L’antico teatro dei Filodrammatici ha ospitato spettacoli di burattini e marionette per due anni “stiracchiando miseramente la vita” (Crocioni 1907, p.78), dopo l’abbandono da parte del pubblico degli orchestrali a partire dal 1857. Dato che l’edificio necessitava di interventi significativi di restauro e consolidamento, il Comune prese la decisione di venderlo. Solo vent’anni dopo “per iniziativa di alcuni e munificenza di altri”, nacque il Politeama Ariosto. Ulderico Levi ottenne il terreno gratuitamente e fu Roberto Levi ad incaricare l’architetto Grimaldi della costruzione di un teatro pubblico, (Crocioni 1907, p. 112) così come riporta anche l’iscrizione di Prospero Viani, tuttavia mai apposta al Politeama. Il progetto fu avviato nel 1877 e concluso nell’arco di un solo anno. La cavea, di forma semicircolare, presentava una sola teoria di palco al secondo ordine; mentre al primo e al terzo ordine erano stati realizzati dei loggioni leggermente digradanti. La platea poteva essere rialzata fino al palcoscenico, grazie ad un meccanismo appositamente progettato per gli spettacoli equestri, a quel tempo di gran moda. Il sotterraneo era predisposto per ospitare esibizioni di giocolieri (Bondoni, in Teatri, p. 49). Il teatro, infatti, doveva essere strutturato per adattarsi ai vari tipi di spettacolo: lirico, drammatico, coreografico, equestre, di illusionismo e di giocoleria (Bondoni 1980, p. 18). Nel 1927 un importante restauro portò alla costruzione del golfo mistico, all’eliminazione della platea semovibile e alla creazione di nuovi camerini di servizio sul lato nord. Il teatro venne, inoltre, dotato di nuove decorazioni pittoriche, affidate ad Anselmo Govi. Egli dipinse sul soffitto della platea alcuni episodi dell’Orlando Furioso e nel sipario l’Ariosto presso il Mauriziano. Al momento sono ancora conservate, nell’edificio, alcune macchine da scena in discreto stato di conservazione. Sono visibili, inoltre, ancora alcune parte dell’antico teatro settecentesco, che non venne completamente abbattuto. Le parti ancora intatte sono: il portico, lungo l’attuale via Cairoli, e la zona inferiore ad archi (ora purtroppo murati) nell’odierna facciata. Fino al 1981, quando è passato alla gestione pubblica, il teatro veniva usata come sala cinematografica. A partire da quegli anni il Politeama ha ricominciato a ospitare una regolare programmazione, costituita da: spettacoli di prosa, concerti di musica classica e contemporanea. Gli ultimi lavori e ritocchi al teatro, tra il 1981 e il 1984, erano stati programmati in modo da non richiedere grandi rinnovamenti negli anni a seguire: in modo da mantenere limitata anche la spesa pubblica, da non chiudere il teatro per lunghi periodi e lasciare inalterato il suo aspetto caratteristico. L’atrio dell’edificio è una stanza quadrangolare, arricchita da quattro colonne doriche dipinte a finto marmo. Lo spazio presenta tre porte d’ingresso, il pavimento alla veneziana e una decorazione del soffitto semplice. Dalla parte destra dell’atrio si accede al guardaroba, dov’è esposto un busto di Maria Melato. Prima di arrivare alla sala si passa attraverso un altro atrio, dal soffitto decorato in stile liberty con ornamenti caratterizzati da fauni, amorini, leopardi e putti e un pavimento in marmorina con decorazione perimetrale.