Canavese da gustare: tra vigne antiche, dolci storici e panorami unici
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Il Canavese è una sorpresa per chi lo attraversa e una conquista per chi decide di esplorarlo con lentezza. Situato nel Piemonte orientale, tra Torino e la Valle d’Aosta, questo territorio eterogeneo abbraccia valli alpine, colline moreniche, laghi limpidi e borghi sospesi nel tempo. Ma accanto a castelli, sentieri e panorami, il Canavese custodisce un tesoro forse meno evidente, eppure preziosissimo: la sua anima gastronomica.
Qui la cultura del cibo e del vino è parte integrante del paesaggio e della vita quotidiana. Ogni prodotto racconta una storia di sapienza artigiana, di legami con la terra, di comunità che hanno fatto della qualità una scelta identitaria. Viaggiare in Canavese significa anche sedersi a tavola, entrare in una pasticceria storica o in una cantina a conduzione familiare, lasciandosi guidare dal gusto e dalla curiosità.
Tra le dolcezze, spiccano i Nocciolini di Chivasso, minuscole meringhe alle nocciole perfette con un caffè o uno spumante, la celebre Torta Novecento di Ivrea, icona della pasticceria piemontese dal cuore cioccolatoso, e i Torcetti di Agliè e Castellamonte, biscotti di pasta lievitata e burro dalla crosticina croccante.
Dal mondo della tradizione contadina arriva il Salampatata, insaccato crudo a base di carne suina e patate lesse, mentre nelle valli alpine si producono tome d’alpeggio a latte crudo, formaggi autentici che conservano l’impronta dei pascoli e delle stagioni.
Il capitolo vini è guidato da due protagonisti: l’Erbaluce di Caluso DOCG, bianco longevo e raffinato declinato anche in versione spumante e passito, e il nobile Carema DOC, rosso di montagna da uve Nebbiolo coltivate su terrazzamenti eroici. Ma non mancano produzioni locali minori, vini artigianali e vitigni autoctoni da scoprire direttamente in cantina.
A completare il quadro, miele di montagna, confetture artigianali, pane nero, biscotti canavesani, grappe alle erbe alpine e prodotti della terra come la Piattella di Cortereggio, fagiolo bianco oggi Presidio Slow Food, rappresentano l’intelligenza rurale di un territorio che ha fatto della filiera corta una forma di cultura.
Il Canavese non si attraversa soltanto: si assapora, si scopre, si porta con sé. È una terra che invita a rallentare, ad ascoltare i suoi silenzi e a gustarne ogni sfumatura.
I NOCCIOLINI DI CHIVASSO
Simbolo della città, i nocciolini sono minuscole meringhe in pasta di nocciole tipiche di Chivasso. Affacciarsi alla vetrina della pasticceria Bonfante per poi entrare nella caffetteria dagli interni liberty che produce dagli anni Venti i nocciolini, significa gustare un’esperienza indimenticabile.
LA TORTA DEL SECOLO
Tipico dolce piemontese, la torta Novecento fu ideata dal maestro pasticciere eporediese Ottavio Bertinotti a fine Ottocento per celebrare l’arrivo del nuovo secolo, da cui il nome. Il dolce d’Ivrea conquista presto estimatori e scatena tentativi d’imitazione, ma la leggenda racconta che il suo autore si guardasse bene dall’avere assistenti intorno quando metteva mano alla farcitura. L’ingrediente segreto, che ne caratterizza il sapore, fino a oggi è rimasto tale. Nel 1972 Bertinotti ha ceduto alla famiglia Balla il rinomato laboratorio di corso Re Umberto I 16 e la ricetta del dolce dal ‘marchio brevettato’, passando il testimone di custode del mistero. Ciò che si sa per certo è che tra due strati di pan di spagna al cacao molto soffici e leggeri viene messa, praticamente davanti al cliente, una farcitura di mousse di cioccolato – l’ingrediente segreto è proprio qui dentro – e su tutto una spolverata in superficie di zucchero a velo. Una prelibatezza servita sempre in porzione abbondante che mette d’accordo tutti i palati, anche quelli più esigenti.
I TORCETTI DI AGLIÈ
I caratteristici torcetti, la cui origine risale al XVIII secolo, sono un angolo di dolcezza al palato e si possono assaggiare, nel cuore del borgo, sotto i portici. Sono perfetti con una fonduta di cioccolato o immersi nello zabaione. Una sagra che anima l’intero paese celebra i deliziosi dolci ogni anno in primavera.