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Idea Viaggio
Itinerario di 5 tappe dal porto di Civitavecchia

Da Civitavecchia a Santa Severa: un percorso tra cultura e natura

Tipologia
Percorso in auto
Durata
3 giorni
Numero Tappe
5
Difficoltà
Facile

Mare, lago, sole, luoghi nascosti o dimenticati. Un tripudio di forme e colori che ci accompagnano in un itinerario ad anello che da Centumcellae, odierna Civitavecchia, si dipana tra i borghi della costiera tirrenica fin oltre l’entroterra maremmano. Incontreremo usi e tradizioni di un popolo le cui vestigia sono ancora ben presenti nel nostro quotidiano. E non solo! Avremo la possibilità di conoscere luoghi abbandonati e varcare le mura di un vero e proprio castello. Tutto questo dove? Ma nel Lazio, naturalmente!

Giorno 1

Civitavecchia e il suo porto

Civitavecchia e il suo porto

Seguendo la Rotta dei Cesari, approdati nel porto di Civitavecchia e raggiunto il molo, la vista si perde nel frenetico via vai delle attività marittime. Ciò non distoglie dal voler conoscere questa splendida località sulle coste del Tirreno, che affonda le sue radici già nell’epoca etrusca. Nel 108 d.C. l’imperatore Traiano progettò la costruzione del porto anche se la massima espansione della città si ebbe tra il 314 e il 538 d.C. Superato il periodo bizantino, Civitavecchia, passò al governo pontificio a cui si devono gran parte dei monumenti cittadini. Testimonianze di queste epoche si rinvengono nel Museo Archeologico Nazionale e nell’area archeologica delle Terme Taurine. Non può mancare la visita al Forte Michelangelo, la più ampia fortificazione cinquecentesca, eretta per volere di papa Giulio II su progetto del Bramante e ultimata nel 1535 da Michelangelo. Da non perdere la festa di santa Firmina, patrona della città e protettrice dei naviganti, celebrata il 28 aprile con una suggestiva processione in mare corredata da fuochi di artificio. È curioso scoprire che in una delle piazzette del lungomare, campeggia la statua del samurai Hasekura Tsunenaga Rokuemon, in memoria della delegazione che, nel 1615, sbarcata nel porto della cittadina, fu ricevuta a Roma, da papa Paolo V Borghese. La vicenda è imprescindibilmente legata al sacrificio di 26 martiri giapponesi avvenuto il 5 febbraio 1597 e al cui ricordo è intitolata la chiesa poco distante dal monumento. Ancora oggi è possibile percorrere il cammino, di 100 Km circa, che condusse il diplomatico da Civitavecchia alla sede pontificia. Una sorta di itinerario nell’itinerario. Infine, per chi volesse leccarsi i baffi assaporando ottimi piatti, la cucina locale offre lumachelle di mare, profumate con aglio e prezzemolo, polpetti di scoglio alla civitavecchiese e zuppa di pesce. Completa la scorpacciata, direttamente dai Monti della Tolfa, la ricotta fresca di pecora.

Tarquinia - Blera - Barbarano Romano - Oriolo Romano

Tarquinia - Blera - Barbarano Romano - Oriolo Romano

Lasciataci alle spalle la cittadina portuale, ci inoltriamo nella campagna laziale dove, percorsi una ventina di chilometri, raggiungiamo l’antica città di Tarquinia. Qui potremo decidere se regalarci una giornata sulle sponde del Lido, sulla cui spiaggia degustare dell’ottimo pesce accompagnato da del buon vino, oppure, fedeli al nostro percorso, continuare con la visita del borgo antico dove ad attenderci troviamo il Museo Nazionale Archeologico, ricco di testimonianze etrusche e, poco più oltre, la splendida Necropoli dei Monterozzi, dal 2004 Patrimonio Mondiale Unesco, in cui la presenza di pitture è così estesa da costituire un fattore di rilevanza eccezionale. Terminata l’escursione di Tarquinia, possiamo scegliere, ancora una volta, se proseguire il nostro viaggio o inoltrarci, in alternativa, nell’entroterra dove conoscere il borgo di Blera, noto per le sue necropoli oltre che per la nocciola Tonda Gentile Romana, per l’olio extravergine di oliva Tuscia DOP e per i vini Tuscia DOC. Imperdibile il Museo Civico Archeologico Gustavo VI Adolfo di Svezia, che, attraverso un nutrito numero di reperti sulla vita contadina, approfondisce, analizza e spiega l’antico rapporto tra il cavallo e l’uomo. A seguire il centro rurale di Barbarano Romano e il suo Museo delle Necropoli Rupestri dove sono esposti i ritrovamenti provenienti dai sepolcreti presenti all’interno del Parco Regionale Marturanum. In particolare, la necropoli etrusca di San Giuliano offre uno spaccato completo sullo sviluppo dell'architettura funeraria degli Etruschi in diverse fasi storiche. Completa questa breve digressione dal nostro itinerario principale la cittadina di Oriolo Romano, di nuova, si fa per dire, fondazione. Si delinea, infatti, come una città ideale proprio perché pianificata, dopo la seconda metà del Cinquecento, dal nobile Giorgio Santacroce, secondo un piano regolatore razionale e preciso, capace di soddisfare le necessità di ogni abitante. Famoso, anche per l’importanza degli eventi ospitati, è il prestigioso Palazzo Altieri, dal nome della famiglia che succedette nel XVII secolo al governo del feudo. L’edificio impreziosito da affreschi, mobili e arredi d’epoca oltre che dalla scenografica Galleria dei Papi con i ritratti dei pontefici, mostra un ampio parco attualmente di proprietà comunale.  

Giorno 2

Monterano - Lago di Bracciano

Monterano - Lago di Bracciano

Ma non possiamo sentirci soddisfatti senza aver esplorato l’antico sito di Monterano, “la città morta”, luogo simbolo di una stratificazione architettonica perpetuata nei secoli. La sua importanza strategica acquisita durante il periodo etrusco, si consolidò nel Medioevo quando la città divenne capoluogo episcopale della diocesi lungo un territorio che si estendeva dal Lago di Bracciano ai Monti della Tolfa. A partire dalla metà del XVII secolo, Monterano, fu acquistato dagli Altieri, i quali attraverso l’opera di uno dei più grandi registi del Seicento romano, Gian Lorenzo Bernini, modificarono l’abitato per adattarlo alle esigenze richieste da una nuova sede ducale. L’architetto trasformò il piccolo borgo in un crogiuolo di forme e linee barocche: progettò la chiesa, il convento e la fonte ottagonale di San Bonaventura. Rinnovò il Palazzo Ducale, che arricchì con la splendida fontana sormontata dalla statua del Leone. Purtroppo, la città, sul finire del Settecento, fu distrutta dall’esercito francese, cosa che ne decretò il definitivo abbandono. Allo stato attuale rimangono tracce di un passato trascorso ma non per questo dimenticato, come dimostrano le numerose pellicole realizzate presso queste rovine. Il perimetro è inciso da valli profonde grazie alla presenza di numerosi corsi d'acqua, tra cui il torrente del fiume Mignone, che nel tratto della Riserva Naturale Regionale Monterano, ospita nelle sue acque varie specie di invertebrati e una rilevante flora vitale per l'ecosistema circostante. Appagati fin qui, dall’avvincente tuffo nel mare della storia, potrebbe essere un’idea originale rivolgere la nostra attenzione alle acque del Lago di Bracciano, sulle cui rive praticare, perché no, un po' di sport come surf e canoa. Di origine vulcanica l’area lacuale è, per estensione, la seconda del Lazio con una profondità di 165 metri. È abitata sia da una ricca popolazione di pesci che da una variegata colonia di uccelli, per la gioia dei numerosi birdwatcher. La vegetazione è quella tipica degli ecosistemi lacustri.  Insieme al Lago di Martignano costituisce il Parco Regionale di Bracciano-Martignano, il cui scopo fondamentale è tutelare l'eccezionale ambiente naturale che si sviluppa lungo le sue rive. E poiché oltre agli occhi anche lo stomaco vuole la sua parte, possiamo sedare i morsi della fame con una bella scorpacciata di pesce lacuale.

Giorno 3

Cerveteri - Borgo Del Sasso

Cerveteri - Borgo Del Sasso

Soddisfatto il nostro appetito, è ora di riprendere il viaggio alla volta della penultima tappa, ossia la cittadina di Cerveteri, l’antica Caere, dal 2004 sito Unesco insieme alla già nota Tarquinia. Si tratta di un sito funerario particolarmente conosciuto per essere, architettonicamente realizzato come le vere città etrusche. In particolare, la Tomba Regolini Galassi, nella Necropoli del Sorbo, databile all’VII sec. a. C. e restituita alla luce nell’Ottocento, rappresenta uno di quegli esempi fortunati di scavo dove il recupero è stato completo e quasi del tutto integro. Attualmente i reperti rinvenuti sono custoditi presso il Museo Gregoriano Etrusco dei Vaticani. È impensabile lasciare Cerveteri senza aver visitato, nel centro storico il Museo Nazionale Archeologico Cerite, una delle sezioni del Parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia, luogo di importanza fondamentale per chi volesse approfondire gli usi e i costumi di questo popolo. Tra gli oggetti esposti ci sono vasi, gioielli, armi e strumenti della vita quotidiana etrusca. Per alcuni sono presenti dei pannelli touch screen che spiegano la storia dei cimeli attraverso la voce narrante di Piero Angela. Per i più dinamici, inoltre, si consiglia il trekking urbano al Borgo del Sasso, a 12 km dalla cittadina, il cui nome, probabilmente di origini sassoni, deriva dalla campagna militare dell’imperatore tedesco Ottone, condotta intorno all’anno Mille. Per accedere al suggestivo villaggio dobbiamo oltrepassare una porta merlata e giunti nella piazza principale veniamo sorpresi dal bel fortilizio rinascimentale con all’interno affreschi del XVI secolo. Questo luogo, comunque, continua a stupirci non solo per la presenza fin dall’antichità di un complesso termale detto delle Acque Cerette, ma anche per la scoperta presso la Grotta Patrizi, già luogo di sepoltura, di un ambiente riservato all’inumazione di un unico defunto su cui erano presenti i segni di una trapanazione cranica, e relativo processo di cicatrizzazione, a cui probabilmente l’uomo sopravvisse per pochi giorni. Il suo corredo funebre è custodito presso il Museo Pigorini di Roma.

Santa Severa - Pyrgi

Santa Severa - Pyrgi

Costeggiando la litoranea giungiamo finalmente alla meta finale del nostro peregrinare, rappresentata dall’abitato di Santa Severa con il delizioso Castello a picco sul mare. Deve il suo nome a Severa, giovane martire cristiana che si dice abbia trovato qui la morte, insieme ai suoi fratelli, il 5 giugno del 298 d. C., sotto l’imperatore Diocleziano. Nel maniero, oltre a una ricca offerta museale, si organizzano mostre, eventi, concerti, visite guidate e attività sportive. L’intero complesso composto da una serie di edifici, come la basilica paleocristiana, sorge sull’antico insediamento etrusco di Pyrgi, la città portuale collegata all’antica Caere, odierna Cerveteri, fondata tra la fine del VII e gli inizi del VI secolo a.C., oggi Monumento naturale e sito archeologico subacqueo. L’insediamento etrusco era per lo più frequentato da naviganti e commercianti sia greci che fenici. Un cinquantennio di indagini dirette dalla Sapienza di Roma, hanno scoperto, nell’area a sud del castello, i resti di un importante, ma non unico, santuario, già noto alle fonti greche e latine. Il sito continuò la sua trasformazione fin oltre l’epoca imperiale romana. Varcando le mura del borghetto è possibile visitare il Museo del Mare e della Navigazione Antica, composto da sette sale espositive che fanno rivivere la vita antica sul mare; l’Antiquarium di Pyrgi che conserva i materiali rinvenuti in più di quarant’anni di scavi nel sito, attualmente in restauro; i due spazi espositivi del Museo del Territorio e del Museo del Castello con reperti di vita quotidiana e documenti delle vicende storiche del castrum; la Torre Saracena costruita nell’alto medioevo, per l’avvistamento e il controllo del territorio. Suggestivo è lo spettacolo che circonda l’insediamento non solo per la presenza delle acque cristalline del Tirreno ma anche per la Riserva naturale di Macchiatonda, estesa lungo un’area pianeggiante fra le propaggini dei Monti Ceriti e la costa tirrenica. Con la visita di questa ultima tappa, siamo arrivati al termine della nostra avventura. Lasceremo questi luoghi con un bagaglio personale ancor più ricco di arte, storia, cultura, è perché no, anche di enogastronomia, poiché, si sa che un buon bicchiere di vino e un gustoso piatto tradizionale non si dimenticano mai!

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