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Il ritmo lento dell’autunno dal sapore italiano: itinerari e luoghi dove andare per i tuoi viaggi in Italia

Sei alla ricerca di posti da visitare in autunno in Italia? Sarà la freschezza dell'aria o i colori delle foglie che cambiano, viaggiare in questa stagione in Italia ha qualcosa di molto speciale. Il periodo migliore dell’anno per svolgere attività inconsuete, come visitare vigneti e degustare deliziosi prodotti locali. Scopri le innumerevoli possibilità offerte dal territorio italiano da settembre a dicembre.
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Zungoli

Zungoli

Bandiera Arancione del Touring Club Italiano Al confine tra Campania e Puglia sorge Zungoli, borgo circondato dai monti Molara, Monticelli e Toppo dell’Anno. Qui passa un tratto del Regio Tratturo Pescasseroli-Candela, che sta sempre più diventando un percorso turistico-sportivo-ambientale, con la possibilità di fare escursioni a cavallo e trekking. Nel centro storico che si inerpica lungo il costone della collina e che ha mantenuto il tessuto originario, si incontrano il Castello normanno dell’XI secolo, cui si accede attraverso una notevole rampa di accesso con lo stemma comunale in pietra di porfido, il convento di San Francesco e la chiesa dell’Incoronata. Esiste poi una Zungoli “sotterranea”: sotto alle stradine del centro storico, infatti, ci sono delle grotte di tufo, sviluppate su più livelli comunicanti, di epoca bizantina e con funzioni diverse nel corso del tempo, da rifugio a cantina, fino agli attuali locali di affinatura dei formaggi locali, tra i quali spicca il Caciocavallo Podolico. Questo prodotto, dall’aroma duro e dal sapore pieno, stagiona in grotta anche per più di due anni, si ricopre di muffe sotto le quali la pasta si compatta. Si può provare ad esempio quello del caseificio Lidia e quello della Cooperativa Agricola Molara. Nel borgo si produce anche l’olio biologico e di oliva Ravece DOP (quello dell’azienda San Comaio è stato più volte eletto miglior olio biologico della Campania), dal sapore leggermente piccante e con grandi qualità organolettiche. La tradizione agricola e pastorale viene tramandata anche con la festa della Transumanza, (prima domenica di settembre), con la possibilità di provare e acquistare i prodotti tipici del territorio.
Borghi
Corigliano D'Otranto

Corigliano D'Otranto

Bandiera Arancione del Touring Club Italiano Poco distante dalle famose spiagge del Salento, Corigliano d’Otranto è inserito nella Grecìa Salentina, un’isola linguistica nella quale si parla il griko, antico idioma di derivazione greca. Questa tradizione è ancora oggi conservata e valorizzata: presso i principali monumenti del paese, ad esempio, un pannello lo descrive in italiano, in inglese e in griko, con la possibilità di ascoltare una poesia recitata da un locale in questa lingua. Il Castello de’ Monti, imponente, è situato all’ingresso del centro storico: di epoca medievale, con la facciata principale di grande impatto e pregio artistico, riccamente decorata, è oggi un luogo particolarmente vivo, vi si organizzano visite guidate, congressi, eventi, cerimonie, oltre ad ospitare un ristorante e una caffetteria. Entrando nel cuore del centro storico e passeggiando tra le sue vie, si ammira il ricco patrimonio architettonico, storico e archeologico tra cui spicca la chiesa madre di San Nicola, con il rosone centrale che illumina l’interno dotato di un mosaico molto suggestivo. L’antichissimo portale noto come arco Lucchetti è impreziosito da fitti intagli d’ispirazione bizantina, classica e islamica: il consiglio è fermarsi ad ammirarli, prima di passarci sotto. A tavola sono due i prodotti tipici da gustare: il tartufo bianco di Corigliano e la popaneddha, cetriolo dolce consumato di solito in estate come frutta o come ingrediente per fresche insalate. Il borgo si anima con diversi eventi, soprattutto in estate: ricordiamo ad esempio la prima tappa della Notte della Taranta ad agosto ed il SEI Festival a luglio.
Borghi
Camerino

Camerino

Bandiera Arancione del Touring Club Italiano Nel cuore di una zona montana incontaminata, Camerino (m. 670 s.l.m.) sovrasta dalla cima del colle l’ampia vallata delimitata a sud-est dai Sibillini. La città ha origini umbre, fu municipio romano con propri magistrati e sede vescovile nel 465. Capoluogo di ducato longobardo, di contea e marca franche, si affaccia molto presto alla vita comunale. La città fu distrutta dall’esercito di Manfredi nel 1259 e risorse grazie alla famiglia dei da Varano, che rimase al comando di un ampio territorio fino al 1539, dopo aver ottenuto la corona ducale. La Santa Sede riprende il controllo della città dal 1545 con la funzione di capoluogo di Delegazione Apostolica. La città fu annessa nel 1809, in periodo napoleonico, alle altre Marche di Fermo e di Ancona, diventando capoluogo di distretto. Fu incorporata al Regno d’Italia nel 1860 per plebiscito, conservando il ruolo di sede di sottoprefettura fino al 1927. Nella città hanno sede una delle più antiche Università degli Studi italiane e l’Arcidiocesi di Camerino-San Severino Marche. Per il suo rilevante contributo offerto alla causa della Liberazione è stata insignita di Medaglia d’Argento al valor militare. Camerino è animata per tutto l’anno da tante manifestazioni, eventi sportivi e musicali di importanza internazionale, iniziative culturali e appuntamenti gastronomici. Il culto della Santa Camilla Battista Varano e la presenza dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, nato proprio a Camerino nel 1528, richiamano molti turisti religiosi. È aperta alle visite anche la basilica di San Venanzio martire, patrono della città e protagonista della rievocazione storica della Corsa alla Spada e Palio. Diversi cammini religiosi attraversano parti del territorio: la Via Lauretana, antico cammino da Assisi a Loreto, il Cammino dei cappuccini e il Cammino francescano della Marca. Il territorio offre diverse opzioni agli amanti della natura, che possono esplorare paesaggi mozzafiato e luoghi incontaminati nel verde percorrendo semplici passeggiate adatte alle famiglie o cimentarsi nei sentieri Hike&Bike, nel percorso della Ciclovia del Chienti, nel Percorso 3 Mulini e lungo la Via della carta. Camerino ha promosso l’uso della bicicletta aderendo al progetto Bike Hospitality della Federazione Ciclistica Italiana, l’azienda Contram S.p.A. ha installato nel territorio comunale delle ciclostazioni e-bike sharing con biciclette elettriche a pedalata assistita. In località Calvie, in un contesto ambientale incontaminato, si trovano degli impianti sportivi all’avanguardia, punto di riferimento per il turismo sportivo, offrono l’opportunità di praticare diversi sport. Grazie alla loro efficienza, gli impianti continuano ad ospitare importanti eventi internazionali. Più di trenta strutture ricettive propongono ai turisti ampia scelta per il loro soggiorno, e per gli amanti del plein air è presente un attrezzato Camper service (Bandiera Gialla A.C.T. Italia). Il meraviglioso panorama, la calorosa accoglienza e l’ospitalità di questa città la rendono un luogo speciale dove vivere un’esperienza unica e rilassante. Cioè che rende Camerino (Bandiera Arancione del TCI dal 2009) una meta di particolare fascino sono anche le sue bellezze architettoniche che si mostrano agli occhi dei turisti, le sue tradizioni culturali (qui è nata la più importante scuola pittorica delle Marche, fa parte degli itinerari nei luoghi della provincia di Macerata che custodiscono opere di Carlo Crivelli, dei percorsi Svevi del progetto Federico II e le Marche nel Medioevo e rientra nell’Itinerario ebraico marchigiano), la presenza di Unicam, e la genuinità della cucina locale. La città di Camerino sta fronteggiando la grave emergenza legata al terremoto del 26 ottobre 2016, ma non per questo ha perso il suo fascino e la sua vocazione turistica.
Enogastronomia
Valle d’Aosta, sapori ad alta quota

Valle d’Aosta, sapori ad alta quota

Siete arrivati in questo paradiso terrestre? Mettetevi comodi e studiate la carta dei formaggi, con la fontina in primis, regina dei prodotti valdostani. La riconoscete per il sapore dolce e per il colore giallo paglierino, più chiaro nelle forme prodotte in inverno, quando le mucche sono alimentate con il fieno, più intenso nella produzione estiva. Seguono prelibatezze, come la toma di Gressoney, il salignon, il reblec, la brossa, il seras e i formaggi di capra, ciascuno con una storia da raccontare. Ascoltateli e gustateli tutti. Passate a classici come le costolette alla valdostana, la polenta concia e la “soupe valpellineintze” (zuppa alla valpellinese); ottima anche la cacciagione, i camosci in salmì (in “civet”), le trote, la “carbonade”, spezzatino di manzo, e la fonduta, piatto unico a base di formaggio, fuso in un’apposita pentola, per essere mangiato caldo. Gustate gli insaccati, come il Vallee d’Aoste jambon de Bosses, prosciutto dalla speciale maturazione, i Boudin dal gusto raffinato, la Saouseusse, carne trita stagionata, il Lard d’Arnad, morbido lardo, il Teuteun, mammella bovina salmistrata, la Motzetta, aromatica carne essiccata. Il microclima alpino è la gioia delle mele, che qui sviluppano sapori intesi. Assaggiate la Red e la Gold delicious, la Jonagold e la Renetta: crude o cotte, sono dolci e versatili, base di frullati, marmellate dolci o salate, da accompagnare a pregiate pietanze. Dulcis in fundo, i dessert e i vini. Per i primi, assaggiate le tegole, i torcettini – tipici biscotti regionali - e il blanc manger alla valdostana con l’utilizzo di panna; per i secondi, posto d’onore a tutti, come i bianchi Muller-Thurgau e Pinot nero (vinificato in bianco) e i rossi Pinot nero, Gamay, Torrette, Nus Rouge. Mangiato troppo? Ecco un bicchierino di Genepì, digestivo a base di erbe alpine, le artemisie.
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