell’Annunziata è visitabile su richiesta contattando la Proloco locale ed è gestita dalla Direzione Regionale dei Musei del Lazio.

Il borgo di Giulianello, piccolo centro a 8 km da Cori, ha una lunga storia che risale alla famiglia Giulia. Nel Borgo sono ancora conservati i resti dell’antica porta di accesso al paese, il Palazzo baronale “Castello Salviati” e la chiesa dedicata a S. Giovanni Battista del XVI secolo. Nei pressi del borgo si trova il lago di Giulianello. Dichiarato monumento naturale nel 2007 rappresenta un luogo ideale per passeggiare a contatto con la natura.

 

Contenuto redatto con le informazioni fornite dal Partner Cooperiamo Insieme

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