Sassocorvaro e il suo olio extravergine di oliva che profuma di storia

Il tour alla scoperta delle Marche dell’olio parte da Sassocorvaro Auditore, antico quanto suggestivo borgo medievale che sorge nella Valle del Foglia, in Provincia di Pesaro e Urbino, a ridosso del lago di Mercatale. Il paesino è stato eretto intorno ad una bizzarra fortezza a forma di tartaruga, la famosa Rocca Ubaldinesca, costruita su disegno di Francesco di Giorgio Martini. Visitarla equivale ad un tuffo nel passato, fatto di battaglie e nascondigli segreti. Non tutti sanno che durante la Seconda Guerra Mondiale questa rocca custodì dalla vista dei nazisti più di diecimila capolavori di artisti quali Piero della Francesca, Carlo Crivelli, Raffaello, Tiziano, Lorenzo Lotto e Andrea Mantegna.
Questo affascinante borgo, intriso di storia e tradizione, è oggi rinomato per la produzione di olio extravergine d’oliva di alta qualità. Gli estesi oliveti che lo circondano disegnano un paesaggio armonioso e rilassante, ideale per chi desidera vivere esperienze a contatto con la natura e riscoprire i veri sapori dell’olio d’oliva artigianale.
L'olio EVO che si produce qui è un vero tesoro della natura, un dono che racchiude tutta la passione e la tradizione di questa terra. Dal colore dorato brillante, il suo profumo intenso e avvolgente trasporta i sensi in un viaggio tra campi di ulivi secolari e colline soleggiate che potrete proseguire a tavola, abbinando questo speciale olio a salumi e formaggi prodotti in questa zona.
Antiche tradizioni contadine: alla scoperta dell’olio DOP Cartoceto di Mombaroccio

Da Sassocorvaro, il viaggio di scoperta dell’olio marchigiano conduce a Mombaroccio, località in cui si produce il celebre Olio DOP Cartoceto, unica Denominazione di Origine Protetta presente nelle Marche.
Questo pregiato olio interessa una specifica area geografica della Provincia di Pesaro e Urbino, che comprende non solo Cartoceto, da cui la DOP prende il nome, ma anche numerosi Comuni limitrofi, e all’interno di questo territorio circoscritto si svolge l’intera attività di filiera: raccolta, molitura, imbottigliamento.
Mombaroccio, affascinante borgo medievale delle Marche, è noto per il Convento del Beato Sante, antico eremo francescano risalente al XIII secolo e importante meta di pellegrinaggi spirituali. Il paese conserva una forte identità rurale, evidente non solo negli uliveti che costellano il territorio, ma anche nel suggestivo Museo della Civiltà Contadina, allestito nei sotterranei del Convento di San Marco. Tra le sale espositive, spicca quella dedicata all’antica produzione dell’olio d’oliva, dove sono raccolti strumenti e attrezzi storici utilizzati per la raccolta delle olive e la lavorazione dell’olio, testimonianza preziosa delle tradizioni agricole locali.
Viaggio a Ostra, sulle orme dell’olio

Lasciata alle spalle Mombaroccio, il viaggio prosegue in direzione Ostra, in Provincia di Ancona, dove è molto diffusa la coltivazione di Raggia, da cui si ricava un olio fruttato armonico, tipicamente mandorlato, ed usata anche come oliva da mensa per la sua polpa particolarmente dolce.
Adagiata su una delle caratteristiche colline del paesaggio marchigiano, sovrastante la valle del Misa, Ostra è circondata da un’imponente cinta muraria medievale, lunga ben 1200 metri, che ancora oggi testimonia un passato di invasioni. Una volta giunti qui, non perdete la visita alla chiesa di S. Francesco i cui interni sono ornati da affreschi di Filippo Bellini e da numerose tele di Ercole Ramazzani. Nel mese di novembre in questo territorio potrete partecipare alla tipica raccolta dell’oliva che per le famiglie locali rappresenta un vero momento di festa e convivialità.
Lasciatevi guidare dalle note profumate dell’oliva e godetevi la visita alle aziende agricole che in autunno propongono esperienze non solo di raccolta a mano dell’oliva, ma anche la visita ai frantoi, degustazioni e cooking class sull’uso dell’olio in cucina.
Montecassiano e Mogliano: i borghi dell’olio delle Marche

Spostandosi più a sud, dirigetevi verso Montecassiano, borgo racchiuso da alte mura medievali, adagiato su un colle fra le dolci colline del maceratese. Varcate una delle tre antiche porte di ingresso alla città, vi ritroverete in una bellissima piazza del XII secolo, Piazza Unità d’Italia, su cui si affaccia il Palazzo dei Priori. Durante la visita, non perdetevi una passeggiata al Parco del Cardeto: un’area di 1,2 ettari al di sotto delle mura castellane, provvisto di un percorso verde attrezzato, di un erbario e di un’area pic‐nic dove potrete regalarvi una piacevole sosta ristoratrice a base di pane fresco, olio e salumi locali.
Dopo questa sosta panoramica sarete pronti per partire alla volta di Mogliano, conosciuto per essere il “borgo dell’olio”, fra le dolci colline della provincia di Macerata, a metà strada tra il mare Adriatico e i monti Sibillini. Qui si coltiva il noto Piantone di Mogliano, una varietà di olivo autoctono, detto anche “Limoncella”, per la forma delle drupe che richiamano quella di un limone. Non perdetevi la visita ad uno dei frantoi locali ed una delle tante degustazioni che vengono organizzate nelle numerose aziende agricole: sarà l’occasione perfetta per assaggiare questo olio che ha un fruttato leggero e che ben si presta ad essere utilizzato a crudo, per esaltare, senza coprire, il sapore di pietanze delicate.
Non potrete andarvene da Mogliano, senza esservi concessi una visita ad una delle botteghe dedicate alla realizzazione e vendita di manufatti in vimini e bambù (in passato usati anche per la raccolta delle olive) di cui Mogliano può considerarsi uno dei maggiori centri artigianali a livello nazionale ed internazionale.
Sulle tracce dell’olio Sargano nelle profonde Marche

Se si parla di olio di qualità, non si può non fare una sosta a Fermo, zona in cui si produce l’olio Sargano, tipico e diffuso in tutto il fermano, il cui gusto è mediamente fruttato e con un’interessante retrogusto di mandorla. Arrivati nella vivace città, dopo aver assaporato l’olio extravergine d’oliva locale abbinato a eccellenze gastronomiche del territorio, potrete proseguire la visita con una tappa culturale al Palazzo dei Priori. Questo edificio storico, il più antico della città, ospita al suo interno il Museo Archeologico e la Pinacoteca Civica, due importanti attrazioni che raccontano la ricchezza artistica e storica delle Marche.
All’interno del palazzo potrete ammirare la famosa Sala del Mappamondo che ne conserva uno molto speciale, realizzato nel 1713 e di notevoli dimensioni: 185 cm di diametro e 568 cm di circonferenza.
Lasciatevi guidare dal profumo di olive appena raccolte e dirigetevi verso una delle aziende agricole che propongono degustazioni di olio, tutto l’anno.
L'olio Sargano di Fermo è un vero capolavoro della natura, un concentrato di passione e tradizione che racchiude il cuore di questa terra. Dal suo colore dorato brillante, si sprigiona un profumo intenso e avvolgente, capace di emozionare ad ogni assaggio. Ogni goccia racconta storie di ulivi secolari e di mani sapienti che, con amore, hanno tramandato nel tempo un sapere prezioso. Questo è un olio che non solo arricchisce i piatti, ma tocca l'anima, regalando un’esperienza sensoriale unica e autentica, tutta da vivere.
Appignano del Tronto: nella patria della celebre oliva ascolana

Per l’ultima tappa di questo viaggio alla scoperta delle varietà di olio marchigiano, si prosegue verso Appignano del Tronto, in Provincia di Ascoli Piceno, piccolo paese collocato su un crinale collinare, circondato da corsi d’acqua, un paradiso naturale e paesaggistico.
In tutta la zona, l’oliva è protagonista di uno dei piatti più famosi delle Marche, nel mondo: le olive all’ascolana, olive riempite con una farcitura di carne e fritte. Molto più che un antipasto, una vera e propria opera d’arte del Made in Italy.
La varietà di Oliva Ascolana tenera è la pianta principe di questo territorio, sin dai tempi dei Romani. Plinio racconta di quando i Romani conquistarono il Piceno: da quel momento in poi a Roma arrivarono olive eccellenti. L’acqua del mare veniva utilizzata per conservare le olive nelle botti e nel tragitto da San Benedetto del Tronto fino a Roma, che poteva durare diversi mesi, si addolcivano ottenendo così olive di una bontà unica. Molte aziende del territorio cercano di preservare questo patrimonio genetico coltivando l’oliva Ascolana in modo naturale, conservando così le caratteristiche organolettiche del prodotto.