Panoramica
L'Area Marina Protetta di Capo Milazzo, istituita nel 2019 lungo la costa nord-orientale della Sicilia, è un vero gioiello per gli amanti dell'archeologia subacquea. Questo paradiso naturale offre un'incredibile varietà di paesaggi marini e terrestri, rendendolo una destinazione imperdibile per esploratori e appassionati di storia.
Un Patrimonio Unico di Biodiversità
Capo Milazzo è famoso per i suoi fondali marini ricchi di biodiversità. Immersioni qui permettono di ammirare un coralligeno colorato, gorgonie di varie specie, e praterie di Posidonia oceanica. La Posidonia, spesso erroneamente considerata un'alga, è in realtà una pianta a fiore acquatica che funge da indicatore della salute del mare. La sua presenza abbondante nelle acque di Milazzo testimonia l'ottimo stato di questo ecosistema.
Sentieri Naturalistici e Piscina di Venere
Milazzo offre numerosi percorsi naturalistici. Il più celebre è quello che conduce alla Piscina di Venere, una formazione naturale incastonata tra le rocce e affacciata sul mare cristallino. Altri sentieri, come quello della Fondazione Lucifero e "u nfennu e Paradisu", offrono viste spettacolari e un'immersione completa nella natura incontaminata.
Relitti, battaglie e contrabbando
Capo Milazzo, storicamente luogo di naufragi, navigazioni pericolose e battaglie navali sin da quando, nel 260 a.C., si scontrarono all’ombra del promontorio Romani e Cartaginesi, è oggi un suggestivo cimitero di navi, a poca distanza dai pericoli dello Stretto di Messina. Tra i relitti maggiormente significativi si segnalano:
La carboniera, o meglio il Severn. Un veliero da carico inglese, scoperto nel 2005. Il suo scafo in legno da 30 metri, rivestito in rame, racconta il naufragio avvenuto nel 1866, quando il comandante, in rotta da Cardiff a Messina, sfiorò troppo da vicino le scogliere del promontorio e finì per perdere il controllo della nave. A 50 metri di profondità, i legni e il carico sono ancora in buono stato di conservazione e attirano subacquei da ogni parte del mondo.
La nave del contrabbando. Un piroscafo che viaggiava negli anni Settanta del Novecento tra il Golfo di Napoli e lo Stretto di Messina, trasportando la pozzolana dei Campi Flegrei e, nelle parti più nascoste della stiva, alcool e sigarette di contrabbando. La nave si arenò durante un rocambolesco inseguimento da parte delle Forze dell’Ordine, e l’equipaggio, braccato, diede fuoco allo scafo, prima di far perdere le proprie tracce.