Arezzo
Piero della Francesca era particolarmente legato ad Arezzo. Nel 1452 venne chiamato qui per lavorare al ciclo di affreschi nella Cappella Bacci della basilica di S. Francesco: La Leggenda della Vera Croce, oggi considerato uno dei capolavori dell'artista e della pittura rinascimentale in generale. La grande decorazione durò quasi 14 anni. Fonte di ispirazione per l’iconografia fu, come è accaduto spesso a molti pittori, la Legenda Aurea di Jacopo da Varazze, una monumentale raccolta di storie di santi. Le scene degli affreschi raccontano la storia della croce su cui venne crocifisso Gesù, fin dalla nascita dell’albero da cui si ricavò il legno per costruirla. Piero della Francesca non volle ordinare gli episodi secondo un ordine cronologico né narrativo, ma seguì un criterio meramente estetico privilegiando una simmetria formale e concettuale.
Dalla basilica di S. Francesco muovetevi verso la pieve di S. Maria e piazza Grande. Visitate il Duomo, che di Piero della Francesca conserva l’affresco Maria Maddalena e infine raggiungete, sul colle di San Donato, la Fortezza medicea da cui ammirare il panorama su Arezzo e la campagna aretina.
Monterchi
Monterchi, piccolo borgo a pochi chilometri da Arezzo, diede i natali alla madre di Piero della Francesca, Romana di Pierino da Monterchi, che nei primi anni del XV secolo sposò Benedetto de’ Franceschi, figlio di mercanti biturgensi (di Sansepolcro).
Piero della Francesca vi abitò per un periodo non ben definito. Sicuramente però, per circa dieci anni, forse tra il 1455 e il 1465, dipinse nella parete di fondo della chiesa di S. Maria di Momentana (una piccola cappella nella campagna di Monterchi) uno dei suoi affreschi più celebri, la Madonna del Parto, oggi conservata nel museo civico del paese. Una Vergine “piena di grazia”, giovane, pallida, con le trecce bionde raccolte in una cuffietta di pizzo e la mano destra sulla pancia colma del frutto più prezioso. Non ha l’aspetto di una nobildonna, eppure traspare in lei una certa raffinatezza. Ai suoi fianchi, con una simmetria perfetta, due angeli guardano lo spettatore mentre sorreggono i lembi di un tendone, come a voler alzare il sipario sulla protagonista della scena.
Sansepolcro
Sansepolcro è, a tutti gli effetti, la città di Piero della Francesca. Vi nacque intorno al 1412 e vi tornò a vivere spesso. Nel centro storico, al numero 71 di via Aggiunti, c’è la sua casa natale, sede della Fondazione dedicata all’artista e museo immersivo che racconta vita, opere e pensiero di Piero della Francesca.
Come anticipato, Piero viaggiò molto, ma Sansepolcro è sempre stata la sua “casa, dolce casa” e il legame dell’artista con la cittadina si manifesta in diverse sue opere. Basti pensare al celebre Battesimo di Cristo, dipinto oggi conservato alla National Gallery di Londra: la scena di Gesù che riceve il battesimo da san Giovanni Battista è ambientata nei pressi di Sansepolcro, come svela il dettaglio del borgo dipinto dietro Cristo. Anche La Natività, anch'essa esposta alla National Gallery londinese, e la Leggenda della vera Croce, nella Basilica di S. Francesco ad Arezzo, hanno sullo sfondo il paese natale di Piero.
Nel museo civico del borgo potrete ammirare molte delle opere del pittore biturgense, come l’affresco della Resurrezione, che nel 1925 il celebre scrittore britannico Aldous Huxley definì: “Il dipinto più bello del mondo”, anche il polittico della Madonna della Misericordia (1445-1467 circa), gli affreschi di San Giuliano e San Ludovico di Tolosa.