Percorrere un viaggio a ritroso e riscoprire una Roma per molti versi "nascosta”, dai fasti dell’antico e dallo splendore dei palazzi rinascimentali e delle piazze e chiese barocche.
Promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali in collaborazione con Sapienza Università di Roma - Dipartimento di Storia Antropologia Religioni Arte Spettacolo, il volto perduto della Roma evidenzia il ruolo cardine della città nell’Europa cristiana e medievale, sia per i semplici pellegrini che per regnanti e imperatori.
Curata da Anna Maria D’Achille e Marina Righetti e organizzata da Zètema Progetto Cultura, l’esposizione copre un arco temporale che va dal VI al XIV secolo, dal tempo di papa Gregorio Magno all’indizione del primo Giubileo del 1300. Grazie a numerose opere tra mosaici, affreschi e opere mobili, provenienti in massima parte da luoghi e raccolte romane, si vuole far luce sull’aspetto di una città ancora in parte superstite, anche se spesso nascosta, con lo scopo di esortare i visitatori, e soprattutto i romani, a riscoprire le ricchezze della città.
Basiliche e palazzi, papi e cardinali, re e imperatori, artisti e botteghe artigiane. Questa è la Roma che doveva presentarsi agli occhi del viandante medievale: una fervente città abbracciata dal serpeggiante corso del Tevere che, con i suoi porti e i suoi ponti, era sfondo e teatro della vita e delle attività urbane.
Il vasto complesso del Laterano, San Pietro in Vaticano, San Paolo fuori le mura e Santa Maria Maggiore, monumenti oggi profondamenti mutati, ma ancora custodi di importanti vestigia medievali.
L’allestimento, nel grande salone del museo, della ricostruzione dello spazio sacro di una chiesa medievale, permetterà al visitatore di compiere un viaggio indietro nel tempo, sulle tracce della liturgia medievale con i suoi arredi liturgici, ma anche con preziosi reliquiari e suppellettili, oggetti, mobili, affreschi e opere di ogni genere.
La mostra si concluderà con la sala dedicata a un ultimo ma importante aspetto: la vita della comunità ebraica che a Roma si installò, già a partire dal II secolo a.C., e che, con alterne vicende visse continuativamente in città, costituendo, soprattutto nel Duecento, un polo culturale di alto livello, anche per i suoi scambi internazionali.