Come diceva un vecchio maestro “anche se qui ti danno da mangiare pane e cipolla, è talmente bello che vale la pena di cenare”. Partiamo quindi dal luogo, da questi ambienti di incredibile fascino, nel cuore di Assisi. Un ristorante che poggia letteralmente su un insediamento romano, con pavimento “a vista” che svela un museo di storia e archeologia, a cielo aperto. Mettici poi che il patron, Roberto Damaschi, è riuscito negli anni a costruirgli attorno un’offerta gastronomica d’eccellenza e il gioco è fatto.
Lo chef Alessandro Lestini, umbro, talentuoso, introverso e riflessivo, sembra un incastro perfetto in tanto inimitabile splendore: il legame con la terra umbra è evidente, nella scelta delle materie prime, nella capacità di trasformarle in ricette originali e comprensibili, ma la sua è una mano gentile, delicata, che crea equilibri gustativi a volte sorprendenti.
Un’esperienza di benessere a tutto tondo, che parte da un servizio di sala puntuale e discreto, che passa da una carta dei vini sontuosa, che si concentra in menù ben congeniati, dove è facile trovare stimoli e alternative. Ma consigliamo di affidarsi ad Alessandro, lasciargli mano libera, per indagare la sua umbritudine raffinata che saprà raccontare una storia “diversa dal solito”. Gli esempi sono un Petto d’anatra, paté e pan brioche che declama sapori e consistenze inusuali, il celeberrimo Spaghetto con lenticchie, aglio nero e salsa chimichurri che è diventato un must, le impeccabili versioni di Agnello o Coniglio in porchetta. Lucidità, chiarezza, pulizia, senza compromessi.