Per secoli l’Abbazia di Santo Spirito al Morrone ha rappresentato uno degli insediamenti più importanti e rinomati della Congregazione dei Celestini, e l’epicentro della vita culturale, religiosa e civile di un’ampia area.
Il complesso monumentale, che occupa un’area di 16.600 mq., si trova a soli 5 Km dal centro di Sulmona nella località Badia, nell’area pedemontana del Morrone, un territorio fin dall’antichità destinato alla sacralità, vicino all’eremo di S. Onofrio, prediletto da Fra Pietro, e all’imponente Santuario di Ercole Curino.
Le origini dell’Abbazia sono legate alla figura di Pietro di Angelerio, monaco benedettino, eremita, fondatore dell’Ordine dei Celestini e diventato Papa con il nome di Celestino V. Egli ha avviato la costruzione, ampliando presumibilmente la primitiva chiesetta di Santa Maria risalente alla prima metà del XIII secolo, ed edificando poi una nuova chiesa dedicata allo Spirito Santo con l’annesso Monastero. Nel 1293, inoltre, in questa sede è stata stabilita la Casa Madre dell’Ordine, durante il Capitolo Generale tenutosi quel mese di giugno.
Nel corso dei secoli l’Abbazia ha subito varie fasi di ampliamento di cui abbiamo ancora bellissime testimonianze, fino ad arrivare agli importanti opere di ricostruizione a seguito del terremoto del 1706.
Questo complesso è stato abitato dai monaci hanno abitato alla soppressione degli Ordini religiosi con la legge del 1806 emanata da Napoleone. Dopo questo evento ll’abbazia ha cambiato diverse destinazioni d’uso: adibita dapprima a Collegio Reale dei tre Abruzzi, poi ad ospizio per i mendicanti e infine a quartiere militare con annesso ospedale. Nel 1868 viene trasformata in casa di reclusione e sarà tale fino al 1993. Nel 1998 entra in possesso del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che avvia un progetto di restauro tutt’ora in corso di esecuzione. Dal 2014, la gestione del monumento è affidata al Polo Museale dell’Abruzzo. L’Abbazia è anche sede temporanea di uffici distaccati della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Abruzzo e dell’Ente Parco Nazionale della Majella.
Andando a visitare l’Abbazzia oggi, è possibile scoprire un grandioso complesso monumentale di forma quadrangolare circondato da possenti mura, composto da una monumentale chiesa settecentesca e da un imponente monastero, che si articola in cinque cortili interni, tre maggiori e due minori. Una sala particolarmente interessante è il refettorio: una vasta sala decorata da pitture murali monocrome realizzate tra il 1717 e il 1719 da Frate Joseph Martinez e rese ancora più preziose dalle ricche decorazioni in stucco.
Nelle due ampie lunette all’estremità della sala troviamo rappresentate le Nozze di Cana e l’Ultima Cena; negli ovali laterali sono visibili episodi del Vecchio Testamento e storie della vita di San Pietro Celestino, mentre in alto otto medaglioni incorniciano le rappresentazioni delle virtù. All’esterno delle cornici in stucco, campeggia la serie di telamoni, che un tempo si integravano con il pregevole mobilio in legno.
Il percorso di visita continua lungo una scala monumentale composta da due gradinate simmetriche in pietra bianca della Majella, sulle cucine sottostanti.
Negli ambienti dell’Abbazia oltre alle visite guidate si svolgono conferenze, mostre temporanee e concerti, che stanno rendendo il complesso un centro propulsore di cultura.