Panoramica
Le collezioni esposte a Palazzo Farnese spaziano dalla preistoria fino all’età romana nelle sale di archeologia della Cittadella Viscontea, proseguono lungo i secoli con affreschi medievali staccati e trasportati qui da chiese della città e del Piacentino, conservano tra feste di stucchi grandi dipinti più recenti che raccontano i fasti farnesiani, si ampliano in altre forme di arte figurativa tre-seicentesca nella Pinacoteca, non dimenticano le armi antiche soprattutto cinquecentesche, arrivano al Risorgimento con documenti sui decenni dell’Unità d’Italia, e comprendono addirittura un’eccezionale collezione di carrozze. Fra ’800 e ’900, infatti, il cittadino di Piacenza Dionigi Barattieri si era reso conto che il motore a scoppio stava facendo sparire i mezzi di trasporto precedenti, e ne acquistò in gran numero perché non se ne disperdesse la memoria materiale.
Non ci si annoia mai, ma particolare attenzione si deve prestare ad almeno due presenze davvero uniche. Una è etrusca, il cosiddetto fegato divinatorio del primo o secondo secolo a.C.: una riproduzione in bronzo di un fegato di pecora utilizzata in riti di interpretazione delle volontà divine. L’altra è un tondo che raffigura la Madonna adorante il Bambino con San Giovannino, opera tardo-quattrocentesca di Sandro Botticelli: la scena fra cespugli di rose, spighe di grano e fiori è ancora montata nella splendida cornice originale. Il tondo apparteneva alla famiglia locale dei Landi, che risulta la possedesse almeno dal ’600.