I Musei Civici, situati nei locali di Palazzo Farnese, si compongono di Pinacoteca Civica, Museo Archeologico, Museo delle Carrozze e Museo del Risorgimento. La visita offre l’opportunità di ripercorrere, in un itinerario unico e vario, l’evoluzione storico-artistica di questa città e del suo territorio. Il percorso espositivo inizia nei sotterranei del Palazzo, in cui sono conservate le sezioni archeologica, con l’interessante fegato etrusco, e la collezione delle carrozze; nel piano ammezzato sono invece custodite le sculture, gli affreschi medievali e rinascimentali, le armi antiche, i vetri, le ceramiche e le testimonianze risorgimentali. La visita termina al primo piano con la Pinacoteca, le cui opere documentano l’arte pittorica di Piacenza dal XVI al XIX secolo. Un’opera di particolare rilievo è il celebre tondo di Botticelli. Dal 1997, anno del riallestimento del museo, nel piano rialzato è esposta la sezione delle maioliche e dei vetri, con pezzi risalenti dal XVI al XVIII secolo. Seguono l’Appartamento stuccato e una parte dei Fasti Farnesiani, offerti in alcune sale decorate con stucchi progettati da A. Sighizzi con contributi dei Bibiena.
Il lavoro fu commissionata nel 1685 dal duca Ranuccio II, che affidò a Marcantonio Franceschini, Giovanni Evangelista Draghi e Mauro Oddi l’esecuzione del ciclo pittorico dedicato ad Alessandro Farnese. Quattro paracamini monumentali in legno dorato, preziose opere dell’intagliatore Lorenzo Aili (1675), insieme ad altri arredi del XVII secolo, testimoniano le magnificenze della corte farnesiana . Nel 1690 Sebastiano Ricci terminò la serie dei quadri incorniciati da stucchi, ventisei quelli ancora presenti, con le Storie di Paolo III Farnese. Alcune riproduzioni fotografiche documentano poi le opere d’arte trasferite a Napoli da Carlo di Borbone (1734), non comprese nella parziale restituzione del 1928. L’itinerario di visita prosegue con la sezione degli affreschi provenienti per lo più dalla chiesa di S. Lorenzo, databili tra la prima metà del XIV e gli inizi del XV secolo. Preziosi i frammenti dalla cappella di S. Caterina, attribuibili alla maestranza vicina a Giovannino de’ Grassi. Le sale successive (10-14) conservano sculture romaniche della "Scuola di Piacenza", epigrafi e stemmi; un elemento a cui prestare particolare attenzine è un rarissimo Crocifisso in rame e bronzo, da Vigolo Marchese, della fine dell’XI secolo. Seguono altre sculture, tra XV e XVIII secolo, e l’area riservata alle armi antiche, comprensiva di alcuni ritratti. I sotterranei ospitano la raccolta delle carrozze, iniziata con la considerevole donazione del conte Brondelli, arricchita nel tempo da altre acquisizioni, che conta una cinquantina di pezzi dal XVIII al XX secolo, tra cui si distinguono prestigiose firme di officine italiane. Si trova negli stessi ambienti la raccolta archeologica, che conserva resti relativi al popolamento del territorio dal Paleolitico al Neolitico; di particolare interesse si segnala il celebre fegato etrusco di Piacenza, unica fonte diretta di conoscenza dell’epatoscopia (lettura del fegato a scopi divinatori) etrusca, risalente al periodo tra la fine del II e l’inizio del I secolo a.C. Al piano ammezzato è posto, invece, il museo del Risorgimento, inaugurato come istituto autonomo e poi confluito tra i musei di Palazzo Farnese. Al suo interno comprende documenti, uniformi e cimeli di vario tipo, ricevuti in parte come dono dal conte Barattieri, che ripercorrono la storia risorgimentale della città dal 1831 al 1870.
Un ampio spazio è dedicato al movimento mazziniano e garibaldino, all’attività dei patrioti locali e in particolare di Giuseppe Manfredi, presidente del comitato insurrezionale nel 1857 e governatore delle province parmensi. Tra i cimeli compaiono un tricolore con stemma sabaudo, il bozzetto per il monumento a Garibaldi nel piazzale antistante la stazione, armi e monete, oltre cinquemila pezzi fra i quali la serie completa delle monete coniate a Piacenza. Una parte del Museo è dedicata all’arte contemporanea. Il Palazzo ha ospitato diverse iniziative e mostre collettive e monografiche, fra le quali "L’anima del 900. Da de Chirico a Fontana" della Collezione Mazzolini donata alla diocesi di Piacenza-Bobbio da Rosa Mazzolini, nella cui collezione era già confluita quella dei fratelli Simonetti: una raccolta di 899 opere organizzata tra il cinquecentesco Palazzo Farnese di Piacenza, il Palazzo del Podestà di Castell’Arquato e il Palazzo Vescovile di Bobbio. Fra le altre mostre, si annoverano l’esposizione personale di Rebecca Forster "Il fegato di Piacenza (Opere d’arte contemporanea esposte vicino all’oggetto che le ha ispirate)", e successivamente le personali di Dino Maccini e quella dello scultore piacentino Sergio Brizzolesi "Regine". Nel 2011 in occasione del vernissage dell’Omeofestival di Piacenza, dedicato all’elemento del fuoco, si è tenuta la performance di Bianca Maria Neri "Il calore del colore"; successivamente, invece, le sale del Museo hanno ospitato la personale di Christian Zucconi dal titolo "Stigmata".
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