Dalla Marina di Cala Galera verso l’itinerario ad anello

Navigando lungo la Rotta degli Etruschi sbarchiamo a Cala Galera, porta di accesso alla Maremma toscana, un moderno marina privato in grado di offrire una completa assistenza nautica ed attrezzato per ospitare 670 imbarcazioni da diporto di lunghezza che va dai 6 ai 50 metri. Da qui sarà possibile esplorare la Laguna di Orbetello, per poi concludere la giornata contemplando un suggestivo unico tramonto sul mare degli Etruschi. Sul molo sottoflutto si estende una vivace area commerciale di 300 metri che comprende 50 differenti attività commerciali come bancomat, negozi, bar, gelaterie, ristoranti, pizzerie, negozi per l'assistenza tecnica, agenzie ed un supermercato. Le agenzie di viaggio vi aiuteranno a organizzare escursioni indimenticabili nell'entroterra, e per gli amanti delle due ruote, non mancano le possibilità di noleggiare biciclette per esplorare i dintorni. Usciti dal porto, troviamo una ciclabile lungo la Strada provinciale Porto Ercole che, percorsa in direzione nord per un paio di chilometri, ci porta all’itinerario ad anello che ci permetterà di visitare la bellissima Laguna di Orbetello.
Il borgo di Orbetello

L'anello che abbraccia la Laguna è un percorso ciclabile in larga parte separato dal traffico veicolare. Saliti in sella alle gravel o alle MTB possiamo partire per cominciare la scoperta della Laguna di Orbetello. Impegnando con attenzione, per il possibile traffico veicolare, la diramazione della ciclabile in direzione Orbetello, lo specchio d'acqua della laguna si apre a pochi metri da noi, accompagnandoci fino ad incrociare la diga artificiale che congiunge l'Argentario alla penisola di Orbetello. Costruita nel 1841 da Leopoldo II di Lorena, la diga divide la laguna in due specchi d'acqua, Levante e Ponente, fino al 1944 percorsa dalla ferrovia che collegava Orbetello Scalo a Porto Santo Stefano. Pedalando tra le due acque possiamo ammirare l'antico mulino a vento di epoca senese, una delle costruzioni simbolo della città lagunare, per proseguire fino alla grande piazza dove si affaccia la Cattedrale di Santa Maria Assunta. Qui facciamo sosta per passeggiare tra le viuzze del centro storico di Orbetello.
L’antica città di Cosa

Ripartiamo per via Aurelia Antica e poi si gira a destra su Via di Cameretta, stradina delimitata da caratteristici muretti a secco che si insinua tra la linea ferroviaria e la Laguna di Levante. Il traffico è già un ricordo, ma al km 3,4 la situazione migliora ancora: la via diventa una strada di servizio chiusa al traffico, escluso quello delle biciclette. Per circa 2 km pedaleremo in compagnia degli aironi tra la bassa vegetazione in riva alla laguna. Usciti dalla pista ciclabile di Cameretta avremo davanti a noi il poggio di Ansedonia. La strada si impenna su via delle Mimose e via delle Ginestre, con una pendenza che sfiora il 15%. Arrivati alle mura della città romana di Cosa la fatica lascerà spazio alla meraviglia. Da non perdere, il Museo Archeologico Nazionale e la vista panoramica sulla costa dal punto più alto dell’area archeologica: la Via Sacra dell’Acropoli. Una volta terminata la visita di Cosa inizieremo la discesa verso il mare, fino ad arrivare nei pressi della Tagliata Etrusca, magnifica opera di ingegneria idraulica di epoca romana.
Il borgo di Capalbio

L’itinerario prosegue scavalcando la SS Aurelia per poi piegare dopo un breve tratto sterrato in direzione sud verso Capalbio, lungo la SP Pedemontana. Al km 17,35 si piega a sinistra sulla Strada dell’Oliveto, un tratto sterrato dal fondo compatto di circa 2,5 km che si snoda lungo la campagna maremmana. Dopodiché il fondo torna asfaltato: panorami e campagna continuano sulla Strada dei Poggetti fino a località Torre a Palazzi, per lasciare poi spazio all’ampia zona boschiva di Monte Verro e incrociare dopo 2 km la SP di Capalbio. È arrivato il momento di fermarsi per un meritato riposo: godetevi il panorama passeggiando nel camminamento di ronda della cinta muraria e poi gustate un piatto tipico maremmano in uno dei locali lungo i pittoreschi vicoli all’ombra della imponente Rocca Aldobrandesca, situata nel punto più alto del borgo.
Riserva della Duna di Feniglia

Dopo una notte rigenerante trascorsa nella pittoresca Capalbio, lasciando alle spalle il borgo, ci dirigiamo verso Pescia Fiorentina.Dopo circa 5 km, svoltiamo a destra in direzione di Capalbio Scalo. Qui, in località Garavicchio, ci attende un'esperienza unica: il Giardino dei Tarocchi, una creazione visionaria dell'artista Niki de Saint Phalle, con le grandi e coloratissime sculture che svettano nel verde della macchia, come in un sogno ad occhi aperti. Arrivati a Chiarone Scalo ci immettiamo sulla SP Litoranea dal sottopasso della ferrovia. Si pedala costeggiando il mare e il lago di Burano (Oasi WWF) su cui svetta la torre cinquecentesca di Buranaccio. Presto saremo nuovamente al cospetto del colle di Ansedonia, ma questa volta, seguendo la traccia gps, lo aggireremo e percorreremo invece il sentiero battuto, a fondo naturale, che costeggia la ferrovia. Il sentiero termina all’ingresso della pista ciclabile di Cameretta, la traccia piega a sinistra, transita sul ponte della Tagliata di Ansedonia – il canale che dà ossigeno alla laguna di Orbetello – ed entra nella Riserva Forestale di Feniglia, un'area protetta all'ombra di pini marittimi dove vivono daini, cinghiali, volpi, tassi, aironi bianchi e cenerini. È qui che troveremo la stele in marmo posta in memoria del Caravaggio. La duna è attraversata da 2 sentieri. Il primo mantiene il fondo naturale ed è percorribile solo parzialmente in bicicletta. Il secondo sentiero è lo stradone che stiamo percorrendo, da questo si diramano le traverse che raggiungono la spiaggia affacciata sul mare aperto. Possiamo utilizzare quella segnalata al terzo chilometro per arrivare ad ammirare lo splendido paesaggio che ci offre la natura. Usciti dall'area protetta, si entra nel tratto di itinerario che corre ai piedi del Monte Argentario. Poco dopo incontriamo la pista ciclabile. Girando a sinistra, la ciclabile risale a Poggio Pertuso e ci riporta in direzione del porto.