Il Teatro comunale Errico Petrella di Longiano presenta una pianta a ferro di cavallo con palchetti per una capienza totale di 250 posti.
Nella metà dell’Ottocento, un vecchio teatro era ancora presente in questa zona collinare dell’entroterra cesenate. Si ritiene che si trattasse di un salone in un edificio di proprietà comunale che si affacciava sulla attuale Piazza Malatestiana (che allora era chiamata dei Cappuccini) al centro del borgo antico.
La Commissione Municipale di Longiano, presieduta da Pietro Turchi, incaricò, il 27 aprile 1850, l’ingegnere Biagio Abbati di Savignano sul Rubicone di elaborare un progetto per un nuovo teatro in grado di soddisfare le necessità della borghesia locale. Tre tavole di questo progetto, eseguito con grande rapidità, sono ancora esistenti presso l’archivio storico locale. Il nuovo edificio doveva essere costruito nella stessa area del vecchio teatro ed era piuttosto ampio, con una capienza di circa 500 posti, tanto che alcune case confinanti avrebbero dovuto essere demolite per avere un’area sufficiente.
Nonostante le osservazioni dell’Abbati, secondo cui le dimensioni potevano essere ridotte, egli suggerì di prendere in considerazione l’opportunità di usare un’altra area per il teatro, cioè l’ex convento di San Girolamo, di proprietà comunale e situato all’ingresso del borgo. L’idea però non incontrò l’approvazione degli amministratori a causa dell’elevata spesa e venne quindi accantonata per circa un decennio. Soltanto nel 1860 fu ripresa l’ipotesi di costruire il nuovo teatro nell’area già proposta dall’Abbati e nel 1863 venne presentato il progetto di Giulio Turchi, ingegnere comunale e figlio di Pietro, che all’epoca era diventato sindaco.
Questo teatro, più piccolo rispetto al precedente progetto, prevedeva una capienza di 300 posti, due ordini di palchi e un loggione. I lavori iniziarono alla fine del 1864, anche se furono interrotti a causa della difficoltà economiche che il comune dovette affrontare, obbligandolo a vendere i palchi, alcune proprietà e ad assumere un prestito presso un istituto di credito. L’inaugurazione avvenne nell’ultima settimana del luglio 1870, con la direzione dell’opera “I Promessi Sposi” da parte del compositore Errico Petrella, alla quale il teatro venne dedicato in una solenne cerimonia.
Il teatro, con pianta a ferro di cavallo, pur riducendone le dimensioni, manteneva lo schema distributivo interno del progetto di Abbati. La sala e le decorazioni eseguite da Girolamo Bellani e Giovanni Canepa, "pittori ornatisti e figuristi" di Lugano, residenti a Bologna, vennero efficacemente descritte da un contemporaneo presente all’inaugurazione.
L’esterno della struttura presenta un motivo a fasce orizzontali esteso per tutta l’altezza e sulle fiancate; la facciata mostra un corpo centrale timpanato leggermente avanzato, in cui al primo piano si aprono tre finestre con arco a tutto sesto intervallate da lesene.
Nel 1872 fu installata nella galleria una scala parzialmente esterna per facilitare la salita e la discesa dei visitatori. Nell’Ottocento fu eliminato il golfo mistico e nel Novecento fu introdotto un nuovo meccanismo che utilizza due organi manuali per sollevare la pista da ballo.
Dal 1905 il Teatro è stato utilizzato per proiezioni cinematografiche. Nell’ultimo conflitto, parte del tetto e del soffitto della platea furono danneggiati da una bomba, e da quel momento il teatro cominciò a deteriorarsi rapidamente. Nel 1980 l’Amministrazione Comunale decise di restaurare il teatro e ne affidò il progetto all’architetto Sanzio Castagnoli di Cesena. Il restauro è stato completato nel 1999: i lavori si sono mossi nella direzione di ripristinare la struttura preesistente del teatro, che era stata modificata in modo non conforme alla sua destinazione d’uso. Dopo che il teatro fu ripulito e riparato, riprese la sua consueta attività in modo vivacissimo grazie a un’intelligente regia. Oggi include spettacoli di prosa, commedia, cabaret, musica d’autore e altro ancora. Inoltre, il teatro può ora ospitare stage, laboratori teatrali e prove.