Panoramica
La basilica di S. Stefano Rotondo è la più antica chiesa a pianta circolare di Roma. Risale addirittura al V secolo e sembra aver ospitato papa Gregorio Magno: nel VI secolo il grande pontefice, dottore della Chiesa, avrebbe predicato dalla cattedra marmorea che vi è tuttora conservata, ricavata da un sedile romano. L’edificio non risulta immediatamente visibile dalla strada: anzi, trovarlo non è facilissimo, nascosto com’è in un giardino chiuso da un tratto di mura romane. Anche l’ingresso non rivela subito la sua specificità architettonica: il portico semplice, a cinque arcate, è un’aggiunta del XII secolo. Le vere attrattive della basilica si schiudono appena si entra nel grande e inaspettato ambiente circolare, scandito da un maestoso anello di 22 colonne marmoree di spoglio, cioè asportate da monumenti classici e riciclate per la costruzione della basilica (non sono tutte alte uguali: osservate le basi di spessori diversi). La pianta originaria era ancora più grandiosa, dato che comprendeva un ulteriore ambulacro esterno abbattuto in epoca rinascimentale, quando la chiesa, ormai quasi in rovina, fu sottoposta a un radicale restauro da Bernardo Rossellino. Al XVI secolo, invece, risalgono le principali decorazioni pittoriche: la balaustra ottagonale dipinta da Antonio Tempesta (1580) e soprattutto il cosiddetto Martirologio (1582) che si dipana lungo la parete circolare, cioè un ciclo di 34 affreschi piuttosto truculenti dipinti dal Pomarancio e da Matteo da Siena con raffiguranti il martirio di vari santi. L’unica cappella della chiesa, dedicata ai Ss. Primo e Feliciano, conserva un bellissimo mosaico bizantino nel catino absidale e un altro ciclo pittorico di Antonio Tempesta (1568). Un’ultima curiosità: negli Anni ’90, sotto la chiesa sono stati scoperti i resti di una caserma romana dotata di un suo mitreo, luogo destinato al culto del dio Mitra, a testimonianza della vocazione “sacra” di questo luogo fin da prima del Cristianesimo.