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Museo Civico delle Cappuccine
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Museo Civico delle Cappuccine
Panoramica
L’antico ex convento delle Suore Cappuccine, costruito nel XVI secolo e successivamente ristrutturato nel XVIII secolo, venne acquistato dal Comune all’inizio degli anni Settanta e oggi ospita il Centro Culturale Polivalente.
Nel Centro trova posto la Biblioteca e l’Archivio del Comune, nonché numerose sezioni museali che racchiudono collezioni artistiche antiche e moderne. A questo si aggiunge un nucleo di reperti e materiali di iscrizioni tombali d’interesse archeologico, che comprendono sia elementi architettonici, sia reperti risalenti a una necropoli romana che fu esplorata nel 1954.
La sezione antica presenta una vasta gamma di quadri e mobili provenienti da alcune residenze nobiliari, da chiese e da conventi soppressi in epoca napoleonica, da istituti di assistenza e beneficenza, da donazioni ed eredità.
Alcuni di questi quadri, risalenti tra il ’500 e il ’700 di origine locale ed emiliana, sono di notevole pregio. Fra questi ricordiamo: le opere di Giovan Battista Ramenghi (Madonna in trono e Santi, Sposalizio mistico di Santa Caterina), di Andrea Lili (Compianto di Cristo morto), di Ferraù Fenzoni, di Andrea Celesti, di Pietro Paltronieri detto il Mirandolese, di Tommaso Missiroli e di Gaetano Gandolfi.
Le pareti delle sale ospitano inoltre tele, sculture e opere grafiche del Novecento italiano, come le creazioni di: Virgilio Guidi, di Ernesto Treccani, di Remo Brindisi e di Giuseppe Rambelli. Inoltre, è presente un apposito spazio in memoria di Enzo Morelli di Bagna Cavallo, che contiene quadri, disegni e memorie fornite da sua moglie.
Da segnalare, inoltre, il Gabinetto delle Stampe e dei Disegni, che raccoglie un’ampia collezione composta da migliaia di esemplari antichi (fogli di Dürer, Della Bella, Hogarth, Piranesi, Rosaspina) e di artisti contemporanei.
Infine, al pianterreno è ospitata la sezione naturalistica, inaugurata nel 1985, che espone resti appartenenti a discipline quali botanica, zoologia, paleontologia e geologia. Tra i reperti presenti figurano: fossili, conchiglie, rettili, anfibi, uccelli e insetti, raccolti dai membri della Società per gli Studi Naturalistici della Romagna, che gestisce anche l’area naturalistica "Oasi Pantaleoni". Quest’ultima è divisa in tre settori con lo scopo di promuovere ricerche scientifiche, attività didattiche e intrattenimento.
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