Panoramica
L’Anfiteatro Romano di Cagliari è uno dei più importanti resti archeologici dell’epoca imperiale presenti in Sardegna. Situato in una conca naturale ai piedi del colle di Buon Cammino, il monumento si integra perfettamente con il paesaggio circostante. La sua edificazione, avvenuta tra la fine del I e l’inizio del II secolo d.C., sfruttò la morfologia del terreno: una parte consistente della struttura fu scolpita direttamente nella roccia, mentre le sezioni rimanenti vennero costruite con blocchi di pietra calcarea chiara.
In origine, l’anfiteatro si presentava con una facciata imponente, alta oltre venti metri, arricchita da elementi decorativi come colonne e statue. Poteva ospitare fino a diecimila spettatori, distribuiti secondo la gerarchia sociale dell’epoca: dai senatori ai cavalieri, fino ai cittadini comuni e agli schiavi, ciascuno con accessi dedicati. L’arena era circondata da passaggi e ambienti destinati alla custodia degli animali, e sotto di essa si trovavano spazi probabilmente utilizzati per cambi di scena o preparativi degli spettacoli.
Un corridoio sotterraneo lungo circa 95 metri collegava l’arena a una cisterna situata nell’area oggi nota come Orto dei Cappuccini. Questo passaggio aveva anche una funzione idraulica: la forma delle gradinate, simile a un imbuto, permetteva di raccogliere l’acqua piovana.
Con la diffusione del cristianesimo, gli spettacoli cruenti persero consenso e vennero proibiti nel 438 d.C., segnando l’inizio del declino dell’anfiteatro. Nei secoli successivi, la struttura fu progressivamente smantellata e utilizzata come cava di pietra. Solo nel XIX secolo, grazie agli scavi condotti dal canonico Giovanni Spano, il sito fu riscoperto e valorizzato, portando alla luce reperti come monete e frammenti marmorei che un tempo decoravano le gradinate.
Oggi, l’anfiteatro è parzialmente accessibile al pubblico e rappresenta una tappa imperdibile per chi desidera esplorare le radici romane della città di Cagliari.