Da Bari a Bitetto

Lungo la Rotta del Levante, alla scoperta della terra più orientale d’Italia, si ormeggia al Porto di Bari e si parte alla volta della Via Peuceta, alla scoperta del Mezzogiorno più autentico. La Via Peuceta ha inizio dalla Basilica di San Nicola di Bari, luogo simbolo del pellegrinaggio in Puglia: eretta tra il 1087, anno della traslazione delle reliquie del santo di Myra, e il 1197, la Basilica divenne, in poco più di un secolo, uno dei più importanti santuari della cristianità e una delle principali mete di pellegrinaggio tra Roma e Gerusalemme. Sulla piazza antistante la Basilica si apre un arco angioino attraversando il quale ci si ritrova immersi nel “formicaio ebbro di vitalità” (Italo Calvino) della città vecchia: un labirinto di stretti vicoli in cui si agita frenetica un’umanità variopinta che conserva nei suoi volti, nel suo linguaggio e nei suoi riti, la traccia dei tanti apporti culturali della storia passata, delle tante genti d’Oriente e d’Occidente transitate nel corso dei secoli. Superata la Cattedrale di San Sabino e il Castello Normanno Svevo, si prosegue sulla ciclabile del lungomare fino a raggiungere il Ponte Adriatico da cui si può ammirare tutta l'estensione della città. Oltrepassata la zona industriale, in pochi chilometri si guadagna l’uscita dal centro città e ci si immette sull’antica strada medievale che collegava Bari a Bitetto. Il Medioevo impreziosisce il percorso con due gioielli di rara bellezza: il casale fortificato di Balsignano e l’incantevole chiesa di San Felice. L’ingresso al borgo di Bitetto avviene tra gli ulivi secolari, da Porta Barese, unica porta medievale sopravvissuta.
Da Bitetto a Cassano delle Murge

Si parte dalla suggestiva cattedrale romanica dedicata a San Michele Arcangelo ed eretta tra la fine dell’XI e l’inizio del XII sul modello della Basilica di San Nicola di Bari. Dopo circa 1 km si penetra nella lussureggiante foresta di ulivi che caratterizza la Terra di Bari; gli ulivi sono il simbolo della Puglia: questi monumenti viventi della civiltà mediterranea, delle cui origini sopravvivono alcuni maestosi testimoni (esemplari millenari), costituiscono un patrimonio culturale inestimabile e un’importantissima risorsa economica. Uliveti, mandorleti e vigneti, tingono le vaste distese della piana nelle quali sorgono antiche masserie, trulli e muretti a secco che testimoniano l’antica vocazione agricola di questo territorio. È questo il paesaggio che accompagna il turista per i successivi 20 km, durante i quali si assiste ad una progressiva salita verso l’altopiano delle Murge il cui gradone roccioso si staglia nettamente all’orizzonte negli ultimi chilometri della tappa, che si conclude a nel centro storico di Cassano delle Murge.
Da Cassano delle Murge a Santeramo in Colle

La tappa ha inizio dal centro storico di Cassano delle Murge per poi svolgersi prevalentemente all’interno del Bosco di Mesola. Il bosco ha un elevato valore vegetazionale per la presenza di esemplari arborei notevoli come la roverella, il fragno, il leccio, le fustaie di Pino d'Aleppo, e degli arbusti tipici della macchia mediterranea come il lentisco, la ginestra, il cisto marittimo, la quercia spinosa, il corbezzolo, il mirto, il biancospino, il pruno spinoso. Lungo il cammino si susseguono tutti gli scenari tipici del paesaggio murgiano: creste rocciose, cavità carsiche, dolci pendii, doline e lame, campi di grano e brulli pascoli. Un luogo dove l’azione della natura si mescola e convive con quella millenaria dell’uomo che ne ha plasmato e alterato le forme. Si giunge a Santeramo in Colle attraverso la Pineta Galietti che prende il nome dalla masseria settecentesca che sorge al suo interno.
Da Santeramo in Colle a Altamura

Si parte dal centro storico di Santeramo in Colle e, attraverso una serie di contrade, si penetra lentamente nel cuore del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, una delle più importanti aree steppiche d’Italia per la presenza di vari endemismi floristici e di una delle maggiori popolazioni di avifauna delle steppe. Le steppe a graminacee, arricchite dalla presenza di licheni, muschi e orchidee selvatiche, conferiscono al paesaggio un aspetto quasi lunare. Particolarmente diffusa è una stipa chiamata comunemente “lino delle fate”. Lungo il cammino, a circa 6 km da Santeramo, si incontra il complesso di Grotta Sant’Angelo (attualmente in fase di ristrutturazione), un luogo di culto micaelico tra i più importanti dell’antica Apulia, secondo solo al grande centro di pellegrinaggio garganico. Dopo un breve tratto percorso lungo l’alveo di una gravinella si risale l’altopiano che, a partire dal sito rupestre di Fornello (nei pressi del quale si cammina lungo l’antica carraia medievale), digrada dolcemente verso la città federiciana di Altamura, punto d’arrivo della tappa.
Da Altamura a Gravina in Puglia

Si parte dalla maestosa cattedrale di Santa Maria Assunta costruita nel 1232 per volere di Federico II di Svevia secondo i canoni dell’architettura romanica del tempo e il cui impianto originario ha subito nei secoli importanti modifiche. Si attraversa l’incantevole centro storico di Altamura costituito da un dedalo di stretti vicoli e piccole piazzette denominate “claustri” all’interno del quale si percepisce costantemente il piacevole profumo del pane cotto in antichi forni di pietra: è il famoso pane di Altamura, realizzato con semola di grano duro dell’Alta Murgia, e rinomato fin dal Medioevo. Superata la città, tra la Murgia e la Fossa Bradanica, il paesaggio si estende a perdita d’occhio su vaste distese coltivate a grano e seminativi (lupino, cicerchia, avena). Si giunge a Gravina in Puglia attraverso una piccola macchia di bosco e una strada lastricata che conduce alle porte della città.
Da Gravina in Puglia a Picciano

Si parte dalla cattedrale di Santa Maria Assunta, costruita nel 1095 dai Normanni a strapiombo sulla gravina, e ci si lascia la città alle spalle attraversando l’affascinante Ponte acquedotto in pietra, risalente al ‘700, che collega scenograficamente le due sponde del burrone, e che permette di raggiungere il pianoro della Madonna della Stella da dove è possibile godere di una notevole vista della città di Gravina in Puglia e del suo habitat rupestre. Una stradina acciottolata conduce alla collina di Botromagno, luogo del primo insediamento antropico, risalente all’età Neolitica, nell’area di Gravina; su questa collina sorse successivamente Sidion, una delle più importanti città della Peucezia, della quale permangono numerose testimonianze archeologiche purtroppo in totale abbandono. La discesa dalla collina di Botromagno offre uno dei panorami più suggestivi dell’Alta Murgia; dopo pochi chilometri inizia una nuova ma lieve salita verso la collina su cui si estende il Bosco Difesa Grande che costituisce uno dei più estesi e ricchi complessi boscati dell’intera Puglia. Il Cammino attraversa interamente il bosco attraverso sentieri che si percorrono per circa 10 km fino alla Fossa Bradanica, un vasto paesaggio di dolci colline caratterizzate da suoli alluvionali profondi e argillosi. Si attraversano le ampie distese intensamente coltivate che si presentano tra maggio e giugno di un giallo splendente, dopodiché ha inizio l’ultima salita verso la collina di Picciano, sulla cui sommità sorge il santuario benedettino che costituisce la meta della tappa.
Da Picciano a Matera

Si parte dal santuario benedettino di Picciano da dove ha inizio una lenta discesa verso l’ampia piana tufacea in cui sorge Matera. La straordinaria bellezza e unicità dell’habitat rupestre si svela lentamente agli occhi del viandante: si scoprono pian piano i dirupi e le grotte sulle cui pareti l’uomo ha lasciato le tracce della sua continua presenza dalla preistoria fino ai nostri giorni. Il percorso lambisce la Riserva Naturale di San Giuliano, una delle più importanti zone umide della Basilicata. L’ingresso a Matera avviene dal Rione Casalnuovo da dove si raggiunge direttamente l’incantevole zona dei Sassi. Il Cammino termina alla Cattedrale della Madonna della Bruna.