Le faggete dell’Aspromonte, Patrimonio UNESCO
L’itinerario parte da Canolo, un borgo fondato dagli arabi e incastonato tra due alte rupi in un contesto naturalistico che lascia a bocca aperta. Il percorso comincia subito a salire e mette alla prova gambe e fiato per i primi 10 chilometri, ma gli splendidi panorami che vi circondano sapranno dirstrarvi dalla fatica. La vista spazia sulle vette delle cosiddette Dolomiti del Sud, un geosito con tre torri rocciose alte 100 metri. Qui si trovano anche le Grotte di Zagaria e la torbiera più meridionale d’Europa.
Proseguite verso sud. A un certo punto la via si tuffa nelle splendide faggete inserite nelle liste del Patrimonio UNESCO. Siete nel cuore del Parco Nazionale dell’Aspromonte, il cui nome deriva dalla parola greca aspros che significa “bianco”, per via delle pareti calcaree del versante meridionale, il più impervio. I coloni greci giunsero fin qui e lasciarono tracce anche nella lingua del luogo: in quest’area ancora si parla il dialetto grecanico derivato dal greco antico.
Approfittate del viaggio anche per scoprire il pecorino della zona grecanica, preparato in uno speciale stampo di legno detto musulupa che lascia impresse sulla forma figure umane o animali e decorazioni geometriche.
Zervò, per esplorare l’area grecanica dell’Aspromonte
Il tracciato procede in salita e la natura si trasforma quasi a ogni colpo di pedale. Dalle faggete si passa alle pinete di larice, albero simbolo dell'Aspromonte. Percorrerete alcuni chilometri in saliscendi godendovi il paesaggio prima del tratto finale in salita che conduce a Zervò. Qui la natura è ancora più selvaggia e richiama appassionati di montagna che se la godono a piedi, in bicicletta o a cavallo.
A fine tragitto rifocillatevi assaggiando le specialità gastronomiche dell’Aspromonte, dai maccaruni ‘e casa preparati a mano con un ferro da calza ai gustosi salumi come ‘nduja, capocollo e soppressata.