Panoramica
Come per il vicino borgo di Cavallerleone, il nome di Cavallermaggiore ebbe origine, secondo gli storici, dalla presenza di allevamenti di cavalli da lavoro. Li immaginiamo a servizio dell'Abbazia di Novalesa che tra il X e l'XI secolo possedeva beni sul territorio. Ci testimonia quel periodo la Chiesa di San Pietro, l'edificio più antico della città, oggi circondato da un giardino che fa parte del progetto “Essenza del territorio”. A quel medioevo misterioso fanno riferimento la chiesa di Santa Maria della Pieve, ricostruita poi in un esuberante stile neogotico, e le interessanti tracce di beni che riportano ai cavalieri dell'Ordine dei Templari. Il momento cruciale della storia del borgo fu il passaggio ai Savoia nel XIV secolo. Da allora fu feudo dei Principi d'Acaia e di quelli di Carignano, della casa Reale da Carlo Alberto fino a Vittorio Emanuele III. Nel 700, sotto l'ala dei Principi di Carignano, Cavallermaggiore fiorì con architetture di pregio: chiese di grande importanza per impianto, con decori ed apparati scultorei, la arricchirono dando al piccolo borgo una rara nobiltà. Il tempo ha conservato quell'atmosfera elegante e composta. È piacevole aggirarsi tra le vie scoprendo scorci affascinanti o infilarsi in qualche cortile come quello del prezioso Palazzo Garneri oggi sede municipale. Cavallermaggiore è noto anche per il suo tradizionale presepe storico di oltre 300 metri quadrati di superficie, ma la città sa parlare anche il linguaggio moderno dell'arte come dimostrano le opere di numerosi street artists che hanno lavorato in diverse edizioni per l’Urban Art Festival.