Panoramica
Sin dal 1919, quando il Ministero dell’Interno invitò gli Istituti archivistici ad utilizzare i fondi stanziati dallo Stato per realizzare lavori di costruzione e restauro dei locali adibiti ad archivio, erano state avanzate le prime proposte per la costruzione dell’attuale edificio, che risale agli anni Venti del Novecento. La prima sede dell’archivio, ubicata nel Castello di Cagliari, era stata trasferita nel 1883 nella ex-chiesa gesuitica di S. Teresa, nel quartiere della Marina, e l’idea di riattare tale luogo era stata abbandonata in quanto non idoneo. Pertanto, la scelta ricadde sull’area compresa tra le odierne via Gallura e via Sonnino, dove nel 1921 venne approvato il progetto per la costruzione di due piani, con successiva sopraelevazione di altri due ad uso momentaneo per gli uffici del Genio Civile. La nuova sede venne inaugurato il 30 ottobre 1927, costituendo uno dei primi ed apprezzati esempi di edilizia archivistica post-unitaria. L’architettura dell’edificio è stilisticamente in linea con i canoni eclettici e si presenta articolato su quattro piani separati da una cornice marcapiano, arricchiti da paraste a bugnato ruvido e sbozzato, finestre con timpani curvilinei al primo piano e triangolari al secondo, e un timpano curvilineo spezzato sopra il portone d’ingresso. La storia dietro l’Archivio di Stato di Cagliari è davvero antica, ed infatti si lega alla sua funzione di capitale del Regnum Sardiniae (1323-1847) durante le dominazioni catalano-aragonese (XIV-XV sec.), spagnola (XVI-XVIII sec.) e piemontese (XVIII-XIX sec.).