Panoramica
Il Parco Archeologico di Turris Libisonis, situato nell’attuale Porto Torres, è una delle più rilevanti testimonianze della presenza romana in Sardegna. Fondato nel I secolo a.C., si sviluppò in una posizione favorevole alla foce del rio Mannu, nel cuore del Golfo dell’Asinara, dove i Romani costruirono un porto fluviale che facilitava gli scambi commerciali sia con l’interno dell’isola che con il porto di Ostia.
Questa colonia, conosciuta anche come Iulia, fu l’unica in Sardegna abitata esclusivamente da cittadini romani. Inizialmente destinata ai veterani dell’esercito, raggiunse il suo massimo sviluppo tra il II e il III secolo d.C., grazie a un’economia dinamica fondata su agricoltura, pesca, artigianato e commercio via mare.
Il sito conserva numerosi resti di edifici pubblici e abitazioni private, tra cui strade lastricate, botteghe e impianti termali. Tra questi ultimi spiccano le terme centrali, note anche come Palazzo di Re Barbaro, che occupavano un intero isolato e comprendevano ambienti per bagni caldi e freddi, saune, palestra, il tutto decorato con mosaici e statue. Altri due complessi termali, le terme Maetzke e le terme Pallottino, prendono il nome dagli studiosi che le riportarono alla luce nel Novecento.
Tra le residenze aristocratiche, spiccano la Domus di Orfeo, famosa per il mosaico che raffigura il poeta mitologico circondato da animali, e la Domus dei Mosaici, decorata con motivi marini e dotata di un proprio impianto termale.
Completano il sito un ponte romano a sette arcate, lungo 135 metri, che ancora oggi attraversa il rio Mannu, e un acquedotto che trasportava acqua dalle sorgenti di San Martino. Le necropoli che circondano l’antica città – tra cui Marinella, Monte Agellu e Tanca Borgona – testimoniano l’ampiezza dell’insediamento e la continuità dell’uso funerario fino all’epoca paleocristiana.
Oggi il parco è aperto al pubblico e in parte integrato con l’Antiquarium Turritano, dove sono esposti i reperti rinvenuti durante gli scavi.