Tropea, la Perla del Tirreno e le sue spiagge paradisiache

Lungo la Rotta dei Normanni approdiamo a Tropea dove il nostro viaggio ha inizio. Tropea è annoverata tra i borghi più belli d’Italia, con il suo dedalo di viuzze, piazzette e slarghi in cui ci si può perdere senza una meta, tra botteghe di souvenir e di artigianato locale che offrono degustazioni di prodotti tipici, convegni e iniziative culturali, mostre d’arte e tavolini in cui consumare un lungo aperitivo, rigorosamente slow. Qui la “regina” è la Cipolla Rossa IGP, conosciuta in tutto il mondo per il suo colore e le sue proprietà benefiche che la rendono diversa da quella che cresce in qualsiasi altro luogo. Simbolo di Tropea, la vedrete declinata in ogni possibile rappresentazione o pietanza. Basta alzare lo sguardo per lasciarsi incantare dall’eleganza degli antichi palazzi nobiliari, dalle tracce barocche, dai balconi ricoperti di fiori, dagli scorci in cui il fucsia della buganvillea si contrappone al turchese del mare sullo sfondo. Il cuore del centro storico è Largo Ercole, si prosegue godendo di ogni angolo, di ogni pietra, da Largo Galluppi a Largo Villetta.
Meritano una tappa le chiese, da quella di San Francesco D’Assisi alla chiesa sconsacrata di Santa Maria della Neve e naturalmente la cattedrale Normanna, edificata nel 1100 che racchiude l’icona di Maria Santissima di Romania, protettrice di Tropea. La lunga passeggiata alla scoperta del borgo non può che concludersi nel punto più noto e fotografato del centro storico: la famosa balconata di Largo Migliarese affacciata sul mare turchese. Un colpo d’occhio suggestivo, come quello sul Santuario di Santa Maria dell’Isola, situato su un promontorio che si staglia dal mare e pare “galleggiare”. Se c’è una cosa che non dimenticherai mai è il colore, unico, del mare di Tropea e l’inconfondibile luce della sua sabbia dorata. Non a caso questa parte di litorale si chiama Costa degli Dei. Nei pressi dello scoglio di San Leonardo c’è la spiaggia della Rotonda, sorprendente per i suoi fondali e inserita tra le 50 spiagge più belle d’Europa. Se ami la tranquillità fa per te la spiaggia libera del Cannone. Dalla spiaggia Marina dell’Isola invece, è possibile raggiungere la Grotta del Palombaro. Si consiglia di concludere la giornata alla Spiaggia Paradiso del Sub di Zambrone, a due passi dalle località balneari più famose della Calabria tirrenica. Chi sceglie questa caletta incantata, lontana dal turismo di massa, può godere di un vero e proprio paradiso naturalistico soprattutto in bassa stagione. La si raggiunge dopo aver percorso un tratto a piedi, immersi nella macchia mediterranea, e una scalinata panoramica scavata nella falesia, con un dislivello di circa 100 metri. La fatica è ampiamente ripagata all'arrivo, quando Paradiso del Sub rivela tutto il suo splendore. Considerata dagli amanti delle immersioni una delle spiagge migliori per la spettacolarità dei fondali, con una gran varietà di flora e fauna marina raggiungibili a diverse profondità, la spiaggia ti accoglie con una superficie d’acqua cristallina, sabbia bianca e la tipica vegetazione mediterranea aggrappata agli scogli.
Dal belvedere di Pizzo alla Chiesetta nella roccia

Il viaggio prosegue a Pizzo, cittadina tra le più belle e rinomate del Vibonese, uno dei borghi più pittoreschi della costa, arroccato sul pendio di un suggestivo promontorio che si erge a picco sul Tirreno, al centro del golfo di Sant'Eufemia.
Pizzo oggi è una moderna cittadina, luogo di villeggiatura rinomato per le spiagge, caratterizzate da ampi arenili sabbiosi e da suggestive insenature ricche di scogli, per il suo mare limpido e per il pittoresco centro storico. Che sia estate o inverno, è sempre il momento giusto per affondare il cucchiaio nel cuore fondente del Tartufo di Pizzo, il gelato calabrese che vanta innumerevoli tentativi di imitazione. Non c’è storia! Il Tartufo di Pizzo è inimitabile, così come non ha confronti la possibilità di gustarlo nella sua località di origine, Pizzo, al centro della deliziosa piazzetta panoramica affacciata sul mare, a due passi dal castello. È questo il luogo in cui si è certi di sfuggire alla produzione industriale di un gelato artigianale al 100%, tutto “made in Calabria”. Regola vuole che il Tartufo di Pizzo si assaggi nei bar storici in piazzetta, uno degli affacci più suggestivi della Costa degli Dei. La piazzetta è il “salotto buono” del centro storico di Pizzo, borgo marino arroccato su un piccolo promontorio, al centro del Golfo di Sant’Eufemia. L’abitato si dispone alle spalle dell’imponete Castello Aragonese, eretto nella seconda metà del XV secolo da Ferdinando I d'Aragona. Il Castello di Pizzo fu oggetto di un importante e drammatico fatto storico, non a caso è noto anche come Castello Murat, dal nome del re di Napoli che proprio qui fu imprigionato e condannato a morte. Tra le chicche da non perdere assolutamente a Pizzo, la minuscola Chiesetta di Piedigrotta, un gioiello sull’acqua, scavata interamente nel tufo. Anche in questo caso la storia sfuma nella leggenda. Secondo la tradizione, la chiesetta fu scavata nella roccia arenaria da alcuni naufraghi napoletani alla fine del Seicento, per ringraziare Dio di essersi salvati. I marinai attribuirono il miracolo alla protezione di un quadro della Madonna che si trovava sulla nave e che trovarono integro sulla spiaggia. Le sculture di tufo che si trovano all’interno narrano la vicenda in modo plastico, resistendo con fatica allo scorrere del tempo. Prima di raggiungere il borgo di Serra San Bruno, da non perdere il Lago Angitola, Oasi WWF, luogo perfetto per vivere un'esperienza a stretto contatto con la natura. Qui un breve trekking di circa 4 km consentirà a tutti i camminatori di praticare birdwatching, alla scoperta di specie quali l’airone cenerino e il raro Picchio Nero. A circa 45 minuti si trova Serra San Bruno, destinazione finale della giornata.
Dalle verdi Serre, al borgo di pietra

Il terzo giorno inizia alla scoperta di Serra San Bruno, un centro turistico, spirituale, artigianale e agricolo situato tra la Sila e l'Aspromonte. Il borgo conserva intatte le strutture settecentesche dei propri palazzi e si richiama alle località montane grazie ai suoi boschi fitti di pini e abeti del suo bosco millenario che rappresenta una meta privilegiata per gli escursionistici. Serra San Bruno deve la sua origine al monaco Bruno di Colonia, fondatore dell'Ordine dei Certosini, che ricevette in dono dal Conte Ruggiero il Normanno i territori che oggi sono geograficamente individuati come altopiano delle Serre Calabre, dove eresse la Certosa di Santo Stefano del Bosco, primo monastero d'Italia e secondo in Europa dopo quello di Grenoble, in Francia. Immersa tra aghifogli secolari, giganteschi faggi, querce e castagni enormi, la Certosa fu distrutta quasi completamente dal terremoto del 1783, per poi essere riedificata in stile neogotico, tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento.
Tutto il borgo è immerso in un’aura di misticismo e profonda spiritualità. Innumerevoli sono i percorsi escursionistici che si possono esplorare nel territorio di Serra San Bruno. Tra i sentieri ufficiali, praticabili sia in autonomia che accompagnati dalle guide locali specializzate, si consigliano il Sentiero Baden Powell (lungo circa 26 Km), tramite il quale si fa tappa al Laghetto Sambuco di Mongiana, nell’omonimo Comune. Altro itinerario consigliato è il Sentiero Frassati: la prima tappa collega la Certosa al Santuario del Bosco su un percorso di circa 5 km piacevole e alla portata di tutti, che attraversa il Bosco Archiforo, una delle riserve tutelate che appartengono al territorio delle Serre Vibonesi. Concludiamo il nostro tour a Serra S. Bruno con una tappa alle antiche carbonaie, casa degli ultimi uomini del fuoco in Calabria, i maestri carbonai che tramandano un mestiere faticoso e stratificato nel tempo.
Da Serra S. Bruno in giornata ci spostiamo a Zungri , suggestivo borgo situato a 571 metri s.l.m. sul versante nord dell'Altopiano del Poro, a pochi km da Pizzo Calabro e Tropea. Per quanto riguarda l'origine del nome, gli studiosi attribuiscono al toponimo Zungri origine greca, con significato di "roccia", "tufi", "dirupi", denominazione compatibile con le caratteristiche morfologiche della zona, caratterizzata da banchi in arenaria e calanchi. Le prime notizie documentate risalgono al 1310. Numerosi studi hanno accertato che l'area era già popolata in epoca preistorica, con continuità in epoca magnogreca e romana. Elementi di natura geostorica consentono di ipotizzare che Zungri si sia formato tra il XII e il XIV secolo, dall'evoluzione e dalla trasformazione di un antico Insediamento rupestre di recente individuazione. Fu istituito Comune nel 1811, e più volte distrutto dai terremoti. Visitare questa “Città di Pietra” e i suoi incantevoli dintorni è come fare un salto indietro nel tempo, godendo la bellezza del mare e dei monti che la circondano. Chiudiamo la tappa con un’esperienza autentica 100% Made in Calabria: un laboratorio di artigianato locale dedicato alla preparazione del pane. Ritorno previsto in serata a Tropea.