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UNESCO

Domus de Janas, silenti testimoni di una cultura antica

Mentre nasceva la cultura nuragica, un'antica civiltà lasciava ai posteri queste magnifiche costruzioni sepolcrali o, chissà, forse sono davvero le case delle fate?

2 minuti

La Sardegna è uno scrigno di cultura ancora tutto da scoprire. Terra di popoli valorosi e tradizioni ancestrali che rimandano ad un passato arcaico e avvolto ancora dal mistero. In questo luogo, mentre la cultura nuragica era ancora agli albori, una antica civiltà lasciava ai posteri queste magnifiche costruzioni sepolcrali. O sono davvero le antiche abitazioni delle fate? Chissa! Anche questa è la Sardegna.

Cosa sono e dove si trovano le Domus de Janas

 Cosa sono e dove si trovano le Domus de Janas

Le chiamano “Domus de Janas”, meglio note come “case delle fate”, e sono più di 2000 in tutta la Sardegna. Si tratta di tombe ipogee scavate nella roccia e risalenti al periodo compreso tra Neolitico Medio ed Età del Bronzo, tra il V e il III millennio a.C. quando la civiltà nuragica iniziava a vedere la luce. Sono dunque molto più antiche dei Nuraghi.

Origini e storia delle Domus de Janas

Origini e storia delle Domus de Janas

Questo sito culturale, rappresentativo della preistoria della Sardegna, è considerato seriale proprio perché comprende più beni. Ed è costituito da sepolture e necropoli ipogeiche che, molto probabilmente, furono reimpiegate successivamente per realizzare altre tombe o strutture. A realizzarle furono le popolazioni prenuragiche che pensarono di dare loro la forma di grotte artificiali, usando strumenti di pietra e scegliendo di collocarle ai fianchi delle montagne o all’interno di necropoli vere e proprie. Entrando all’interno, ci si può trovare in unico ambiente o davanti a più camere, una dopo l’altra, con disegni alle pareti che raccontano aneddoti sulla civiltà prenuragica.

Perché le Domus de Janas sono diventate sito UNESCO

Perché le Domus de Janas sono diventate sito UNESCO

Le Domus de Janas sono state scelte come 61esimo sito Unesco perché rappresentano la più ampia e ricca manifestazione di architettura funeraria ipogea nel Mediterraneo occidentale. Attraverso queste sepolture, si ha un’idea delle pratiche funerarie e delle credenze spirituali delle comunità preistoriche della Sardegna. Le decorazioni, i simboli e i motivi figurativi raccontano dell’evoluzione del rapporto tra vivi e morti all’interno di una società sempre più complessa. Proprio perché riutilizzate più volte nel corso dei secoli successivi, quel poco che resta rappresenta una testimonianza preziosissima della vita prima dei Nuraghi. Leggende popolari narrano anche che in realtà le Domus fossero anche il rifugio di figure leggendarie della mitologia sarda, spesso descritte come donne piccole e fatate. Di qui il nome sardo “janas” che significa “fata”.

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