Panoramica
Attestazioni archeologiche datano il popolamento del territorio di Favara a un periodo precedente la colonizzazione greco-punica, ma segni di un primo sviluppo coerente dell’attuale abitato si riscontrano solo diversi secoli dopo, in concomitanza con la dominazione islamica, a cui si deve anche il moderno toponimo, derivato dall’arabo al-fawwāra, (“la sorgente”, in riferimento all’abbondanza di risorse idriche dell’area). Un decisivo momento di sviluppo prende avvio a partire dalla seconda metà del XIII secolo con l’edificazione del castello dei Chiaramonte, massiccio quadrilatero in pietra attorno al quale si è sviluppato l’agglomerato urbano. Dopo decenni d’incuria, recenti restauri ne hanno permesso la riapertura e la riconversione a spazio culturale, sede di mostre d’arte e convegni. Attigua sorge la settecentesca chiesa del Ss. Rosario, monumento nazionale dalla semplice facciata a capanna che dissimula lo sfarzo dell’aula interna, completamente rivestita da elaborati stucchi barocchi sormontati da un altrettanto articolato soffitto ligneo a cassettoni. Chiesa e castello occupano l’angolo nord-est dell’alberata piazza Cavour, centro cittadino che mantiene l’allungata pianta rettangolare cinquecentesca, circoscritta tra i principali palazzi signorili favaresi. La chiesa madre, intitolata alla Madonna Assunta, sorge poco distante; completata nel 1898, è un monumentale esempio di edificio storicista ispirato alle architetture lombarde tardomedievali e coronata da una maestosa cupola adagiata su elegante tamburo ottagonale.