Il 26 maggio 2012 si tenne l’inaugurazione della mostra permanente intitolata "Il Divisionismo". La raccolta, che documenta un momento cruciale della cultura artistica italiana tra l’Ottocento e il Novecento, è stata creata mediante l’unione del nucleo originario di tele di Giuseppe Pellizza da Volpedo con le successive acquisizioni mirate di opere di artisti importanti che hanno interpretato la "pittura divisa". I dipinti ripercorrono un percorso di qualità elevata, dalla sperimentazione sui colori della scapigliatura all’applicazione matura della tecnica divisa da parte di quegli artisti che si erano impegnati socialmente nei primi anni del XIX secolo fino agli approcci dei simbolisti e dei futuristi, i quali ultimi vedevano il divisionismo come una forma di linguaggio della modernità. L’allestimento è volto a mettere in luce le affinità tra le opere delle varie aree geografiche, offrendo così comparazioni inusuali ed a volte persino stupefacenti, come ad esempio i rapporti tra Serafino Macchiati e Giacomo Balla durante il loro periodo di sodalizio a Parigi nel 1900, o tra Guglielmo Amedeo Lori, Plinio Nomellini e Benvenuto Benvenuti, uniti dalla comune matrice toscana e dal maturare delle loro poetiche personali. Nonostante l’ampia gamma di diversi divisionismi, non può essere dimenticato il tortonese Angelo Barabino, a cui è stata dedicata una sala espositiva in cui è rappresentata la sua produzione più intensa e originale.