Panoramica
Il Teatro Romano di Chieti, edificato nel I secolo dopo Cristo, è uno dei più importanti esempi di edilizia pubblica dell’antica città di Teate Marrucinorum, come veniva chiamata in epoca romana. Collocato nei pressi di uno degli accessi principali alla città, fu costruito in un periodo di intensa attività urbanistica e si adattava perfettamente alla conformazione del terreno, sfruttando il pendio naturale per sostenere la cavea, lo spazio riservato agli spettatori.
La sua pianta era semicircolare, con un diametro di circa 80 metri, e la struttura era realizzata in calcestruzzo, rivestita con opera reticolata e laterizia, tecniche costruttive molto diffuse nell’architettura romana. Sullo sfondo della scena teatrale si apriva il panorama del Gran Sasso, che contribuiva a rendere l’esperienza visiva ancora più suggestiva. Il pubblico accedeva attraverso un sistema di fornici e passaggi che conducevano ai vari settori della cavea, organizzati secondo la gerarchia sociale.
Con il passare dei secoli, il teatro subì diverse modifiche e, dopo il declino dell’Impero Romano e le invasioni barbariche, venne lentamente abbandonato. Durante il Medioevo, gli spettacoli si spostarono in luoghi più adatti alla nuova vita cittadina, come piazze e chiese, e il teatro cadde in disuso. Solo nel XIX secolo, durante alcuni lavori di costruzione, la struttura fu riscoperta e successivamente valorizzata all’interno del Parco Archeologico della Civitella, dove oggi è possibile ammirare ciò che resta della cavea e alcuni elementi architettonici originali.