Da Lecce a Sternatia

Lungo la Rotta del Levante, il porto turistico Marina di San Foca accoglie i diportisti in una delle località più pittoresche del Salento, San Foca, villaggio di pescatori con vicoli stretti, case bianche, grotte marine e la genuina ospitalità salentina. Partendo da San Foca e seguendo i 24 km della Via dei Mari del Cammino del Salento si arriva a Lecce, rinomata per la sua splendida architettura barocca. In alternativa, la città è raggiungibile tramite i mezzi pubblici. Il punto iniziale della Via dei Borghi del Cammino del Salento è Porta Napoli, primo timbro sul Passaporto del Pellegrino e ingresso sul centro storico della città, dove ammirare il Palazzo dei Celestini e la Basilica di Santa Croce, piazza Sant’Oronzo, l’Anfiteatro romano e il Castello. Seguendo la freccia arancio, si esce dalla città tramite strade secondarie e si arriva a San Cesario, con le sue distillerie e il Palazzo Ducale ricco di statue mitologiche. Prima di raggiungere San Donato si incontra la cappella Madonna della Giggiola, nel bel mezzo della strada! Fra palazzi nobiliari, pagghiare e menhir alle porte di Galugnano, si incontra la chiesa della Madonna della Neve, che rappresenta uno scorcio di medioevo rimasto inalterato. Il cammino procede fino a Sternatia, il paese con la più alta percentuale di parlanti griko, l’antico idioma ellenico, in cui è possibile visitare il frantoio ipogeo del XV secolo, un ambiente ricco di cunicoli e gallerie, destinati, un tempo, alla lavorazione e produzione di olio d’oliva, per scopi alimentari e non.
Da Sternatia a Corigliano d’Otranto

Il cammino continua con Soleto e la Chiesa di Santo Stefano, esempio di legame tra il Salento e l’Oriente. Si passa da Galatina, città del pasticciotto: da non perdere la Basilica di Santa Caterina d’Alessandria. Seguendo il percorso segnalato con frecce arancio si arriva a Corigliano d’Otranto dove ci aspetta il timbro di fine tappa nell’imponente Castello de’ Monti e la chiesa madre di San Nicola con il mosaico pavimentale dell’albero della vita. A pochi km da Corigliano d’Otranto, nel Comune di Castrignano De’ Greci, si trova il Parco delle Pozzelle, una delle aree più estese e ben conservate di tutta la regione, coprendo circa 8000 metri quadrati vicino al centro abitato. Questo parco ospita circa un centinaio di pozzelle, conosciute in lingua grika come “ta fréata”, che sono serbatoi d'acqua profondi dai quattro ai sei metri, con una forma simile a un imbuto rovesciato. Le pozzelle sono state scavate nella roccia friabile in un avvallamento naturale del terreno e sono coperte con pietre di calcare permeabile. Questo sistema permette alle acque piovane di filtrare attraverso la pietra e riempire le cavità sottostanti. Sulla sommità di ogni pozzella, un blocco lapideo forato al centro, chiamato ”uccale”, consente di calare i secchi per prelevare l'acqua. Inoltre, accanto alle pozzelle si trovano alcune pile in pietra utilizzate per abbeverare gli animali. L'usanza di scavare questi pozzi negli avvallamenti risale al periodo della dominazione bizantina, con esempi simili che si possono trovare anche in Grecia. Oggi, il Parco delle Pozzelle viene utilizzato per attività ricreative, eventi e concerti. Ha ospitato, ad esempio, una delle tappe della Notte della Taranta, il festival itinerante dedicato alla musica popolare salentina.
Da Corigliano d’Otranto a Otranto

Seguendo la freccia arancio si raggiunge Melpignano, con la Chiesa e Convento degli Agostiniani, il Palazzo Marchesale e i Portici di Piazza San Giorgio e poi, passando vicino le cave dove si estrae la famosa pietra leccese, Cursi. Qui si può ammirare il Palazzo Maramonte, castello baronale oggi sede del Municipio e visitare un frantoio ipogeo, reso ancora più interessante grazie all'uso di speciali visori VR (realtà virtuale), che permettono di vivere una completa esperienza immersiva. Proseguendo il cammino e superato Bagnolo del Salento, si incontra il Santuario di Montevergine a Palmariggi, la cui origine, nel 1595, si deve all’apparizione della Madonna ad un pastorello che aveva perso il suo coltellino mentre stava intagliando un ramoscello. Si raggiunge, quindi, Giurdignano, il giardino megalitico d’Italia, con i suoi dolmen e menhir. Attraverso la Selva del Turchese e la Valle dell’Idro si arriva infine al meraviglioso borgo di Otranto affacciato sul mare Adriatico, che sarà il vostro compagno fino alla fine del Cammino del Salento.
Da Otranto a Santa Cesarea Terme

Appena usciti da Otranto, inizia il tratto più selvaggio del Cammino del Salento, offrendo un trekking spettacolare lungo la costa. Il percorso conduce prima alla Torre del Serpe, situata su una falesia a picco sul mare, alla masseria dell’Orte, poi al celebre laghetto formatosi nell’antica cava di bauxite. Proseguendo, si raggiunge il Faro Palascìa, che si trova sul punto più orientale d’Italia, da cui godere di una vista panoramica senza eguali sull'Adriatico, specialmente all'alba, e poi Porto Badisco, primo approdo di Enea descritto nell’Eneide di Virgilio e celebre per le sue acque cristalline e per la Grotta dei Cervi. Continuando lungo il sentiero e la via Appia Calabro Salentina, passando per la Masseria Grande, si arriva infine a Santa Cesarea Terme, dove si riceve un bellissimo timbro sul Passaporto del Pellegrino! La località è rinomata per le sue terme sulfuree; nel centro storico spicca Villa Sticchi, un edificio in stile moresco che aggiunge un tocco orientale al paesaggio.
Da Santa Cesarea Terme a Marina Serra

Seguendo la freccia arancio si arriva alla baia di Porto Miggiano, caratterizzata da acque cristalline e roccia bianca e poi a Castro, la perla del Salento: nel cuore del borgo si innalza il castello aragonese, in cui riceverete il timbro sul Passaporto del Pellegrino. Proseguendo, sentieri e antichi tratturi conducono da Castro Marina a Cala dell’Acquaviva di Marittima, un’insenatura ricca di sorgenti d’acqua fredda circondata da una vegetazione lussureggiante. Superata la Cala, si percorre prima il sentiero belvedere, poi il sentiero serra del mito e, passando la Torre Del Sasso e le Sette Pajare, si arriva a Tricase Porto. Tramite la litoranea, si raggiunge infine Marina Serra, famosa per la sua favolosa piscina naturale.
Da Marina Serra a Santa Maria di Leuca

L’ultima tappa ha inizio sul Sentiero del Nemico, per arrivare al Palazzo Baronale di Tiggiano dal cui cortile si accede a uno splendido giardino con frutteto e una torre colombaia. Si arriva quindi a Corsano e al suo frantoio ipogeo, per poi proseguire verso Marina di Novaglie dove inizia lo spettacolare Sentiero delle Cipolliane, sospeso sulla linea di confine tra la terra e il mare, che conduce all’insenatura del Ciolo. Ad unire le due sponde più alte delle rocce, c’è un grande ponte (Ponte Ciolo), a 40 metri dal livello del mare. Tramite un percorso disseminato di grotte e falesie si raggiunge Gagliano del Capo, proseguendo su strade vicinali, si arriva all’Erma Antica, dove si effettua il rito delle pietre degli antichi pellegrini. Arrivati ai piedi della cascata monumentale di Santa Maria di Leuca, 284 gradini vi separano dal Santuario de Finibus Terrae, meta finale del Cammino del Salento.