Lungo l’antica via Claudio-Valeria, si erge uno dei monumenti medievali più suggestivi dell’Abruzzo: l’Abbazia benedettina di San Clemente a Casauria. Secondo quanto riportato nel Chronicon Casauriensis, un manoscritto risalente alla metà del XII secolo, la fondazione dell’Abbazia risalirebbe al settembre del 871. La sua posizione strategica, in una zona tra il Ducato di Spoleto a Nord e il Ducato di Benevento a Sud, vicino al fiume Pescara, ha consentito di controllare un’area trasformatasi poi con la costruzioni di fortezze e castelli, a partire dalla seconda metà del X secolo.
Secondo il Chronicon, l’Abbazia di San Clemente a Casauria ha subito varie vicende, come:
- L’iniziale intitolazione alla SS. Trinità;
- La traslazione delle reliquie di San Clemente da Roma;
- Le invasioni dei Saraceni tra il 915 e il 920;
- Il passaggio sotto il potere papale;
- L’arrivo dei Normanni;
- I lavori di restauro del complesso tra XI e XII secolo, affidati agli Abati benedettini Grimoaldo e Leonate.
Dopo tutti questi avvenimenti, l’importanza politica dell’Abbazia di San Clemente a Casauri divenne pari a quella di altri noti centri monastici italiani, come Montecassino, San Vincenzo al Volturno, Farfa e Subiaco.
L’esterno della chiesa è caratterizzato da un portico a tre fornici, archi sorretti da colonne dotate di capitelli con decorazioni evocative. Il portale centrale in bronzo è decorato da 72 formelle con figure e scultore, che illustrano la fondazione, la donazione e la Storia dell’abbazia, secondo quanto descritto dal Chronicon.
All’interno della chiesa, divisa in 3 navate, si possono ammirare elementi di arredo religioso di grande pregio, come il pulpito e il cero pasquale, ma anche il ciborio nell’abside, che ospita le spoglie di San Clemente, appositamente conservate in un reliquiario in marmo.
L’Abbazia accoglie al suo interno l’Antiquarium, con numerosi reperti archeologici e medievali e dedicato all’intellettuale Pier Luigi Calore, famoso per ringraziarlo per le sue ricerche condotte in Abruzzo, tra Ottocento e Novecento.