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Folklore
Tradizioni e leggende del 25 aprile a Venezia

A Venezia per la Festa del Bocolo e di San Marco, due esperienze imperdibili

Tutto quello che c’è da sapere per celebrare il 25 aprile a Venezia, come un vero local.

4 minuti

In tutta Italia il 25 aprile si celebra l'anniversario della Liberazione, ma in Veneto i festeggiamenti non si limitano a questo: a Venezia, in particolare, questa ricorrenza coincide con una festa ancora più antica e grandiosa, quella di San Marco, il Patrono della città. Si tratta di una celebrazione religiosa molto sentita e a cui partecipano ogni anno migliaia di local, turisti e visitatori.

Alla Festa di San Marco sono legate leggende e usanze davvero particolari, come la Festa del Bocolo, oltre a svariate delizie della traduzione da assaggiare. 

Il santo patrono di Venezia: non una ma tre feste

Bandiera di Venezia

In origine, a Venezia la Festa del 25 aprile era solo una delle tre date dedicate a San Marco. La prima si celebrava il 31 gennaio, giorno in cui nell'828 arrivarono le reliquie del Santo in città. I mercanti veneziani Rustico da Torcello e Bono da Malamocco, insieme al servitore Basilio, ne trafugarono i resti ad Alessandria d’Egitto e li portarono a Venezia nascosti tra frutta e carne di maiale.

La seconda festa dedicata a San Marco era il 25 giugno in ricordo del ritrovamento delle reliquie perdute. Secondo la leggenda, durante la messa per consacrare la nuova basilica edificata in onore del Santo nel 1094, una delle colonne si ruppe svelando le ossa di San Marco nascoste al suo interno.

Infine, la terza e ultima, oltre che l’unica che si celebra ancora oggi, la Festa del 25 aprile, istituita dalla Repubblica di Venezia. La Serenissima (appellativo delle città che stava ad indicare il clima di pace e serenità cittadino, oltre al dominio incontrastato nei commerci) festeggiava il Santo Patrono, che aveva preso il posto di San Teodoro, nel giorno della sua morte.

Perché San Marco è il patrono di Venezia

Leone d'oro sulla Cattedrale di San Marco a Venezia

Esiste un’antica leggenda che lega indissolubilmente la figura di San Marco a Venezia, il cui simbolo è il leone alato che rappresenta l’Evangelista.

Infatti, mentre Marco navigava verso Alessandria d’Egitto, una tempesta lo scagliò sulle coste vicino a Venezia, dove fu accolto in una capanna di pescatori. Dopo essersi addormentato, all’Evangelista apparve un angelo in forma di leone alato che gli rivelò che un giorno, proprio lì, avrebbe trovato il suo riposo eterno.

La festa di San Marco oggi

Palazzo Ducale a Piazza San Marco, Venezia

Oggi la Festa di San Marco a Venezia è meno spettacolare di una volta, ma resta molto suggestiva. Un tempo infatti, l’intera città, al seguito delle maggiori autorità della Repubblica con il Doge (il massimo ordinamento politico della città) in testa, sfilava per le calli in processione. Il legame con il Doge oggi è svanito e la festa è soprattutto religiosa.

Le principali celebrazioni presiedute dal Patriarca sono due. La prima è una Messa solenne tenuta nella Basilica di San Marco alle 10:30. Si ripete ai Vespri, celebrati nel tardo pomeriggio. Lo stesso giorno, nella Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, si consegna il Premio Festa di San Marco alle persone veneziane che si sono distinte nel corso dell’anno.

La leggenda del Bocolo di San Marco: una tradizione antichissima

Bocciolo di rosa rossa

Nel giorno della Festa di San Marco si celebra anche la Festa del Bocolo, ossia quando gli innamorati regalano alle proprie novizze, ovvero le proprie fidanzate, un bocciolo di rosa rossa. Il termine bocolo in veneziano, infatti, significa proprio bocciolo.

La tradizione affonda le sue radici nelle leggende dei paladini di Francia che combattevano i Mori in Terra Santa. Si unì a loro il giovane trovatore veneziano Tancredi, un ragazzo del popolo innamorato della figlia del Doge Orso I Partecipazio, la bella Maria, detta Vulcana. L’amore era corrisposto ma ostacolato dal padre di lei che suggerì all’amato di coprirsi di gloria in guerra per conquistare il favore del Doge. Tancredi partì ma non tornò. Ferito a morte nei pressi di un roseto, colse un bocciolo di rosa bianca che si tinse del suo sangue. Con il fiore in mano, chiese all’amico Orlando di portarlo alla sua amata. Orlando arrivò a Venezia per la festa di San Marco e consegnò la rosa a Vulcana, che comprese subito il triste destino dell’amato. Il giorno dopo fu trovata morta con la rosa tra le mani. Così, la rosa rossa è diventata un pegno d’amore eterno tra gli innamorati veneziani.

Un’altra leggenda del bocolo di San Marco parla di un amore a lieto fine. Racconta la storia di Basilio della Giudecca a cui era stato donato un roseto che cresceva nei pressi della tomba dell’Evangelista. Alla sua morte, la pianta di rose segnò il confine tra le due parti di proprietà ereditate dai figli. Appassì quando nacquero dissapori tra i due rami della famiglia, ma rifiorì quando due giovani appartenenti alle famiglie rivali si innamorarono. 

La festa di San Marco a tavola: i piatti tipici veneti da gustare durante la celebrazione

Sarde marinate in saor, piatto tipico di Venezia

La festa del 25 aprile a Venezia è anche il momento giusto per provare la tradizione culinaria della città lagunare. Nel giorno della festa di San Marco si usa mangiare risi e bisi, cioè riso e piselli. Secondo la tradizione, questa zuppa fu introdotta a Venezia in epoca bizantina e il 25 aprile veniva servita ai Dogi.

Cogliete l’occasione per assaggiare anche le altre specialità venete della tradizione come il baccalà mantecato, le lasagnette al nero di seppia e le sarde in saor. Mentre passeggiate per il centro, poi, provate le gustosissime fritoe, deliziose frittelle all’uva sultanina e ricoperte di zucchero.

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