Inaugurato nel 1969 sotto la denominazione di Museo Storico dell’Antichità, il museo di Cesena è stato progettato alla fine degli anni Cinquanta su iniziativa del Comune.
All’interno dell’ampio e monumentale ambiente sotto la Biblioteca, costruita da Matteo Nuti nel 1447-1452 per volontà di Malatesta Novello, il Museo è stato allestito con uno scopo didattico, ordinando le raccolte risalenti al primo Ottocento. Nel corso degli anni, l’esposizione è stata più volte aggiornata secondo più moderni criteri espositivi e museografici. La raccolta è composta da importanti testimonianze che illustrano la Storia di Cesena e del territorio intorno: dai primi insediamenti preistorici fino all’epoca dei Malatesta.
In apertura, il percorso museale propone le collezioni geologiche e preistoriche, andando a comporre il mosaico dell’ambiente e degli eventi culturali responsabili della fisionomia del territorio che sta tutt’intorno a Cesena, prima di essere inglobato in quello circostante Roma.
I monumenti archeologici di Età Preromana più importanti sono il villaggio tardoeneolitico di Provezza, gli oggetti fatti a mano della cultura di Diana provenienti dalla Fornace Marzocchi di S. Egidio, gli strumenti in ceramica legati al culto delle acque della sorgente della Panighina di Bertinoro e i materiali di Diegaro, Valle Felici di Cervia, Capocolle di Bertinoro, Guado della Fornasaccia e Mensa Matelica di Ravenna. L’impronta umbra tipica della Romagna nella seconda età del Ferro è rappresentata dai due insediamenti di Casa del Diavolo e di S. Egidio. La documentazione storica del periodo romano, iniziata con l’arrivo dei primi coloni alla metà del III sec. a.C., rivela informazioni sulla vita rustica e domestica, sugli elementi dell’armatura e dell’abito militare, sull’artigianato artistico, sulle attività produttive, su come venivano costruite le abitazioni e sul commercio.
Nell’atrio del Museo Storico dell’Antichità, sono presenti alcuni frammenti di mosaici pavimentali provenienti dalla via Tiberti a Cesena, una ricca raccolta di monete e molte iscrizioni principalmente funerarie.
Il Museo custodisce un documento molto importante: l’iscrizione fittizia redatta nel XVI secolo, per ufficilizzare il divieto di andare al di là del fiume Rubicone. Famosa è anche la coppia di grandi piatti da mensa in argento e sfumature dorate con scene figurate, appartenuti forse a una delle famiglie aristocratiche di Ravenna vissute in epoca tardo romana.
L’itinerario termina con un’esposizione di ceramiche risalenti al Medioevo e dell’epoca dei Malatesta, alcune ritrovate nei lavori di scavo al di sotto del pavimento della Biblioteca.