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Natura
Umbria

Cascata delle Marmore, Parco fluviale del Nera: in Umbria tra natura e divertimento in famiglia

Tipologia
Percorso in auto
Durata
3 giorni
Numero Tappe
5
Difficoltà
Facile

L’area del Ternano, che occupa l’estremità meridionale dell’Umbria, è tra i territori dell’Italia centrale che maggiormente hanno saputo conservare intatte le proprie risorse turistiche e ambientali.

La bellezza di questa terra è delicata, discreta ed è una bellezza da ricercare prima di tutto tra le sue meraviglie naturalistiche. La famosa definizione dell’Umbria “cuore verde d’Italia” assume infatti un valore ancora più assoluto quando si viaggia tra i borghi e i parchi del Ternano, luoghi incontaminati, orgogliosamente lontani dalle logiche del turismo di massa.

Sono tanti, quindi, i fiumi, i laghi e le aree protette che incantano i viaggiatori ma non mancano poi occasioni per ritrovare anche in questa parte di Umbria importanti vestigia di un ricco passato.

Si sarà intuito: un breve viaggio in Umbria meridionale garantisce relax e un’ampia scelta di attività. Ecco perché le famiglie con bambini possono vivere qui un’esperienza turistica particolarmente rilassante e al contempo divertente. Mummie millenarie e avventurosi sentieri escursionistici, sport acquatici e millenari tronchi pietrificati sanno regalare ricordi indelebili ai viaggiatori di ogni età.

Per la grande quantità di occasioni all’aria aperta offerte, il Ternano svela il suo lato migliore in primavera e in estate: questo è ancor più valido quando si viaggia con i bambini, che potranno esplorare al meglio i diversi siti naturalistici, storici e archeologici custoditi lungo le strade dell’Umbria meridionale.

Giorno 1

Cascata delle Marmore

Cascata delle Marmore

In una terra silenziosa e quieta come quella del Ternano fa impressione trovarsi davanti all’assordante e possente getto della cascata delle Marmore. Questa meraviglia naturalistica, apparentemente incontaminata ma in realtà opera dell’uomo, è custodita nei confini dell’area protetta del Parco fluviale del Nera.

Correva l’anno 271 a.C. e, in piena epoca repubblicana romana, il console Manio Curio Dentato decise di costruire un canale capace di far defluire le acque del Lacus Velinus verso il corso del fiume Nera. Quella del Velinus era, infatti, all’epoca una palude particolarmente estesa e insalubre le cui acque andavano necessariamente disperse e allontanate dalla importante e vicinissima città di Rieti.

Già all’epoca del Grand Tour settecentesco, pittori, poeti e altri protagonisti del panorama artistico europeo si impressionarono davanti alla vertiginosa altezza di questa cascata artificiale. Tre balzi ripidissimi formano oggi un totale di 165 metri di dislivello, che mettono la cascata delle Marmore al primo posto per altezza in Europa.

Diversi sentieri di varie difficoltà permettono ai viaggiatori con bambini di avvicinarsi agevolmente ai getti d’acqua, che nelle giornate soleggiate creano giocosi riflessi colorati.

Il parco comprende bar, caffetteria e area pic-nic; in biglietteria si possono richiedere informazioni riguardo alle attività di educazione ambientale rivolte ai più piccoli.

Lago di Piediluco

Lago di Piediluco

Basta allontanarsi pochi chilometri verso est dai balzi della cascata delle Marmore per ritrovarsi pervasi dalla quiete del lago di Piediluco: il secondo specchio d’acqua naturale più grande dell’Umbria, dopo il lago Trasimeno, è infatti conosciuto per la calma immobile delle sue acque, che lo rendono una meta particolarmente apprezzata per diversi sport acquatici, come ad esempio canottaggio, kayak e stand up paddle, variante del surf.

Nel borgo di Piediluco non mancano, poi, per gli appassionati di arte e cultura alcuni spunti significativi, come quelli offerti dalla chiesa gotica di S. Francesco o dai ruderi trecenteschi della rocca cittadina, che vigila dall’alto sull’abitato. Sull’altra sponda del lago di Piediluco, il monte Caperno offre una rete di sentieri escursionistici di varie difficoltà che culmina davanti alla bianca scultura della Madonna dell’Eco.

Le acque del lago di Piediluco, tra la fine di giugno e l’inizio di luglio, ospitano infine la Festa delle acque. Si tratta di un’antica celebrazione del solstizio d’estate che, tra spettacoli pirotecnici e affollate rievocazioni storiche medioevali, si conclude con una suggestiva sfilata notturna di barche, particolarmente amata dai bambini.

Giorno 2

Ferentillo

Ferentillo

Prima di aggiungere Ferentillo, risalendo il corso del fiume Nera dalla cascata delle Marmore, verso nord, si incontrano alcuni antichi e affascinanti borghi di origine medioevale. Tra questi, merita certamente una deviazione il paese di Arrone, scelto dal regista Mario Monicelli per girare parte della sua opera “L’Armata Brancaleone”. I bambini potranno ricreare le scene di questo storico film correndo tra i vicoli del borgo.

Poco oltre si apre quindi il paesaggio bucolico di Ferentillo. Il passaggio del fiume Nera divide l’abitato in due quartieri: quello di Matterella, sulla sponda destra, dominato da un’aspra rupe, e quello di Precetto, sul lato opposto del fiume Nera. È proprio a Precetto che bisogna recarsi per scoprire una delle attrattive più conosciute del Ternano: il Museo delle Mummie di Ferentillo.

A Precetto, dal XVI secolo circa fino a inizio Ottocento, si era soliti seppellire i morti nella cripta sotterranea della chiesa dedicata a S. Stefano. Quando in epoca napoleonica si interruppe questa usanza, gli abitanti di Precetto scoprirono che ben ventiquattro dei cadaveri seppelliti durante circa tre secoli si erano mantenuti in eccezionale stato di conservazione. Le mummie di Ferentillo attraggono la curiosità di grandi e piccini, lungo un insolito percorso di visita.

Meritano un’ultima deviazione le armoniche geometrie dell’abbazia di S. Pietro in Valle, poco fuori dal principale centro abitato di Ferentillo. Il corpo centrale della chiesa, meravigliosamente affrescato, è visitabile su prenotazione: quelle che un tempo erano le stanze, i refettori e le sale comuni dei monaci sono state invece trasformate in una residenza d’epoca, per un soggiorno di grande charme.

Area archeologica di Carsulae

Area archeologica di Carsulae

Viaggiando verso la periferia di Terni, restando però fuori dal centro cittadino, bastano pochi minuti di guida in direzione nord-ovest per raggiungere una perla di storia e cultura umbra: l’area archeologica di Carsulae.

Importante città di fondazione romana, Carsulae era posizionata strategicamente sulla storica via Flaminia che, in direzione di Rimini, attraversava e attraversa ancora oggi l’area archeologica.

I reperti ben conservati di Carsulae regalano oggi ai visitatori, grandi e piccini, un viaggio nel tempo. Tra imponenti colonne, possenti muri e strade basolate, il percorso di visita stimola l’immaginazione e aiuta a comprendere come poteva essere la vita quotidiana nell’antichità.

A Carsulae spiccano, poi, per importanza i resti di un teatro, di un anfiteatro e del foro cittadino. L’arco di S. Damiano, una struttura maestosa che serviva da accesso settentrionale alla città, è infine tra i simboli più riconoscibili dell’area archeologica.

Giorno 3

Foresta fossile di Dunarobba

Foresta fossile di Dunarobba

Allungando il percorso dall’area archeologica di Carsulae, ancora oltre verso ovest, si arriva dopo una quindicina di chilometri in località Dunarobba. Dopo aver approfondito la storia, la natura e l’archeologia del Ternano, quest’ultima tappa offre al viaggiatore la possibilità di visitare un sito geologico davvero particolare.

Circa cinquanta tronchi, appartenuti milioni di anni fa a grandissimi alberi, formano la foresta fossile di Dunarobba. Il sito è stato scoperto negli anni Settanta da alcuni lavoratori che in questa località recuperavano materiale per la lavorazione di mattoni.

Da allora Dunarobba richiama esperti di geologia insieme a curiosi e viaggiatori di ogni tipo, persino quelli più piccoli che restano affascinati davanti a questi “alberi mummificati”.

Una visita guidata su prenotazione saprà certamente spiegare meglio, a adulti e bambini, come hanno fatto queste gigantesche piante (che superano il metro e mezzo di diametro) a conservarsi durante circa 2-3 milioni di anni, sepolte sotto metri di sabbia e argilla. 

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