Panoramica
L'Area Marina Protetta della Penisola del Sinis - Isola di Mal di Ventre è un gioiello nascosto nel cuore del Mediterraneo, dove l'archeologia subacquea rivela tesori millenari e paesaggi marini mozzafiato.
La Biodiversità Marina L'area protetta è un paradiso per la biodiversità marina, con un focus particolare sulla Posidonia oceanica, una pianta marina fondamentale per gli ecosistemi locali. Il recupero ambientale è una priorità, supportato da programmi di monitoraggio e ricerca scientifica che assicurano la protezione e la comprensione sistematica di questo ambiente unico.
Turismo Sostenibile e Valorizzazione Culturale L'area promuove uno sviluppo turistico sostenibile, rispettoso delle tradizioni locali e dell'ambiente. Le attività sono pensate per canalizzare i flussi turistici in modo responsabile, garantendo che le esperienze offerte siano accessibili a tutte le categorie sociali, inclusi bambini e famiglie. L'obiettivo è quello di mantenere l'ecosistema marino intatto mentre si favorisce una fruizione consapevole e rispettosa da parte dei visitatori.
Nel paradiso dell’archeologia L’Area Marina Protetta “Penisola del Sinis – Isola di Mal di Ventre” comprende luoghi di eccezionale importanza archeologica; in acqua, sulla costa, sul promontorio, la quantità e la rilevanza delle tracce antiche rende questo territorio un vero paradiso dell’archeologia.
Tharros
Tharros, uno dei siti archeologici più straordinari della Sardegna, è una fondazione fenicia, distesa su un incantevole promontorio ricco di monumenti e costruzione perfettamente conservate. Esplorare le rovine è un vero viaggio nel tempo; indossare una maschera e nuotare intorno alla Penisola, un’esperienza imperdibile, tra le tante testimonianze di una città che visse per secoli, e che tenne sempre viva la sua relazione con il mare.
Il relitto dei piombi
Nelle acque di Mal di Ventre, invece, si conserva un relitto romano di eccezionale importanza: l’antica nave naufragata a poca distanza dall’isolotto nel I secolo a.C. conteneva un impressionante carico omogeneo di oltre 1000 lingotti di piombo, estratto nelle miniere di Carthago Nova, oggi Cartagena, e bollato con i nomi di una serie di arditi commercianti. Forse un carico di guerra, certamente un sito unico nel Mediterraneo. Uniche sono anche le vicende dello scavo, condotto con il supporto dell’INFN del Gran Sasso, che sponsorizzò la ricerca in cambio di una parte del piombo antico, non contaminato dalle radiazioni cosmiche e per questa ragione preziosissimo per la schermatura dei laboratori di fisica nucleare nel cuore roccioso dell’Appennino abruzzese.