Salta il menu
Enogastronomia
Tra montagne, borghi e tradizioni contadine

I sapori della terra d'Abruzzo

La cucina che nasce dalle montagne

2 minuti

Nel cuore dell’Abruzzo interno, tra altopiani luminosi e borghi in pietra arroccati sui versanti del Gran Sasso, la cucina conserva ancora oggi il ritmo lento e antico delle stagioni. È un mondo dove il profumo del fumo di legna e dell’erba di montagna si mescola ai racconti della transumanza, dando vita a sapori che parlano di resilienza e autenticità. L’Abruzzo delle montagne è un luogo in cui la cucina non è solo nutrimento, ma una forma di racconto. Ogni prodotto, ogni ricetta, parla di fatica, identità e appartenenza. Assaggiarlo significa entrare nel cuore più autentico della regione.

Arrosticini e porchetta: l’anima pastorale

Gli arrosticini, piccoli spiedi di carne ovina cotti sulla fornacella, sprigionano un aroma che accompagna da secoli la vita dei pastori abruzzesi. La loro semplicità è solo apparente: ogni pezzo è un concentrato di tradizione.
La porchetta abruzzese, regina delle feste popolari, porta con sé l’audacia delle erbe dei Monti Gemelli e la lenta cottura che la rende croccante fuori e morbida dentro. Campli ne custodisce l’arte più antica, secondo una pratica che si tramanda di generazione in generazione.

Formaggi di carattere e pasta di casa

Le montagne custodiscono anche un patrimonio caseario unico. Il Caciofiore aquilano colpisce per il suo profumo delicato; il Canestrato di Castel del Monte, duro e compatto, racchiude tutta la forza dei pascoli d’alta quota; il Pecorino di Farindola, lavorato con un raro caglio suino, è un vero viaggio nel tempo.
Accanto ai formaggi, la pasta fresca rappresenta la cucina delle case abruzzesi. I maccheroni alla chitarra, tirati e tagliati a mano, sono protagonisti delle domeniche familiari, spesso conditi con un sugo rosso ricco di piccole pallottine. Le scrippelle ‘mbusse e il timballo teramano completano un repertorio che profuma di tradizione e convivialità.

Lenticchie in quota e grani antichi

Salendo verso i mille metri di altitudine, i campi diventano più brulli, l’aria più sottile. Qui, attorno a Santo Stefano di Sessanio, cresce una piccola lenticchia violacea dal sapore intenso, che non necessita di ammollo e dona alle zuppe un carattere rustico e autentico.
Nelle stesse zone si coltiva il grano Solina, una varietà antichissima, resistente al freddo e alla neve. La sua farina, morbida e profumata, dà vita a pani e paste che raccontano l’Abruzzo contadino di un tempo.

Il dono silenzioso delle erbe spontanee

Il dono silenzioso delle erbe spontanee

Passeggiando lungo i sentieri dei parchi abruzzesi, è facile imbattersi in un mosaico di erbe spontanee: orapi, borragine, ortiche, asparagi selvatici. Un tempo erano il cuore della cucina povera, oggi tornano protagoniste in ricette come pizz’e’foje o nelle complesse virtù teramane. Il loro sapore è quello della terra, genuino e deciso.

Il lato dolce dell’Abruzzo

Il lato dolce dell’Abruzzo

La tradizione dolciaria abruzzese è un intreccio di ricordi familiari. La pizza dogge, con i suoi strati colorati, arricchiva le tavole delle grandi occasioni; i bocconotti profumano di mandorle e cioccolato; il parrozzo, amato da D’Annunzio, incanta con la sua glassa fondente; le ferratelle, cotte su antichi ferri decorati, portano con sé la memoria delle cucine contadine. E poi i confetti di Sulmona, piccoli gioielli zuccherini plasmati con pazienza artigianale.

Zafferano dell’Aquila: l’oro rosso della montagna

Sull’altopiano di Navelli, nell’aria frizzante d’ottobre, si raccolgono all’alba i delicati fiori di zafferano. Dal loro cuore vengono estratti uno a uno gli stigmi rosso scarlatto che, una volta essiccati, diventano lo zafferano DOP dell’Aquila. È un prodotto unico, prezioso, nato da migliaia di gesti accurati e dalla dedizione assoluta dei coltivatori.

Ops! C'è stato un problema con la condivisione. Accetta i cookie di profilazione per condividere la pagina.