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Idea Viaggio
Itinerario di 7 tappe dal Porto turistico di Fano

Valli a scoprire: luoghi d’esperienze tra Metauro e Cesano

Tipologia
Percorso in auto
Durata
3 giorni
Numero Tappe
8
Difficoltà
Facile

Navigando sulla Rotta del Sale, lungo la costa che va dalle Marche all’Emilia-Romagna, si incontra Fano, punto di partenza per vivere esperienze meravigliose, gustare sapori indimenticabili e visitare luoghi d’incanto.

Questa antica città romana, conosciuta per il suo Arco d’Augusto e le sue possenti mura, offre un perfetto connubio tra storia e modernità, dove la vivace atmosfera del porto si mescola con il fascino dei monumenti storici.

Tra mare, colline, borghi medievali, rocche, castelli, torri, campanili, teatri, chiese e musei, le opportunità per scoprire l’entroterra sono innumerevoli e variegate. Ogni angolo di questo territorio racconta una storia, offrendo un’esperienza autentica e immersiva che permette di entrare in contatto con l’anima più vera delle Marche. Si possono esplorare sentieri naturalistici che si snodano tra le colline verdeggianti, dove ogni borgo conserva tradizioni secolari e un’accoglienza calorosa.

Ecco un itinerario di 3 giorni per scoprire i luoghi d’arte, i sapori della tradizione e i vecchi saperi dei territori delle valli marchigiane del Metauro e del Cesano

Da Fano, si parte alla scoperta dei territori interni del pesarese, verso Cartoceto e Fossombrone, fino alla Gola del Furlo, spettacolo naturale incastonato tra le verdi colline delle Marche, che invita a fermarsi per ammirare la bellezza incontaminata del luogo. Qui, la natura regala panorami mozzafiato e la possibilità di fare escursioni tra pareti rocciose e borghi rigogliosi.

Il ritorno verso il mare è all’insegna dell’artigianato tradizionale, con paesini dove gli antichi mestieri hanno lasciato un’eredità dall’inestimabile valore artistico, come le terrecotte di Fratte Rosa, celebri per la loro bellezza e qualità. Questi piccoli centri sono custodi di saperi tramandati di generazione in generazione, e visitandoli si può comprendere l’importanza del lavoro manuale e della creatività che caratterizzano queste comunità.

Giorno 1

Fano: un tuffo nella romanità, tra maschere e buon cibo

Fano: un tuffo nella romanità, tra maschere e buon cibo

Lungo la Rotta del Sale, mentre si percorre la costa che va dalle Marche all’Emilia-Romagna, si approda a Marina dei Cesari la risposta su misura per i diportisti che cercano un ormeggio sicuro e piacevole, a pochi passi dal centro storico di Fano, da cui cogliere il connubio affascinante tra passato e presente che avvolge l’intera città.

Ormeggiata l’imbarcazione, si percorrono a piedi le vie di sanpietrini parallele al cardo e al decumano dell’antica Fanum Fortunae, fino ad arrivare alla cinquecentesca Fontana della Fortuna in Piazza XX Settembre, su cui si affacciano il Teatro della Fortuna dell’800, con sala a ferro di cavallo, tre ordini di palchi, loggione a balconata e capace di 595 posti, e la Corte Malatestiana, sede del Museo Civico e della Pinacoteca, che vanta tra le altre, opere del Domenichino, Guido Reni, Guercino, Giovanni Francesco Guerrieri, Mattia Preti.

Nei pressi della Piazza, da non perdere la Chiesa di Santa Maria Nuova, la Chiesa barocca di San Pietro in Valle e le Tombe dei Malatesta, un vero e proprio capolavoro di arte neogotica, ospitate nel sottoportico della Chiesa di San Francesco. 

Proseguendo la passeggiata verso l’Arco di Augusto, si incontrano la Pinacoteca di San Domenico, la Chiesa di Sant'Agostino, la Cattedrale, che conserva un pulpito e la barocca Cappella Nolfi del XVII secolo e la Rocca Malatestiana, delimitata da cortine scarpate con robusti torrioni angolari, ma ormai priva del suo mastio. 

Si giunge così al monumentale Arco di Augusto, da sempre simbolo della città di Fano e porta dell’antica Via Flaminia: costruito sul punto in cui la via Flaminia s'innesta nel decumano massimo della città, il monumento si data, tramite l'iscrizione del fregio, al 9 d.C. 

Durante la passeggiata è consigliata una sosta per gustare il brodetto alla fanese e la Moretta, specialità gastronomiche della città famosa per il suo Carnevale, il più antico d'Italia.

Rinfrancar lo spirito: l’Eremo camaldolese di Monte Giove

Rinfrancar lo spirito: l’Eremo camaldolese di Monte Giove

Nelle immediate vicinanze di Fano, risalendo una strada erta e alberata che allontana i rumori del traffico cittadino e avvolge il viandante con i suoni della natura, sorge l'Eremo di Monte Giove, eretto sulla sommità del colle omonimo.

Attraversato il portone di ingresso, si apre il luminoso percorso centrale che conduce alla chiesa settecentesca; accanto, la storia rivive nell'Antica Farmacia, mentre l'accesso alla terrazza panoramica offre uno spettacolo che abbraccia la bellezza della natura circostante.

All’inizio del viale, sul lato destro, sorge l’edificio che accoglie la foresteria e la sala per convegni, mentre a sinistra si trovano il refettorio, la biblioteca e la cucina.

E mentre si percorre il viale, delimitato da muretti, si scoprono le celle dei monaci, pensate per accogliere le necessità spirituali e materiali dei suoi abitanti e circondate da un piccolo giardino.

L’Eremo di Monte Giove è strettamente legato con il più famoso Monastero di Fonte Avellana, che sorge ai piedi del Monte Catria, nel Comune di Serra Sant’Abbondio, ricordato da Dante nell’XXI Canto del Paradiso.

L'aura di sacralità che avvolge l'area di Monte Giove trova conferma nella vicinanza dell'Eremo al suggestivo Monastero dei Santi Benedetto e Scolastica. Immerso in un paesaggio caratterizzato dalla presenza imponente di ulivi secolari, questo luogo trasmette un senso di quiete e contemplazione, dove la natura esercita il suo dominio sull'opera dell'uomo e lo spirito trascende la materia. Un invito al raccoglimento e alla riflessione, in cui il respiro della spiritualità si mescola armoniosamente con la bellezza della creazione.

L’olio, il benessere e il gusto: Cartoceto

L’olio, il benessere e il gusto: Cartoceto

Lasciando alle spalle la costa adriatica, e percorrendo l’antica Via Flaminia, si incontra Cartoceto, fondato da un gruppo di Cartaginesi scampato alla battaglia del Metauro durante la seconda guerra Punica (218-201 a.C.). La cittadina è particolarmente nota per l’olio extravergine di oliva Cartoceto DOP, la cui produzione comprende Cartoceto e alcuni comuni della provincia di Pesaro e Urbino. Cartoceto rientra nell'Associazione Nazionale Città dell'Olio, essendo tra i trenta soci fondatori. A giugno si svolge Cartoceto con Gusto e Tradizione che celebra i famosi vincisgrassi, festa nata nel 1963 per celebrare questo gustoso piatto della tradizione marchigiana; a novembre si tiene Cartoceto DOP il festival - Mostra Mercato dell'Olio e dell'Oliva, manifestazione di rilevanza nazionale nata nel 1977 per promuovere il pregiato olio DOP Cartoceto. Se rimane ancora un pò di tempo, a pochi km da Cartoceto, si trova il Museo del Balì, science centre inaugurato nel 2004 e ospitato all’interno di una meravigliosa villa del ‘700 nel comune di Colli al Metauro, il luogo perfetto dove avvicinarsi alla scienza e scoprirne i segreti in modo divertente.

Giorno 2

A spasso per Fossombrone, la città dalle tre corti, scrigno di arte e archeologia

A spasso per Fossombrone, la città dalle tre corti, scrigno di arte e archeologia

L’itinerario prosegue a Fossombrone, antica cittadina di origini romane posta nella media valle del Metauro, lungo il percorso dell'antica Flaminia. Sorge poco più a monte della piana fluviale dove si estendeva l'abitato di Forum Sempronii, così forse denominato dal tribuno della plebe Gaio Sempronio Gracco quando sorse in applicazione della lex Sempronia (attorno al 130 a.C.). Testimonianza dell'epoca è il parco archeologico dall’omonimo nome. Passeggiando nel centro storico, si incontrano palazzi degni di nota: la Corte Bassa, residenza dei Duchi di Urbino; la Corte Alta, o Palazzo Ducale, ampliato da Francesco Di Giorgio Martini nel 1466-1470, che oggi custodisce la Pinacoteca Civica e il Museo Civico “Augusto Venarucci”, con reperti relativi alla preistoria, alla cultura subappenninica e picena e un’ampia sezione dedicata alla romana Forum Sempronii; il cinquecentesco Palazzo CattabeniPalazzo Dedi con la tipica facciata in bugnato piatto e il Palazzo Comunale. Nella Corte Rossa ci sono, invece, le abitazioni private. Merita senz’altro una visita Palazzo Pergamini-Negri, dove è custodita la Quadreria Cesarini, che comprende oltre 60 dipinti e realizzazione grafiche di Anselmo Bucci, oltre che opere d’arte moderna e contemporanea. Per chi ama l’avventura, si consiglia di raggiungere la forra di San Lazzaro, un luogo di straordinaria bellezza paesaggistica situato poco fuori dall’abitato di Fossombrone. Questa gola, scavata nel corso dei millenni dal fiume Metauro, offre uno spettacolo unico, caratterizzato da formazioni rocciose impressionanti e dalla presenza di cavità circolari di grandi dimensioni, conosciute come le Marmitte dei Giganti. La leggenda popolare narra che queste cavità siano state create dai giganti come pentoloni per cucinare la selvaggina, aggiungendo un tocco di mistero e fascino a questo luogo suggestivo. Lunga circa 500 metri, la forra presenta profondità d'acqua variabile da 20 centimetri a 18 metri e pareti calcaree verticali ricoperte da una rigogliosa vegetazione, che si ergono fino a una trentina di metri d'altezza. Il percorso del fiume è caratterizzato da piccole cascate che interrompono il flusso calmo delle acque, creando un'atmosfera magica e rinfrescante. Presso il Ponte dei Saltelli o Ponte di Diocleziano, situato nelle vicinanze della via Flaminia, è possibile ammirare la bellezza di questo angolo di natura incontaminata. Durante la stagione estiva, le associazioni locali organizzano emozionanti escursioni in canoa lungo il fiume Metauro, offrendo ai visitatori l'opportunità di esplorare da vicino la meraviglia della forra di San Lazzaro. Le escursioni si concludono spesso con un rinfrescante bagno nelle acque cristalline del fiume, regalando momenti di puro divertimento e relax immersi nella natura.

La Gola del Furlo: l’affascinante canyon delle Marche, tra passeggiate e kayak

La Gola del Furlo: l’affascinante canyon delle Marche, tra passeggiate e kayak

Il secondo giorno di questo itinerario si conclude con un'esperienza indimenticabile nella suggestiva Gola del Furlo, un capolavoro naturale creato dall'incessante azione erosiva del fiume Candigliano, affluente del Metauro, tra le imponenti vette del monte Pietralata e del monte Paganuccio. Dal Centro visite della Riserva Naturale Statale Gola del Furlo, i visitatori possono intraprendere un emozionante percorso lungo l'antica strada Flaminia, costeggiando le maestose pareti rocciose che si ergono per centinaia di metri sopra le acque. Questo paesaggio offre panorami che incantano e rapiscono lo sguardo. L'antica galleria, fatta scavare dall'imperatore Vespasiano nel punto più stretto della gola, nota come "petra pertusa" o "forulum" (piccolo foro), è un testimone tangibile della storia millenaria di questa terra. Accanto ad essa si trova un varco di epoca etrusca, un'imponente testimonianza dell'antichità di questo luogo. Nelle vicinanze della galleria si erge la suggestiva chiesetta della Botte, un tempo abitata da un eremita, che aggiunge un tocco di mistero e spiritualità a questo scenario mozzafiato.

A perfetta chiusura della giornata, si consiglia di assaporare uno dei piatti tipici e specialità di stagione che offre il territorio, tra cui spicca uno dei prodotti più preziosi della terra: il Tartufo di Acqualagna, a cui è dedicato l’omonimo Museo. Acqualagna è nota non solo per la Fiera Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato di Ottobre e Novembre, ma anche per aver dato i natali a Enrico Mattei. 

Riserva Naturale Statale Gola del Furlo
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Maggiori Informazioni
Giorno 3

Mondavio e le terre Roveresche: architettura militare e antichi castelli sui colli

Mondavio e le terre Roveresche: architettura militare e antichi castelli sui colli

Proseguendo il percorso, ci si imbatte in Mondavio, a breve distanza da Fratte Rosa. Qui si erge la Rocca, commissionata da Giovanni della Rovere e realizzata dall'illustre architetto senese Francesco di Giorgio Martini tra il 1482 e il 1492. Il suo mastio a otto facce domina con maestosità l'imponente fortezza, collegandosi a un camminamento protetto da un suggestivo torrioncino. Questo conduce verso una torre semicircolare massiccia, connessa da un ponte al rivellino d'ingresso. Le sale interne conservano ancora, per la maggior parte, l'originale planimetria e ospitano il "Museo di Rievocazione Storica e Armeria", con manichini in costume e armi dal '400 al '700. Nel fossato della Rocca è stato allestito il parco di "macchine da guerra" di Francesco di Giorgio Martini, con fedeli ricostruzioni in dimensione reale di catapulte, trabucchi, bombarde e altre macchine da assedio  L'avventura continua verso le Terre Roveresche, un incantevole mosaico di antichi borghi nati dall'unione dei comuni di Barchi, Orciano di Pesaro, Piagge e San Giorgio di Pesaro. Qui, si aprono le porte di luoghi e musei imperdibili, dedicati all'artigianato e ai mestieri tradizionali che hanno plasmato l'anima di questi territori. A Barchi, il Museo delle Terrecotte e Banda Grossi svela storie e tradizioni che hanno forgiato l'identità di questa terra. Da secoli, la lavorazione della terracotta e le gesta della Banda Grossi, un gruppo che ha operato nel territorio durante l'epoca dell'Unità d'Italia, raccontano di abilità artigianali e di coraggio che sono rimasti nell'immaginario collettivo. Nel cuore di Orciano di Pesaro, accanto alla piazza dedicata al celebre artista Giò Pomodoro, si erge il Museo della Corda e del Mattone, un omaggio alle tradizioni del passato. Qui, antichi mestieri come quello del cordaio si intrecciano con la storia della produzione di mattoni e laterizi, custodendo la memoria di un tempo fatto di lavoro duro e dedizione. San Giorgio di Pesaro accoglie il Museo Storico Ambientale Marchigiano, un'esperienza avvincente che racconta il legame profondo tra le attività tradizionali e l'ambiente circostante, con tutte le sue meraviglie faunistiche e floreali. Infine, a Piagge, antico borgo conosciuto anche come "Lubacaria", si cela la suggestiva Grotta Ipogea, un santuario medievale scolpito nella roccia arenaria a sette metri di profondità. Un luogo carico di mistero e spiritualità, immerso nella storia millenaria di questo affascinante territorio.

I “cocci di Fratte Rosa”: una sosta alla scoperta dell’artigianato locale

I “cocci di Fratte Rosa”: una sosta alla scoperta dell’artigianato locale

Il percorso di ritorno verso Fano passa attraverso Fratte Rosa, un incantevole borgo arroccato sulla cima di un colle che regala una vista panoramica tra le più spettacolari della provincia di Pesaro e Urbino, affacciandosi sulle medie valli del Cesano e del Metauro. Questo luogo è celebre per l’antica e nobile tradizione dell’artigianato delle terrecotte. La storia di Fratte Rosa risale al lontano 1216, quando fu fondato il Convento di Santa Vittoria, ispirato dalla predicazione coinvolgente di San Francesco. Il nucleo antico del borgo, con la sua caratteristica pianta a spirale, è racchiuso all’interno delle mura medievali e conserva intatte le sue pittoresche abitazioni di mattoni rosa. Tra le stradine strette e tortuose, si può ancora respirare l’atmosfera di un tempo passato, mentre ci si perde tra le bellezze architettoniche e gli angoli suggestivi di questo incantevole borgo, tra cui il Pozzo Malatestiano risalente al XIV secolo, l’imponente Chiesa di San Giorgio, un edificio ottocentesco caratterizzato da un alto e massiccio campanile cuspidato, che conferisce al panorama del borgo un’impronta distintiva e suggestiva, il Palazzo Comunale e la settecentesca Chiesa di San Marco. Appena al di fuori del nucleo abitato, si erge il Convento di Santa Vittoria, che risale all’epoca dei monaci ravennati di San Apollinare in Classe, che si insediarono in quest’area intorno al millennio. Secondo la leggenda, il convento attuale fu fondato nel 1216 da San Francesco d’Assisi durante uno dei suoi viaggi in queste terre. Nel corso dei secoli, il convento ospitò anche illustri figure religiose come San Giuseppe da Copertino e San Carlo Borromeo. Durante la Seconda Guerra Mondiale, la chiesa e parte del convento subirono gravi danni, ma grazie a successivi restauri, oggi il Convento è sede del Museo delle Terrecotte, che conserva e valorizza l’importante patrimonio artistico e culturale legato a questa antica arte.

Quadri naturali della campagna di San Costanzo, con ampie vedute del Mare Adriatico

Quadri naturali della campagna di San Costanzo, con ampie vedute del Mare Adriatico

Continuando lungo il suggestivo crinale che separa le valli del Metauro e del Cesano, a breve distanza dal litorale si erge San Costanzo, ultima tappa dell’itinerario prima di rientrare a Fano. Per gli appassionati di storia e natura, San Costanzo offre una rete intricata di sentieri storico-naturalistici, tra cui spiccano "Su e Giù per le Valli" e "Valle dei Tufi", un vero paradiso per escursionisti e appassionati di mountain bike. Dalle cime panoramiche, il paesaggio svela una serie di affascinanti quadri naturali, con panorami mozzafiato sul mare Adriatico e sulle prime cime dell'Appennino, che più volte sono stati dipinti con il calore e l'amore dal pittore della natura Roberto Natale Patrizi, artista locale. Nel centro storico, imperdibili sono il Teatro Storico della Concordia, palcoscenico di una vibrante stagione teatrale, e le bellezze architettoniche della chiesa Collegiata e della chiesa di Sant'Agostino. Non lontano, vale la pena visitare anche la pittoresca frazione di Cerasa di San Costanzo, un piccolo gioiello con un ponte d'accesso affacciato su panorami mozzafiato. Dal primo decennio del Novecento, San Costanzo celebra le sue tradizioni con la storica Sagra Polentara, un'occasione imperdibile per i buongustai alla ricerca dei sapori autentici e dei "piatti dimenticati" della tradizione locale. Un invito irresistibile a immergersi nelle delizie della cucina locale e a scoprire l'autentica essenza di questo affascinante borgo collinare.

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