In seguito alla decisione presa dal Consiglio comunale nel 1822, la cittadinanza desiderò perpetuare l’antica consuetudine del noto teatrino della Rocca dei Farnese, che già aveva ospitato più volte Carlo Goldoni, erigendo un teatro. L’edificio venne costruito adattando gli interni della chiesa del convento delle terziarie francescane, che nel frattempo era diventato di proprietà comunale. Il Consiglio decise di adottare misure di economia nella realizzazione del progetto, come l’utilizzo dei materiali di demolizione dell’edificio religioso e l’abbassamento del muro di cinta del convento, e di affidarsi all’architetto Faustino Colombi, il quale aveva offerto gratuitamente il suo progetto (e la direzione dei lavori), riconosciuto dalla scuola di Architettura dell’Accademia di Parma come un lavoro fatto con "accorgimenti e industria grande benché stretto da limitati confini e da pochi mezzi pubblici". Anche la scelta di murare alcuni palchi fu guidata dallo stesso principio di parsimonia. Dopo soli dieci mesi di lavori, il 23 giugno 1827, il teatro venne inaugurato con l’opera Eluardo e Cristina di Gioacchino Rossini. Su una parete dell’entrata è presente un’iscrizione che ricorda l’anno di apertura, con le parole "Ludis scenicis publice a MDCCCXXVII". La facciata, di gusto neoclassico, presenta tre porte sormontate da tre finestre, separate da lesene doriche e coronate da un timpano con lo stemma della città. L’atrio e la scala che porta al secondo ordine di palchi sono decorati secondo motivi neorinascimentali. La pianta della platea è a ferro di cavallo e comprende dodici palchi nel primo e tredici palchi nel secondo ordine. Il pittore Gaetano Tagliaferri ha ornato la balconata e il finto loggione con fiori e ghirlande. Circa cento anni dopo, in seguito a un importante restauro eseguito dai geometri Luigi e Francesco Crotti, il teatro venne dedicato a Eleonora Duse. Negli anni ’70, con i fondi regionali, si procedette a dei cambiamenti che alterarono i rapporti spaziali tra cavea e palcoscenico. La sicurezza nei luoghi pubblici, tuttavia, non era garantita e le attività teatrali vennero sospese. Nel 1992 venne promosso il rifacimento del tetto e nel 1995, con il bilancio comunale, venne stanziata una somma per ripristinare l’agibilità dell’edificio.