Il Museo casa di Arlecchino di San Giovanni Bianco, nella frazione di Oneta, è una struttura alquanto singolare sia per la storia che racchiude che per il suo presunto autore, vale a dire Arlecchino stesso. L’architettura della casa, con pietra a vista, portici, balconate e finestre archiacute, si erge quasi a protezione dell’antica via Mercatorum. Prima che nel ’600 fosse aperta la via più agevole della Priula, lungo la via Mercatorum si sostava per commerciare con i mercanti bergamaschi e della pianura. Appartenente alla famiglia Grataroli, la tradizione vuole che questa casa di Oneta sia stata costruita proprio da Arlecchino. Il borgo di Oneta è un piccolo rione storico, costituito da un gruppo di belle case antiche ben restaurate che conservano la secolare struttura ad archi e l’accogliente atmosfera di un tempo. In loco c’è da ammirare anche la chiesa, risalente al XV secolo e con pregevoli affreschi. Una delle caratteristiche più notevoli del borghetto è proprio la Casa di Arlecchino, che è un notevole esempio di architettura quattrocentesca. L’edificio, di proprietà del comune di San Giovanni Bianco, si affaccia sulla piazza centrale. Le murature esterne e la planimetria fanno pensare che fosse in origine una casa fortificata, poi trasformata in dimora signorile. Le pareti esterne, gli affreschi, le decorazioni delle pareti e dei soffitti all’interno del museo testimoniano una storia che risale ad antiche comunità retico-alpine. Per comprendere il luogo e la sua tradizione, infatti, è necessario soffermarsi su un affresco (ora sostituito da una copia) posto sulla scala d’ingresso e rappresentante un uomo irsuto e vestito di pelli nell’atto di brandire un nodoso randello a guardia dell’abitazione. È la raffigurazione dell’homo selvadego, tipica delle antiche comunità retico-alpine, di cui esistono esempi nella camera picta di Sacco (Cosio Valtellino), e in alcune località del Trentino. L’uomo selvaggio sulle pareti del palazzo di Oneta sarebbe all’origine della maschera di Arlecchino, espressione di vitalità ed estremismo. Non c’è dubbio che i gesti primitivi di Arlecchino, che si rivelano solo nella rozza tipologia di Zanni e si affinano nelle successive esperienze teatrali, derivino da un’animalità goffa e istintiva che poco si discosta dai lineamenti rustici e rozzi dell’Homo selvaticus. I dipinti del Museo Arlecchino di San Giovanni Bianco raffigurano scene di commedie comiche e uno di essi presenta nello stemma un cavaliere con una grattugia (grataröla). Ciò dimostra che il proprietario dell’edificio era della famiglia Grataroli, una delle famiglie più potenti della valle. Il livello dell’edificio mostra che i Grataroli erano già ricchi quando si trasferirono a Venezia nel XV secolo. Su questo fatto si basa la tradizione che identifica la casa come quella di Arlecchino. Come è noto, Arlecchino interpreta il ruolo di un servitore sciocco e opportunista, ed è possibile che uno dei servitori dei Grataroli fosse in realtà la persona che poi è diventato il prototipo di Arlecchino, maschera che si tinge di licenziosità e pungente comicità buffonesca, che piaceva al pubblico delle fiere e delle piazze nella seconda metà del Cinquecento. Che la maschera di Arlecchino abbia origini nella brembana non è un’ipotesi campata in aria: a metà XVI secolo, infatti, il bergamasco Alberto Ganassa vestì i colorati panni di Arlecchino non solo presso le corti degli Estensi e dei Gonzaga ma anche davanti ai potenti sovrani di Francia e di Spagna. Per quel che riguarda le altre pitture di Oneta, i tre affreschi religiosi che un tempo decoravano la canonica della chiesa di San Giovanni Bianco furono rimossi intorno al 1939-40 dal parroco don Davide Brigenti. Sono ora custoditi nella chiesa parrocchiale e nella sagrestia della chiesa di San Giovanni Bianco. Gli affreschi raffigurano “Cristo nel sepolcro tra Maria e Giovanni”, un San Sebastiano e un Sant’Antonio Abate. In canonica, invece, si possono ammirare due Armigeri e un Torneo equestre. Quest’ultimo è oltremodo significativo perché insolito per la sua lunghezza (quasi cinque metri) e per il realismo e l’immediatezza dei gesti e delle figure colte nel bel mezzo di un duello cavalleresco.
Orari
Lunedì - Martedì
Chiuso
Mercoledì - Venerdì
02:30 pm-05:30 pm
Sabato - Domenica
10:00 am-12:00 pm
02:30 pm-05:30 pm
Alcune informazioni sono fornite da:
Casa Museo di Arlecchino
Via Oneta, 1, 24015 San Giovanni bianco BG, Italia
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