Sessa Aurunca, viaggio nel tempo lungo l’asse Sud della Via Francigena
Sessa Aurunca, città campana in provincia di Caserta molto vicina al confine col Lazio, è un autentico scrigno di monumenti e scorci naturalistici da scoprire. Tappa d’obbligo per i pellegrini in viaggio lungo la via Francigena campana, è ancora oggi un luogo mistico e ricco di fascino.
La cattedrale di Sessa Aurunca, gioiello del romanico campano
Partite proprio da qui, dal cuore della cittadina campana, e cioè dal suo duomo, che sorge in pieno centro storico, lungo il tracciato meridionale della via Francigena. Dedicata ai santi apostoli Pietro e Paolo, la cattedrale è una delle opere più importanti dell'architettura romanica campana, meta da secoli di pellegrinaggio. Edificata nel 1103 su un edificio sacro, probabilmente pagano, è rimasta integra nonostante una ristrutturazione settecentesca e numerosi interventi per salvaguardarla dall’usura e dai danni causati da una serie di terremoti. L’edificio è stato da poco restaurato e riportato al suo impianto originale.
Dal pavimento al pulpito, la meraviglia dei mosaici
L’imponente facciata è parzialmente coperta da un portico riccamente decorato con arcate sostenute da colonne e pilastri, dove si alternano, tra statue e bassorilievi, figure misteriose e mitologiche, scene che rievocano la vita di San Pietro e dell'Antico e del Nuovo Testamento. Suddiviso in tre navate, l’interno merita particolare attenzione per il sorprendente pavimento a mosaico, che riveste con fantasie moresche l’intera navata centrale. Anche il pulpito è decorato da un fine mosaico che alterna vivaci raffigurazioni di animali a motivi geometrici.
Il teatro romano e il mistero del criptoportico
Visitare Sessa Aurunca è come fare un viaggio in una capsula del tempo: dalle architetture romaniche della sua cattedrale agli spettacolari marmi colorati del grande teatro romano, riportato alla luce solo nel 2003 e straordinariamente ben conservato, il passo è breve. Eretto nel I secolo dopo Cristo, sfruttando la pendenza naturale di una collina, con la sua capienza di 7.000 spettatori, è il secondo teatro romano più grande della Campania, dopo quello di Napoli, che però giace quasi del tutto nascosto sotto le case della città.
Accanto al teatro, si trova un criptoportico, cioè un corridoio coperto, risalente a un’età di poco successiva. Non è ancora chiaro quale fosse la sua destinazione, forse veniva usato dagli attori per spostarsi da un luogo all'altro, anche se le numerose iscrizioni in greco e latino sulle sue pareti, che includono anche alcuni versi virgiliani, lasciano supporre che sia stato utilizzato come scuola o come ginnasio.
Il castello ducale: un “bigino” della storia della città
Il castello ducale di Sessa Aurunca racconta e sintetizza, nella sua straordinaria stratificazione di epoche e strutture, la storia e le dominazioni della città.
Per farvene un’idea, al suo interno potrete visitare la biblioteca, ma soprattutto le sale del Museo civico archeologico, che conserva molte testimonianze del passaggio delle dinastie che si sono succedute nei secoli, dai longobardi ai normanni, dagli angioini agli aragonesi, insieme ad alcuni reperti archeologici rinvenuti sui fondali del mare del Golfo di Gaeta, tra cui segnaliamo la celebre statua di Matidia minore, domina locale di spicco e potere in epoca romana.
Borgo Valogno, da paesino fantasma a galleria a cielo aperto
Non perdete il piccolo borgo di Valogno, a 390 metri di altezza e a pochi chilometri da Sessa Aurunca: questa frazione di poco più di 90 anime, che si stava gradualmente spopolando, ha scongiurato il destino che rischiava di renderla una città fantasma trasformandosi in una galleria d’arte a cielo aperto: le sue strade, i muri e i cortili da qualche anno ospitano opere di street art e installazioni di artisti, richiamati qui dalla call to action dell’Associazione culturale Il Risveglio, che ha promosso una vera e propria rinascita del borgo e l’ha reso meta continua di turisti e appassionati.
Dal vulcano (estinto) alle spiagge di Baia Domizia
Vale la pena di ricordare che Valogno si trova proprio all’interno del Parco Regionale Area Vulcanica di Roccamonfina e Foce Garigliano, 11.000 ettari di natura che arrivano a lambire il confine con il basso Lazio. Il parco è sorvegliato dall’alto dalla mole del vulcano estinto di Roccamonfina, il più antico della regione, dirimpettaio diretto del Vesuvio. Questo territorio tra montagne, colline e litorale, tra castagneti, vitigni, oliveti e torrenti che scorrono fino al mare ospita per tutto l’anno sagre e manifestazioni destinati alla valorizzazione delle tradizioni e dei prodotti locali, prima fra tutti la celebre castagna, mentre i suoi itinerari sono battuti dai tanti appassionati di trekking e cicloturismo.
Lasciandosi alle spalle le falde del Roccamonfina vi consigliamo di tornare a far rotta verso Baia Domizia: qui potrete ritemprarvi con una passeggiata a piedi nudi lungo i suoi chilometri di spiaggia finissima e dorata, o magari concedervi un po’ di relax a mollo nelle sue acque azzurrissime.