Da Sacile a Maniago

Il percorso inizia a Sacile, definita il giardino della Serenissima per le sue atmosfere veneziane, e prosegue verso la pedemontana pordenonese, dove si trova il suggestivo sito palafitticolo di Palù di Livenza, patrimonio Unesco, fino ad arrivare al Comune di Polcenigo, noto per l’arte dei cesti. Pedalando lungo il tracciato ricco di viste spettacolari sulle montagne si può scorgere nella frazione di Montereale Valcellina la Centrale Idroelettrica A. Pitter, ora museo tecnologico, e il Museo dell’Arte Fabbrile e delle Coltellerie a Maniago, che celebra la tradizione dei coltelli dal 1450.
Da Maniago a Gemona del Friuli

Dopo questa sosta, si prosegue verso Cavasso Nuovo, dove si può fare scorta di cipolle rosse DOP. Dopodiché, superata Meduno, procedete fino a Toppo, con le sue tipiche case in sasso e il cinquecentesco palazzo Toppo-Wassermann. Lungo il percorso incontrerete chiese dal grande valore artistico per poi immergervi nel verde della Riserva Naturale del Lago di Cornino. Arrivati a Gemona del Friuli tramite il ponte di Braulins, l’influenza medievale farà da padrona indiscussa grazie agli importantissimi edifici storici e religiosi. Gemona è un nodo ciclistico che collega la ciclovia Pedemontana a quella del fiume Tagliamento e alla Ciclovia Alpe Adria.
Da Gemona del Friuli a Cividale del Friuli

Proseguendo, si attraversano pittoreschi paesaggi e borghi antichi, tra cui Tarcento, chiamata la “Perla del Friuli” per la sua natura e le ville di inizio Novecento. Pedalando lungo le colline vitate, da cui proviene il rinomato vino della DOC Colli Orientali, giungerete a Cividale del Friuli, sede del primo ducato longobardo in Italia e ora parte di un itinerario UNESCO.
Da Cividale del Friuli a Gorizia

Infine, si costeggia il fiume Natisone, mentre in lontananza il Monte Quarin annuncia ai suoi piedi Cormons, località dal microclima unico ideale per la coltivazione della vite. Oltrepassata l’Oasi naturalistica del Preval si approda nel Collio goriziano, zona di produzione di rinomati vini bianchi DOC. Si entra così a Gorizia, città di frontiera dall’architettura asburgica. Divisa in due durante la Seconda Guerra Mondiale, sarà Capitale Europea della Cultura nel 2025 insieme a Nova Gorica in Slovenia, creando un’unione che ha come obiettivo il superamento di ogni tipo di confine.