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Il ritmo lento dell’autunno dal sapore italiano: itinerari e luoghi dove andare per i tuoi viaggi in Italia

Sei alla ricerca di posti da visitare in autunno in Italia? Sarà la freschezza dell'aria o i colori delle foglie che cambiano, viaggiare in questa stagione in Italia ha qualcosa di molto speciale. Il periodo migliore dell’anno per svolgere attività inconsuete, come visitare vigneti e degustare deliziosi prodotti locali. Scopri le innumerevoli possibilità offerte dal territorio italiano da settembre a dicembre.
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Borghi
Frontone

Frontone

Bandiera Arancione del Touring Club Italiano Ai piedi del Massiccio del Monte Catria (1701 mt) si trova Frontone, un piccolo borgo dell'Appennino umbro-marchigiano dal clima salubre e mite per tutto l’anno, circondato da valli ombreggiate e verdeggianti alture perfette per escursioni e passeggiate. Situata in una meravigliosa posizione panoramica è la curata frazione di Castello, caratteristica e vivace grazie a bar e ristoranti: da visitare sono il Castello della Porta, in passato fortezza militare dalla particolare forma di prua di nave attribuita all’architetto Francesco di Giorgio Martini, poi riconvertita ad uso residenziale, la torre civica rossa e le chiese della Madonna del Soccorso e di Santa Maria Assunta. Una maestosa Croce in metallo è posta sulla sommità del Monte Catria a rappresentare un territorio da esplorare con passeggiate, escursioni a cavallo e/o in bicicletta (Frontone è tappa della Ciclo Appenninica Alte Marche). È possibile raggiungere la cima del Catria con gli impianti di risalita che portano a piste da sci, bike park, Parco avventura per bambini, rifugi, percorsi escursionistici. Il prodotto tipico di Frontone, da non confondere con la piadina, è la crescia De.CO, la sua ricetta è stata trasmessa di generazione in generazione secondo la tradizione contadina. Cotta sulla graticola, poggiata su carboni ardenti e spalmata di strutto di maiale da entrambi i lati. La farcitura, fatta con salumi, formaggio e verdure, la rende un gustoso pasto completo. Anche i formaggi locali e le carni meritano un assaggio. Gli eventi più rilevanti sono: Sapori e profumi di primavera. Festa della crescia e del fungo spignolo a maggio; a luglio il Palio del Conte, con la sfida tra le contrade; la sagra del coniglio in porchetta in agosto; Nel Castello di Babbo Natale - Mercatini di Natale tra fine novembre e dicembre.
Borghi
Piazza Armerina

Piazza Armerina

La storia della città come insediamento urbano aveva avuto inizio nell’undicesimo secolo, dopo l’arrivo trionfale di Ruggero d’Altavilla – in francese antico Jarl Roger de Hauteville – il grand comte che aveva scacciato i saraceni dalla Sicilia. L’evento è oggi rievocato nell’annuale Palio dei Normanni, una delle prime manifestazioni del genere a nascere nell’Italia meridionale: gli scenografici festeggiamenti ispirati al medioevo, con centinaia di figuranti in costume, si tengono per tre giorni verso metà agosto. La dominazione storica successiva a quella normanna è marcata in città dall’importante mole quadrilatera e dalle massicce torri angolari del castello Aragonese, costruito a fine ’300. L’attività architettonica si fece più animata a partire da tre secoli più tardi, con la costruzione e il rifacimento di chiese, complessi monastici e palazzi civili: San Pietro dal prezioso soffitto a cassettoni, il Palazzo di Città con le sue balconate in ferro battuto, San. Rocco dal bel portale scolpito, e le quasi gemelle Sant’Ignazio e Sant’Anna con le loro facciate monumentali. Dall’alto del colle, un’altura dei monti Erei, domina su tutto il Duomo, a sua volta rifacimento seicentesco anche se con ancora in evidenza la struttura gotico-catalana del campanile della chiesa precedente. Visitabile Palazzo Trigona Museo della Città e del Territorio, parte del sistema espositivo culturale che comprende il sito Unesco per cui Piazza Armerina è famosa nel mondo: la poco lontana Villa romana del Casale. D’altra parte, la curiosità per l’archeologia non dovrebbe cancellare quella per la natura: a sua volta poco lontano, ma a nord, si trova il Parco Minerario Floristella Grottacalda.
Enogastronomia
50ª Fiera del Formaggio di Fossa di Sogliano Dop

50ª Fiera del Formaggio di Fossa di Sogliano Dop

Sogliano al Rubicone è pronta ad accogliere viaggiatori, turisti enogastronomici e semplici appassionati della buona tavola per la 50° Fiera del Formaggio di Fossa di Sogliano DOP. La Fiera – che animerà le piazze e i vicoli del centro storico durante le domeniche del 23, 30 novembre e 7 dicembre 2025 – è diventata ormai un appuntamento rinomato a livello nazionale perché nel tempo ha saputo promuovere e rinnovare l’affascinante storia del Formaggio di Fossa. Oltre al rinomato Formaggio, considerato un piccolo tesoro già a partire dal Settecento, la Fiera sarà l’occasione perfetta per degustare e acquistare anche altri prodotti tipici soglianesi come il Savòr, la Saba, le Teglie in argilla di Montetiffi (ideali per la cottura della piadina), miele, salumi, eccetera. Ma non mancheranno anche altre eccellenze enogastronomiche, come vini e formaggi, provenienti da diverse regioni d’Italia. Da non perdere: “5 Ristoranti in Piazza”: cinque ristoratori soglianesi propongono 5 menù a base di Formaggio di Fossa (e non solo), da assaporare in un’ampia area riscaldata e al coperto “E Zir dal Fosi”: Percorso di degustazione a base di formaggio di fossa ed abbinamento con vini presso le 5 Fosse presenti in centro storico di Sogliano al Rubicone Non mancherà come di consueto il tradizionale pranzo/ristoro nei locali della Pro Loco di Sogliano. Molti gli eventi collaterali che faranno da contorno al contenuto gastronomico della fiera: spettacoli teatrali, musicali e ricreativi, convegni, concerti, laboratori, area dedicata ai bambini ed al divertimento con animazioni e giochi antichi.
Enogastronomia
Valle d’Aosta, sapori ad alta quota

Valle d’Aosta, sapori ad alta quota

Siete arrivati in questo paradiso terrestre? Mettetevi comodi e studiate la carta dei formaggi, con la fontina in primis, regina dei prodotti valdostani. La riconoscete per il sapore dolce e per il colore giallo paglierino, più chiaro nelle forme prodotte in inverno, quando le mucche sono alimentate con il fieno, più intenso nella produzione estiva. Seguono prelibatezze, come la toma di Gressoney, il salignon, il reblec, la brossa, il seras e i formaggi di capra, ciascuno con una storia da raccontare. Ascoltateli e gustateli tutti. Passate a classici come le costolette alla valdostana, la polenta concia e la “soupe valpellineintze” (zuppa alla valpellinese); ottima anche la cacciagione, i camosci in salmì (in “civet”), le trote, la “carbonade”, spezzatino di manzo, e la fonduta, piatto unico a base di formaggio, fuso in un’apposita pentola, per essere mangiato caldo. Gustate gli insaccati, come il Vallee d’Aoste jambon de Bosses, prosciutto dalla speciale maturazione, i Boudin dal gusto raffinato, la Saouseusse, carne trita stagionata, il Lard d’Arnad, morbido lardo, il Teuteun, mammella bovina salmistrata, la Motzetta, aromatica carne essiccata. Il microclima alpino è la gioia delle mele, che qui sviluppano sapori intesi. Assaggiate la Red e la Gold delicious, la Jonagold e la Renetta: crude o cotte, sono dolci e versatili, base di frullati, marmellate dolci o salate, da accompagnare a pregiate pietanze. Dulcis in fundo, i dessert e i vini. Per i primi, assaggiate le tegole, i torcettini – tipici biscotti regionali - e il blanc manger alla valdostana con l’utilizzo di panna; per i secondi, posto d’onore a tutti, come i bianchi Muller-Thurgau e Pinot nero (vinificato in bianco) e i rossi Pinot nero, Gamay, Torrette, Nus Rouge. Mangiato troppo? Ecco un bicchierino di Genepì, digestivo a base di erbe alpine, le artemisie.
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