Pontecagnano Faiano
Dal centro di Salerno l’itinerario procede parallelamente al bellissimo lungomare. Attraversato il ponte sul fiume Irno, si incontra un piccolo promontorio su cui svetta la Fortezza della Carnale, antichissimo baluardo militare a guardia della Strada delle Calabrie. La via antica raggiunge il borgo di San Leonardo, costeggiando gli austeri prospetti di antiche taverne ottocentesche e palazzi nobiliari ancora ben conservati.
Il ponte sul fiume Picentino è il punto di ingresso nel centro abitato di Pontecagnano Faiano. Il “Ponte di Cagnano”, così come segnalato sulle antiche mappe, oltre a dare il nome alla città, ha avuto negli ultimi secoli fondamentale importanza nei collegamenti lungo la direttrice per le Calabrie. Dell’antico ponte non esistono più tracce, essendo stato sostituito da una moderna struttura in cemento.
Pontecagnano sorge sul territorio della più antica Picentia, di origine etrusca. I resti di una parte dell’antica città romana sono stati portati alla luce nella zona tra Pontecagnano e la frazione di Sant’Antonio, dove oggi è possibile visitare un museo ed un parco archeologico.
Lungo il tratto che conduce a Eboli aumenta la presenza di grossi caseggiati, sedi delle antiche taverne che fornivano ristoro ai viaggiatori. Alcune di queste, come la Taverna Penta, oggi è sede di un caseificio per la produzione della mozzarella di bufala.
Montecorvino Pugliano
Nel suo procedere verso la Piana del Sele, la Strada Regia delle Calabrie lambisce il territorio a valle del borgo di Montecorvino Pugliano nel luogo in cui, fino all’Ottocento, sorgeva la stazione di posta di Picenza.
Dopo circa due chilometri dalla frazione di Sant’Antonio a Picenza, è ancora possibile vedere il grande caseggiato che ospitava la Taverna del Pagliarone che ancora oggi, dopo tanti secoli, assolve il suo compito di luogo di sosta e di ristoro per chi viaggia lungo la trafficata Strada Statale 18. Il caseggiato conserva ancora un portale in pietra con le decorazioni tipiche degli edifici storici del salernitano.
Lasciata la Taverna del Pagliarone, si incontra, poco distante, il cimitero di guerra del Commonwealth, un luogo dal forte impatto emotivo, dove sono ordinatamente disposte le tombe di 1846 soldati inglesi, canadesi, indiani, sudafricani e neozelandesi che persero la vita durante la seconda guerra mondiale, a seguito dell’operazione Avalanche, avvenuta nel settembre del 1943 ad opera delle truppe alleate che sbarcarono sul litorale tra Salerno e Paestum. Uno spaccato di storia recente che merita di essere ricordato e raccontato.
Bellizzi
Nel suo procedere verso Eboli la strada attraversa per un breve tratto Bellizzi, il più “giovane” tra tutti i comuni della provincia di Salerno. La sua data di fondazione, infatti, risale al 1988.
Ci troviamo nella “Piana del Sele”, territorio dalla forte tradizione agricola, noto per le eccellenze gastronomiche (tra tutte l’ottima mozzarella di bufala) e per la florida produzione ortofrutticola, tra le maggiori in Italia.
Recentemente premiato dal Consiglio d’Europa per l’eccellenza della Governance, Bellizzi è un interessante esempio di amministrazione virtuosa del sud Italia. Un piccolo e laborioso paese dove è possibile visitare uno dei numerosi allevamenti di bufale, con percorsi didattici per famiglie e bambini, in cui vengono illustrate tutte le fasi della produzione della mozzarella.
Ma Bellizzi è anche cultura e spettacolo. Ogni anno, tra la fine di agosto ed i primi di settembre, si tiene il Premio Fabula, un concorso di scrittura creativa rivolto ai ragazzi, con incontri e dibattiti a cui partecipano personaggi famosi del mondo del cinema, della cultura e dello spettacolo.
Battipaglia
Battipaglia è uno dei principali centri della piana del Sele, presidio d’eccellenza di produzione della mozzarella di bufala campana DOP. Tantissimi e molto forniti i caseifici dove si può gustare non solo l’ottima mozzarella, ma tutti quei prodotti come yogurt, formaggi e gelati ottenuti dalla lavorazione del latte di bufala.
Le moderne aziende agricole disseminate nella vasta campagna che si estende fino al mare, si alternano alle antiche masserie, edifici di grande importanza storica e dal pregevole valore architettonico. La prima che si incontra è la Masseria Belvedere, nei pressi della chiesa di Santa Maria delle Grazie, un austero e imponente edificio, di origine cinquecentesca, splendida testimonianza della secolare tradizione contadina del territorio. Altre strutture simili in zona sono la Masseria de la Morella, che oggi ospita un moderno complesso agrituristico e la Masseria Farina di Fiorignano che, seppur in uno stato di abbandono, rappresenta un’ulteriore ed interessante testimonianza della storia e della vocazione rurale della piana del Sele. In questi edifici, infatti, si svolgeva una vera e propria vita comunitaria basata sull’agricoltura e l’allevamento.
Il Ponte sul fiume Tusciano segna l’ingresso nel vivace centro di Battipaglia, che si sviluppa lungo l’antica Strada delle Calabrie che ora, abbandonato il tracciato della SS18 (Tirrena Inferiore), prosegue lungo l’attuale SS19 (delle Calabrie) fino a Cosenza.
Eboli
Nel tratto da Battipaglia fino ad Eboli, la Strada Regia delle Calabrie costeggia le moderne rampe dell’Autostrada del Mediterraneo, attraversando un’estesa zona industriale, dove unica eccezione è l’area occupata da Villa Conforti, bell’esempio di masseria fortificata di fine settecento, appartenuta ad una delle storiche famiglie salernitane.
Eboli è una città di origine antica, ricca di interessanti testimonianze storiche e architettoniche. Sede di una stazione di posta già al tempo dei Romani lungo la via Popilia, è stata da sempre un importante crocevia commerciale e agricolo. Divenuta celebre per il romanzo di Carlo Levi “Cristo si è fermato a Eboli”, la città fino alla prima metà del Novecento era il punto di arrivo della linea ferroviaria che giungeva da nord.
Il nucleo storico è arroccato tra il Castello Longobardo e la Chiesa di San Francesco dove, nei locali dell’ex Convento, si trova un interessante Museo Archeologico con testimonianze che risalgono al Neolitico. Poco distante sorgono la Basilica di San Pietro alli Marmi, bellissimo complesso conventuale di epoca normanna ed il Museum of Operation Avalanche che racconta dello sbarco delle truppe alleate sul litorale salernitano durante la Seconda Guerra Mondiale.
Nei pittoreschi vicoli del centro storico si può sostare in una delle piccole trattorie dove gustare l’ottima cucina della tradizione locale.
Campagna
Lasciato il centro di Eboli, l’itinerario raggiunge il bivio con la “Via del Grano”, l’antica strada che conduceva a Melfi. In questo punto sorge l’Epitaffio di Ferdinando IV di Borbone, voluto dal sovrano nel 1797 proprio per inaugurare l’apertura di questa importante arteria, realizzata per agevolare il trasporto del grano fino a Napoli. Percorrendola si può raggiungere il pittoresco centro storico di Campagna, che sorge incastonato tra i monti, lungo il corso del fiume Tenza. Numerosi ed interessanti i monumenti e le architetture storiche da visitare, in un contesto paesaggistico davvero molto suggestivo.
Ritornati sul percorso storico si procede in discesa fino al Ponte sul fiume Sele, che segna il confine con il comune di Serre. Il ponte è uno dei più importanti della Strada Regia delle Calabrie ed ha una storia molto interessante! Realizzato nel 1625, al tempo di Filippo IV di Spagna, è formato da cinque arcate, l’ultima delle quali fu disegnata nel 1760 dal celebre architetto Luigi Vanvitelli e ricostruita dagli americani dopo il crollo subito durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
Poco distante si trova l’Oasi WWF di Persano, una vasta area naturale protetta, nota soprattutto per la presenza della lontra, raro mammifero a rischio in Italia.
Serre
Superato il fiume Sele si trova la via che conduce al comprensorio militare che ospita la Reggia di Persano, un elegante casino di caccia voluto da Carlo di Borbone nel 1753, realizzato su progetto di Luigi Vanvitelli. Al suo interno un bellissimo scalone che termina con la statua in marmo di un cane, attribuita ad Antonio Canova.
L’itinerario storico, invece, procede lungo un tratto sterrato in pendenza che coincide esattamente con l’antica strada di epoca borbonica. Sono visibili tracce del lastricato, i parapetti originari e i barbacani di contenimento in pietra. Al culmine di questo tratto si trova l’Epitaffio di Ferdinando IV di Borbone, eretto nel 1779 per inaugurare la nuova strada fino a Castrovillari. Sulla lapide l’iscrizione in latino racconta enfaticamente le difficili fasi della sua costruzione.
Ci troviamo a Serre, piccolo comune ai piedi dei monti Alburni il cui centro storico, come per tutti i borghi che si incontreranno fino in Basilicata, è situato su un promontorio posto a guardia della strada, così come avveniva fino all’Ottocento per proteggersi dalle incursioni nemiche.
Lungo il tratto che attraversa il territorio di Serre, sono ancora visibili le tracce della Via Popilia, l’antica strada di epoca romana che collegava le città di Capua e Reggio Calabria.
Postiglione
L’itinerario storico inizia ad addentrarsi in uno straordinario paesaggio naturale, non molto diverso da quello che avrebbe incontrato il viaggiatore del Settecento. In molti tratti si trovano ancora i resti del lastricato romano della Via Popilia (nota anche come via “Capua-Regium”) e l’andamento della strada resta fedele alla mappa borbonica fino all’ingresso nel territorio del comune di Postiglione.
Già dal suo nome, il piccolo borgo situato ai piedi dei monti Alburni lascia intendere le origini e il ruolo di avamposto che ricopriva lungo la Strada Regia delle Calabrie: Postiglione ha rappresentato sempre un luogo privilegiato per l’osservazione del territorio fino al mare, al punto da essere soprannominato “il Balcone degli Alburni“.
Non a caso, a valle del borgo, sorgeva l’antica e rinomata “Taverna della Duchessa”, storico punto di sosta e di ristoro dei viaggiatori in transito nel sud Italia, ampiamente descritta nei diari di viaggio del “Grand Tour” settecentesco. Questo edificio aveva anche la funzione di stazione di posta e cambio dei cavalli ed era chiaramente segnalato sulle antiche mappe stradali, già a partire dal Cinquecento. Oggi è visibile buona parte della struttura originaria, unico esempio ancora integro nelle sue forme lungo tutto il tragitto fino a Castrovillari!
Sicignano degli Alburni
Il lungo tratto che attraversa il territorio di Sicignano degli Alburni, è senza dubbio uno dei più affascinanti della Strada Regia delle Calabrie, sia per la bellezza del paesaggio, che per l’importanza storica tramandata attraverso i racconti dei viaggiatori del passato.
Una lunga salita conduce verso il passo de Lo Scorzo, storico luogo di sosta e di ristoro, dove ancora oggi è possibile fermarsi in una delle taverne per gustare gli ottimi piatti della tradizione degli Alburni, ascoltando le storie raccontate dai proprietari, che sono qui da generazioni. La tradizione vuole che in questi luoghi ci si fermasse a mangiare già dal tempo dei Romani. Nel tratto tra le frazioni di Scorzo e Zuppino, recenti studi archeologici hanno collocato la “Nares Lucanae”, la stazione di posta lungo l’antica Via Popilia dove pare abbia sostato Cicerone nel 58 a.C., che decantò la bontà delle salsicce che venivano servite (le “lucaniche” o “luganeghe”).
Superato il valico dello Scorzo, la “Via delle Taverne” prosegue in discesa fino alla frazione di Zuppino, costeggiando di tanto in tanto alcuni grossi caseggiati, un tempo adibiti a osteria. Zuppino è la frazione più grande di Sicignano degli Alburni. Nella sua piazza l’edificio che ospitava la “Taverna del Fiumicello” e un’antica fontana dalla quale sgorga un’acqua freschissima, descritta già in epoca romana.
Petina
Attraversando il territorio di Sicignano degli Alburni, l’attenzione viene ancora attirata dalle antiche taverne ai margini della strada. Edifici dalle forme semplici e austere, con le facciate impreziosite da portali in pietra che recano incisa la data di costruzione. Taverna dell’Annunziata, Taverna dell’Olmo, Taverna di San Giuseppe, sono alcuni dei caseggiati segnalati sulle mappe dei viaggiatori del Settecento, ancora oggi esistenti e avvolte nel fascino malinconico dei luoghi di un tempo.
Procedendo in direzione di Auletta, si incontra un tabernacolo ed una stradina che conduce al Santuario dell’Incoronata, una piccola chiesa di origini medievali, storico luogo di sosta per i viaggiatori che si recavano in pellegrinaggio a Roma. Poco più avanti la Fontana della Regina, piccola ma solenne costruzione barocca con una lapide che ricorda l’episodio in cui il re Ferdinando IV di Borbone e sua moglie Maria Carolina si fermarono durante un viaggio nel 1793 per dissetarsi alla sorgente.
Lasciata Sicignano, l’itinerario attraversa un piccolo tratto a valle del borgo di Petina, pittoresco centro medievale arroccato sulle pendici del massiccio degli Alburni, luogo ideale per una sosta all’insegna della natura e dei sapori autentici del territorio.
Auletta
La Strada Regia continua il suo cammino nello stesso territorio in cui transitava la via Popilia di epoca romana. Lo testimonia il Ponte della Difesa, una struttura di chiare origini romane che gli storici hanno identificato come unico ponte ancora esistente sul tracciato della Capua-Regium. I resti si trovano sulla sponda opposta del fiume Tanagro, nel territorio di Auletta. Delle quattro o cinque arcate originali, oggi restano in piedi solo le prime due.
Attraversando la piacevole campagna ai piedi degli Alburni, l’itinerario raggiunge il ponte sul fiume Tanagro ed il bivio che conduce al borgo di Auletta. Poco prima di giungere al ponte, la strada costeggia un vecchio rudere coperto dalla vegetazione: si tratta dell’antica Taverna del Ponte, che ospitava la stazione di posta di Auletta. Questa struttura verrà spesso descritta nei diari dei viaggiatori del passato, in particolare dal celebre sismologo irlandese Robert Mallet, che ne descriverà i danni causati dal terremoto del 1857.
Il borgo di Auletta conserva ancora integro il suo aspetto medievale. Con le sue architetture e le numerose attrazioni storiche, si colloca tra i più interessanti borghi lungo tutta la Strada Regia. Luogo di produzione di un pregiato olio di oliva, il paese è rinomato soprattutto per il “Festival del carciofo bianco del Tanagro” autentica eccellenza gastronomica del territorio.