Chanukkà accende di luce e calore l’inverno
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La festa di Chanukkà (חֲנֻכָּה), dura otto giorni e celebra la riconquista del Tempio di Gerusalemme e il miracolo dell’olio, avvenuti nel II secolo a.C. In quell’epoca, la Terra d’Israele era sotto il dominio del re Antioco IV Epifane, sovrano dell’Impero seleucide (ellenistico), che impose agli Ebrei l’adozione della cultura greca e vietò la pratica della religione ebraica: proibì la circoncisione, lo Shabbat e le preghiere nel Tempio di Gerusalemme, dedicandolo invece al culto di Zeus. Le usanze e le ricette.
Il significato della festa
Quando l’inverno avvolge le città con le giornate corte e fredde, le case del mondo ebraico si accendono di una luce calda e simbolica: quella di Chanukkà, la Festa delle Luci, che quest’anno si celebra dal 14 al 22 dicembre. È una delle ricorrenze più suggestive della tradizione ebraica e, per chi viaggia in questo periodo, offre un’occasione unica per scoprire un volto autentico e luminoso delle destinazioni con una forte presenza ebraica, da Gerusalemme a Roma, da New York a Parigi.
La festa di Chanukkà (חֲנֻכָּה), dura otto giorni e celebra la riconquista del Tempio di Gerusalemme e il miracolo dell’olio, avvenuti nel II secolo a.C. In quell’epoca, la Terra d’Israele era sotto il dominio del re Antioco IV Epifane, sovrano dell’Impero seleucide (ellenistico), che impose agli Ebrei l’adozione della cultura greca e vietò la pratica della religione ebraica: proibì la circoncisione, lo Shabbat e le preghiere nel Tempio di Gerusalemme, dedicandolo invece al culto di Zeus.
Nel 165 a.C., un gruppo di ebrei guidati da Giuda Maccabeo e dalla sua famiglia, si ribellò contro l’oppressione greca. Dopo una dura guerra, riuscirono a riconquistare Gerusalemme e a purificare il Tempio profanato. Quando i Maccabei entrarono nel Tempio per riaccendere la Menorà, il candelabro a sette bracci che ardeva continuamente davanti all’Aron ha Kodesh, l'Arca santa dell'Alleanza, trovarono solo una piccola ampolla d’olio puro, sufficiente per un solo giorno, ma l’olio bruciò per otto giorni, il tempo necessario per preparare e consacrare nuovo olio puro. Per questo motivo Chanukkà dura otto giorni, e si accende ogni sera un lume in più della chanukkià, il candelabro a nove bracci: otto per i giorni della festa e uno, lo shammash, usato per accendere gli altri. La festa di Chanukkà ha anche un profondo significato spirituale: rappresenta la vittoria della luce sulle tenebre, della fede sull’oppressione, e della libertà religiosa. Il nome stesso Chanukkà significa “inaugurazione” o “dedicazione”, riferendosi alla riconsacrazione del Tempio.
In Italia, Chanukkà è una festa vissuta con gioia e partecipazione in tutte le principali comunità ebraiche.
A Roma, la più grande comunità ebraica d’Italia si accende ogni anno una grande Chanukkià (candelabro a nove bracci) nel cuore del Portico d’Ottavia. Le luci si riflettono sulle pietre antiche e sull’imponente Sinagoga, creando un’atmosfera di profonda suggestione. A Venezia, la Chanukkià viene accesa nel Ghetto Vecchio, uno dei luoghi più simbolici della storia ebraica europea, mentre a Milano, Torino, Trieste e Livorno si organizzano eventi, visite guidate e momenti di incontro aperti anche ai visitatori.
La ricetta di Chanukkà: i Sufganiyot
Ricetta tradizionale dei Sufganiyot (bomboloni di Chanukkà)
I sufganiyot sono il simbolo più dolce di Chanukkà: morbidi, dorati e ripieni di marmellata o crema, vengono fritti nell’olio per ricordare il miracolo della festa. Ecco la ricetta tradizionale israeliana, semplice da preparare anche a casa.
Ingredienti (per circa 12 sufganiyot)
• 500 g di farina 00
• 2 uova
• 70 g di zucchero
• 60 g di burro (o margarina per la versione parve)
• 25 g di lievito di birra fresco
• 200 ml di latte tiepido (o acqua per la versione senza latticini)
• 1 pizzico di sale
• Olio di semi di girasole per friggere
• Marmellata di fragole, albicocche o crema per il ripieno
• Zucchero a velo per decorare
Preparazione
1. Sciogliere il lievito nel latte tiepido con un cucchiaino di zucchero e lasciare riposare per 10 minuti.
2. In una ciotola capiente, unire farina, zucchero e sale, poi aggiungere uova, burro morbido e il composto di lievito.
3. Impastare fino a ottenere una pasta liscia ed elastica. Coprire e lasciare lievitare per circa 1 ora e mezza, finché non raddoppia di volume.
4. Stendere l’impasto su un piano infarinato a circa 1 cm di spessore e ricavare dischi con un bicchiere o un coppapasta.
5. Lasciare lievitare i dischi ancora 30 minuti coperti da un canovaccio.
6. Friggere i sufganiyot in abbondante olio caldo (circa 170°C), girandoli una volta, fino a doratura uniforme.
7. Scolarli su carta assorbente, lasciarli intiepidire e riempirli con marmellata o crema usando una siringa da pasticceria.
8. Spolverare con zucchero a velo e servire subito, ancora tiepidi.
A Roma e a Milano, molte pasticcerie kasher preparano i sufganiyot freschi ogni giorno durante Chanukkà: un assaggio imperdibile per chi visita i quartieri ebraici in questo periodo.