Panoramica
Nel 1981, in collaborazione con il Comune di Ferrara, l’imprenditore agricolo e collezionista Guido Scaramagli ha dato inizio alla Collezione, con l’intento di fornire al pubblico una documentazione sulla vita e il lavoro contadino dalla fine dell’Ottocento alla prima metà del Novecento.
La collezione, che conta più di dodicimila elementi, è esposta in alcune sale di una casa contadina costruita verso il 1950, nel fienile vicino e in due edifici costruiti negli anni Ottanta, poco lontano. In questi spazi sono stati risistemati un ambulatorio medico, delle botteghe artigiane, una scuola ed alcune stanze casalinghe. Una struttura più recente ospita anche attrezzature e macchine per il lavoro agricolo e testimonianze sui mestieri nomadi. All’interno del capannone vengono inoltre allestite mostre temporanee.
La biblioteca di agricoltura è dotata di libri e riviste interessanti e rare, come la raccolta completa dell’"Agricoltore ferrarese". Nel fienile ci sono due ateliers di burattinai, con palco, scene mobili e copioni, riferite a Ettore Forni e Pompeo Gandolfi.
Il primo (1877-1959) fu un burattinaio, drammaturgo e scenografo che lavorò soprattutto a Ferrara e Rovigo, ma anche nelle province di Modena, Ravenna e Bologna. Delle sue opere sono rimaste: 53 burattini, circa 100 scenografie, 2 dozzine di attrezzi, più di 130 copioni, un teatrino con frontone, un altro smontabile più piccolo, 8 plance, lettere e locandine.
Il secondo (1896-1971), Pompeo Gandolfi, lavorò soprattutto nella provincia bolognese, nella seconda metà del XIX secolo. Antifascista, ebbe problemi con il regime, ma riuscì ad esprimersi attraverso i burattini. La figlia Mirka, che lavorava con lui, donò poi al Museo i materiali di suo padre, che consta in: circa 20 burattini, canovacci, una cinquantina di scenografie e una decina di attrezzi.
