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Oltre alle coste pittoresche, l’Italia è nota anche per le sue isole. Dal mare limpido delle Isole Tremiti alle scogliere rocciose di Capri, sono tante le isole italiane da visitare perché offrono una vasta gamma di paesaggi e scenari. Vere e proprie oasi con una storia unica e una cultura tutta da scoprire.
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Marsala

Marsala

Marsala, la città del vino e del sale Marsala è una città ed è anche un vino. Entrambi sono eleganti e ricchi di storia. La città è racchiusa tra i bastioni del Cinquecento, quando visse un suo Rinascimento che la arricchì di palazzi, chiese e monasteri. Il vino è il prodotto che l’ha resa celebre nel mondo, anche grazie all’intuizione di un mercante inglese che lo adattò ai gusti d’oltremanica. Nel bel centro storico si visitano le vestigia del suo passato assieme alle cantine storiche che tengono alto il prestigio del suo prodotto migliore, mentre sulla costa si produce il sale in spettacolari saline. Tra barocco e natura Chi entra da Porta Nuova viene accolto da un’infilata di bei palazzi rinascimentali e barocchi, come il monastero di San Pietro che ospita il Museo civico, con una sezione archeologica e una dedicata al Risorgimento; Garibaldi e i Mille sbarcarono a Marsala per compiere l’impresa dell’Unificazione dell’Italia. Poco oltre si entra in piazza della Repubblica, il salotto di Marsala, con il bel Palazzo VII Aprile con la torre dell’Orologio e il Duomo barocco, ma in realtà la facciata è stata completata solo nel 1956 e, accanto, il Museo degli Arazzi dove sono esposti otto arazzi fiamminghi, dono di un re spagnolo. A pochi passi trovate il Convento del Carmine, oggi Museo di Pittura Contemporanea con opere di vari artisti italiani tra cui Cassinari, Maccari, Marchegiani, Pomodoro, Sassu, Sironi e mostre temporanee. Per immergervi nel passato più antico di Marsala visitate il Museo Archeologico Baglio Anselmi, nel fabbricato di un’ex-azienda vinicola sul lungomare: vi sono esposti vari reperti che narrano la fondazione della città (allora si chiamava Lilibeo) da parte degli esuli della colonia fenicia dell’isola di Mothia. Non perdete il relitto di una nave punica naufragata probabilmente durante la battaglia delle Egadi della Prima guerra Punica, rinvenuta al largo dell’isola Lunga in prossimità di Punta Scario, i mosaici romani e una straordinaria collezione di anfore che documentano i traffici commerciali dell’antichità. La visita al museo si completa nel Parco archeologico con l’Insula romana, il sito di una grande villa romana del III secolo d.C. con terme, cisterne e i resti di una necropoli paleocristiana. Il cuore pulsante di Marsala è il suo centralissimo Mercato del pesce, da poco ristrutturato, di giorno luogo dove si riversa il pescato dello Stagnone e del Canale di Sicilia, di sera centro della movida dove cenare e fare tardi. Il vino di Marsala che piacque agli inglesi Si è sempre prodotto vino a Marsala, fin dai tempi di fenici, ma è verso la fine del Settecento che un mercante inglese, John Woodhouse, mandò in Inghilterra alcune botti di vino locale da far assaggiare ai suoi clienti, aggiungendo però una dose di acquavite, per far sì che il vino non si guastasse durante la navigazione. Così nacque il Marsala che conosciamo oggi, un vino liquoroso molto gradito agli inglesi che da allora lo importarono in quantità, facendo la fortuna dei produttori locali: Florio, Rallo, Donnafugata, Pellegrino, le cui cantine storiche si trovano ancora nel centro di Marsala. La Riserva dello Stagnone e Mozia La Riserva dello Stagnone è una laguna che si trova a nord di Marsala, duemila ettari di acque basse e molto salate all’interno della quale sorgono 4 isole: l’isola Grande che fa da barriera alla laguna, l’isola di Santa Maria, una striscia di terra, la Schola, perché nel periodo romano ospitava una scuola di retorica, dove si narra che insegnasse Cicerone quando era questore della città lilibetana e Mothia (Mozia), isola su cui sorgeva una città fenicia dell’VIII sec. a.C. che le fonti antiche descrivono come ricca di bei palazzi, una delle basi commerciali più importanti del Mediterraneo antico. Conquistata da Dionisio di Siracusa, Mothia fu distrutta nel 397 a.C. e mai ricostruita, quindi le sue rovine sono “integre”, senza sovrapposizioni, un vero paradiso per gli archeologi. I sopravvissuti infatti fondarono Lilibeo, l’attuale Marsala. L’isola di Mozia oggi appartiene alla Fondazione Whitaker, un produttore vinicolo inglese che l’acquistò e avviò gli scavi all’inizio del Novecento, ed è aperta alle visite. Le saline di Marsala e i mulini a vento Sulla costa a nord della città, affacciate sullo Stagnone, si estendono le Saline della Laguna di Marsala Ettore e Infersa, uno degli luoghi più spettacolari della costa occidentale della Sicilia, specchi d’acqua che assumono vari colori a seconda della stagione, su cui si stagliano i profili di mulini a vento circondati da montagnole di candido sale. Un luogo non solo molto poetico e fotogenico, ma anche di grande interesse storico e ambientale, strutturato per far vivere a chi lo visita l’esperienza del sale a tutto tondo: qui si possono fare passeggiate lungo le saline, visitare i mulini tuttora funzionanti, fare degustazioni, raccogliere manualmente il sale con i salinai e immergersi in vasche fuori produzione, ma comunque alimentate dal circuito idraulico, dove galleggiare in soluzioni saline con diverse concentrazioni e distendersi sulla crosta di sale.
Natura
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Parco Nazionale del Gargano

Il Parco Nazionale del Gargano, un’isola di biodiversità Il Parco Nazionale del Gargano si trova nello sperone d’Italia, il promontorio che si estende nel mare Adriatico nella parte settentrionale della Puglia. Si tratta di un territorio unico, dove sono presenti il 35% di tutte le specie botaniche italiane che riflettono un’altrettanta varietà di paesaggi, dal mare delle Isole Tremiti a importanti zone umide che lambiscono fitte foreste. Una terra antica, ricca di cultura, arte e spiritualità, dalla bellezza multiforme. Un sorprendente micro-cosmo di habitat diversi Il filo conduttore di ogni visita al Parco Nazionale del Gargano è l’osservazione della varietà dei suoi habitat che si traduce in un mosaico di paesaggi. In una zona non più grande di una provincia media italiana trovate spiagge di sabbia finissima intervallate da alte scogliere con grotte e archi naturali, laghi costieri e zone umide, estensioni di macchia mediterranea che sconfinano in una foresta millenaria, altopiani carsici con doline alternati a colline e a pianure steppose sui cui si elevano borghi bianchi come Rodi Garganico, Vieste, Peschici sulla costa oppure Ischitella, Mattina o Monte Sant’Angelo, tutti con vista mare. Se a questo si aggiunge che, da un punto di vista geologico, il promontorio è stato originariamente un’isola separata dal resto della penisola italiana, alla varietà si somma la presenza di endemismi, cioè di specie che esistono solo in questo territorio, per esempio la campanula garganica o il fiordaliso delle Tremiti. Ecco spiegato perché il promontorio del Gargano sorprende i naturalisti e stupirà anche voi. Il paesaggio scolpito del Gargano Scolpite sembrano le alte falesie bianche della costa adriatica, scolpite le vallate carsiche che l’azione della pioggia rende sempre più profonde. Sono almeno 4 mila le doline, cavità di origine carsica, che si trovano nel Parco: quella di Pozzatina, nel comune di San Nicandro Garganico, è la più spettacolare, profonda 132 metri, si presenta come una conca ricoperta da un fitto bosco di lecci e querce. Sulla costa si trovano diverse grotte e archi naturali modellati dalla forza del mare da visitare in barca partendo dai porti di Vieste e Peschici. Le zone umide delle lagune di Varano e Lesina Il primo cronista delle zone umide del parco del Gargano è stato nientemeno che l’imperatore di Svevia Federico II (1194-1250). Nel suo trattato De arte venandi cum avibus (l’arte della caccia con gli uccelli) descrive la falconeria e l’avifauna che osservò per lo più in Puglia nelle zone paludose di Frattarolo e del lago Salso, oggi nel comune di Manfredonia, note come Paludi di Federico II, ricche di canneti, luoghi ideali per il birdwatching. Nella zona settentrionale del parco ci sono i laghi di retrodunali di Varano e Lesina, bacini di acqua salmastra che si sono formati con l’accumulo di detriti che hanno chiuso baie costiere. Oggi i laghi sono considerati zone umide di grande importanza, quali stazioni di sosta degli uccelli migratori in rotta dal nord Europa verso l’Africa. Tutto il territorio calcareo del Gargano è inoltre ricco di sorgenti e ristagni di acqua che sono vitali per anfibi e rettili. Gli animali e le piante del parco del Gargano Tra gli animali che potete vedere nel loro habitat naturale nel parco c’è il capriolo italico, una sottospecie endemica che vive solo qui, oltre a numerosi cinghiali, daini, donnole e gatti selvatici. Davvero tanti gli uccelli che nidificano nel Gargano, circa 170 specie, tra i quali 5 diversi picchi, rapaci diurni, falchi pescatori, le rare aquile anatraie minori, oltre ad anatre, aironi, oche selvatiche, e fenicotteri. Tra gli alberi ne trovate alcuni secolari, veri e propri monumenti della natura, come il carrubo di 13 metri di circonferenza nel parco di Pugnochiuso, nel comune di Vieste o i 2 pini d’Aleppo alti 30 metri a Vico Gargano dove vive anche un leccio di 17 metri e con un tronco di 5 metri di diametro, presso il convento dei Cappuccini. Quanto alle faggete vetuste della Foresta Umbra, sono state dichiarate patrimonio naturale dell’umanità dell’Unesco nel 2017. E poi ci sono i fiori: nelle radure e nelle praterie steppiche fioriscono 85 specie di orchidee selvatiche di tutti i colori e forme. Le isole Tremiti Del parco fa parte l’arcipelago delle isole Tremiti, a 12 miglia dalla costa del Gargano, tra le isole più belle del Mediterraneo. Per la limpidezza delle acque, le grotte e la ricchezza della vita sottomarina sono un paradiso per chi ama le immersioni. Sono 5 isolette, delle quali solo 2 (San Domino e San Nicola) sono abitate, altre 2 (Capraia e Cretaccio) sono poco più che scogli, mentre Pianosa è inaccessibile perché si trova nella riserva integrale dell’Area marina protetta. San Domino, dove sono presenti le strutture ricettive, è ricoperta da una fitta foresta di pini d’Aleppo che scendono fino al mare ombreggiando piccole cale di sabbia e di scogli: il luogo ideale per chi, per una una vacanza al mare, ama circondarsi di sola natura.
Isole
L’isola dell’Asinara

L’isola dell’Asinara

L’isola dell’Asinara: la lunga storia di un luogo magico I Romani la chiamarono Isola di Ercole prima che diventasse terra di contesa tra le Repubbliche Marinare di Pisa e Genova, poi dominio dei Savoia, luogo di confino, lazzaretto e carcere. L’isola dell’Asinara ha avuto una storia lunga e travagliata ma quasi un secolo di isolamento l’ha resa un paradiso naturale ancora incontaminato. Oggi è un’area marina protetta da esplorare a piedi, in bicicletta o in barca scoprendo la costa occidentale più selvaggia e rocciosa e quella orientale con coste basse e fondali sabbiosi. L’isola degli asini Secondo la leggenda Ercole afferrò l’estremità della Sardegna con la sua mano possente strappando l’isola dalla terraferma, perciò fu detta Herculis Insula. Fu poi chiamata anche Sinuaria per la ricchezza di golfi e insenature sui suoi 110 km di coste. Asinara è forse una storpiatura del nome latino o forse fa riferimento agli asini bianchi che la abitano da tempo immemore e vivono ancora liberi sull’isola. Una storia che inizia nel Neolitico Nella zona di Campu Perdu a nord dell’isola si trova una domus de janas, testimonianza che questi luoghi erano abitati sin dal Neolitico. Dell’epoca romana rimangono invece alcuni relitti trovati in mare. Uno è ancora visibile a pochi metri dal molo di Cala Reale. Nel tempo l’isola dovette fare i conti con le incursioni arabe, poi con le scaramucce tra Pisa e Genova per la supremazia nel Mediterraneo. Furono i liguri Malaspina a costruire qui il Castellaccio che domina dall’alto tutto il golfo. Lì vicino approdava il pirata Barbarossa per nascondersi tra una ruberia e l’altra. Nel 1885 l’Asinara diventò colonia penale e gli abitanti dell’isola dovettero andarsene. Molti di loro fondarono Stintino, che allora si chiamava Cala Savoia. Da allora l’isola rimase inaccessibile per più di un secolo. Solo dal 1998, quando il carcere di massima sicurezza è stato chiuso, è stata riaperta alle visite. Le spiagge più belle dell’Asinara Essendo una riserva protetta non tutte le spiagge dell’isola sono accessibili. Si possono ammirare solo da lontano Cala Sant’Andrea e Cala d’Arena. Qui deponevano le uova le tartarughe caretta caretta. A Cala Sabina invece si può arrivare tramite una antica mulattiera. Si raggiunge in 30 minuti da Cala d’Oliva. Nei dintorni di Cala l’Oliva si trovano anche Cala Murichessa e Cala Giardino. E non perdetevi Cala di Sgombro, nel punto più stretto dell’isola: da una parte si affaccia sulla scogliera scoscesa con il mare agitato, dall’altro sul fondale sabbioso con un mare calmissimo. A piedi, in bici, in fuoristrada… o a nuoto! Il modo migliore per immergersi nella natura selvaggia del Parco Nazionale dell’Asinara è girarla a piedi. Ma occhio al sole: non c’è quasi mai ombra. Portatevi anche sufficiente acqua perché sull’isola sono presenti solo due bar. A Cala Reale si possono noleggiare bici e auto elettriche, barche a vela e canoe. Oppure prenotare una visita in fuoristrada accompagnati dalle Guide Ambientali Geomarine. Solo così si possono visitare alcune zone dell’isola come Cala Trabuccato e Punta Scorno. La visita all’Asinara non può dirsi completa senza un tuffo nelle sue acque cristalline. Non solo per godersi un bagno rinfrescante nell’acqua che sfuma dall’azzurro al verde, ma anche per osservare i meravigliosi fondali popolati da innumerevoli creature: un paradiso per lo snorkeling. Durante una gita in barca è facile avvistare i delfini, qualche volta anche le tartarughe marine. Non solo natura: cos’altro visitare Anche se qui è la natura a farla da padrone, ci sono molte tracce umane da scoprire in giro per l’isola. Oltre alla neolitica domus de janas di Campu Perdu e ai ruderi del Castellaccio, lungo le coste si trovano diverse torri di avvistamento costruite nel XVI secolo. Al 1936 risale l’Ossario costruito per ospitare i resti di migliaia di prigionieri austroungarici durante la Prima Guerra Mondiale. A Cala Reale si trova anche il Palazzo Reale, ex-residenza estiva dei Savoia. A Fornelli invece si può visitare il vecchio carcere.
Mare
La Fontelina

La Fontelina

La Fontelina, baia da sogno nella mitica Capri L’azzurro del mare e le onde che accarezzano i Faraglioni, simbolo di uno dei luoghi più belli e rinomati del mondo: ecco Capri, magica isola nel Golfo di Napoli. A La Fontelina, le rocce della costa alta creano piccole insenature, incorniciando piscine naturali dove tuffarsi è un’esperienza di pura bellezza. Poi ci sono il borgo storico e la macchia mediterranea punteggiata dal giallo intenso dei limoni. Un paradiso naturale Sdraiati su un letto di roccia, vi sembrerà di trovarvi in paradiso. La Fontelina è uno di quei luoghi indimenticabili, luminosi e alleati di un assoluto relax. Ci si arriva dopo una spettacolare passeggiata lungo il Belvedere di Tragara, che poi va rifatta dopo il tramonto. A La Fontelina si può sostare nell’omonimo Beach Club, celeberrimo stabilimento balneare con il suo ristorante. Il nome significa le fonti del lino, perché qui venivano le donne capresi a macerare nelle polle d’acqua salmastra le foglie di lino, tessuto fondamentale per il confezionamento di reti da pesca e abiti. I guardiani dell’isola I 3 faraglioni vegliano da sempre sull’isola e ne sono il simbolo, rocce imponenti che si ergono dal mare. Il primo, unito alla costa, è Stella, il secondo è il Faraglione di Mezzo e disegna un magnifico arco naturale; il terzo è il Faraglione di Fuori; poco distante si trova anche il Monacone. Alti un centinaio di metri, vi faranno compagnia mentre oziate a La Fontelina, ma per una visione più ravvicinata concedetevi un tour in mare, l’isola ne organizza un’infinità. Sotto l’arcata del Faraglione di Mezzo è romantica abitudine baciarsi, dicono che porti fortuna. Entrare nella Grotta Azzurra è possibile soltanto sdraiandosi dentro una barca a remi, perché l’accesso è basso e angusto, poi si spalanca una meraviglia: la sensazione è quella di galleggiare nel buio, appena illuminato dai riflessi dell’acqua che rimanda bagliori di un azzurro cangiante. Alcuni centri di noleggio barche propongono anche escursioni al tramonto, assolutamente incantevoli. La ricchezza dei fondali Se siete appassionati di snorkeling o immersioni, o comunque interessati a questo genere di attività, siete nel posto giusto: i diving center non mancano. Il mare è profondo, le coste aspre e frastagliate, l’habitat ideale per ospitare magici fondali: quel che vedrete è un universo coloratissimo, in mezzo a gorgonie rosse e gialle, posidonie e coralli variopinti, mentre intorno a voi nuotano banchi fittissimi di Anthias color arancio, pesci luna e pesci pelagici. Avvisterete, lì sotto, pareti di roccia sommerse, avvolti dai fasci di luce che dalla superficie tagliano l’acqua come lame lucenti. Intorno ai faraglioni, semplicemente dotati di pinne, maschera e boccaglio, familiarizzerete con cernie e gamberi. Una storia infinita Si parte dalla preistoria, per arrivare ai greci e ai romani. Secoli e secoli di storia si srotolano a Capri, che ne conserva testimonianze. Il primo estimatore dell’isola fu l’Imperatore romano Augusto. 2000 anni fa, i nobili di Roma già facevano costruire qui le loro ville, stregati dalla bellezza del luogo, facendo arrivare ai piedi dei faraglioni le navi cariche di provviste e costruendo cisterne d’acqua. Da allora, Capri non ha mai smesso di ammaliare, diventando dal secolo scorso meta prediletta del jet set internazionale. A zonzo nel borgo Aggrappato alla roccia, il borgo storico di Capri è una delizia. Piazza Umberto I è il cuore, per tutti semplicemente La Piazzetta. Bevete un caffè qui, nel salottino a cielo aperto, ammirate il panorama dalla terrazza belvedere e perdetevi nel dedalo di vie. Visitate le belle chiese, poi la Certosa di San Giacomo, del 1371, con i suoi chiostri, e non perdetevi i Giardini di Augusto, una sequenza di terrazze fiorite affacciate da un lato sui faraglioni e dall’altra sulla baia di Marina Piccola. È un concentrato di vegetazione autoctona, tra lecci e cipressi, mimose, aiuole di ginestre, dalie e narcisi. Passeggiate con calma tra gli alberi di limoni e, se volete, salite verso la località di Anacapri e ancora più su, sul Monte Solaro, via funicolare, per una prospettiva straordinaria dall’alto.
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Ischia

Ischia

Ischia: un paradiso di spiagge da sogno, natura e terme Ricordate Il Paradiso all'Improvviso, il film di Leonardo Pieraccioni girato quasi esclusivamente a Ischia? Fate conto che quel titolo non è affatto casuale, e non appena metterete piede su quest’isola dalla bellezza ultraterrena capirete il perché. Lo sanno bene gli oltre 6 milioni di visitatori che ogni anno visitano quest’isola del Mar Tirreno, la più grande della Campania, richiamati da questo territorio vasto e morfologicamente variegato, che si divide in due parti: Ischia Ponte, suggestivo centro storico fatto di viuzze, vicoli e botteghe antiche, e Ischia Porto, piccolo borgo di pescatori. Posta all'estremità settentrionale del golfo di Napoli, e a poca distanza dall’isola di Procida e Vivara, Ischia è la maggiore delle Flegree. Sabbia fine e acque cristalline Se cercate una spiaggia comoda e grande, dirigetevi verso Chiaia a Forio di Ischia. Se siete in cerca dell’arenile da sogno, sabbia fine e dorata e mare verde cristallino, dovete scegliere senz’altro la Baia di San Montano, mecca degli instagrammer! Una visita merita certamente anche la Baia di Sorgeto, dove potrete fare il bagno in una vera e propria sorgente di acqua termale calda che si miscela con quella marina. Per raggiungerla dovrete scendere (e poi risalire) ben 234 gradini, ma vi assicuriamo che ne sarà valsa la pena. Acque termali per cure e coccole L’isola di Ischia è famosa dall’epoca dei greci e dei romani per le proprietà terapeutiche delle sue sorgenti termali. Provate la Sorgente di Nitrodi, la cui acqua è potabile e possiede capacità curative certificate per curare gastriti e ulcere, oltre che per facilitare la diuresi. Applicata sul corpo cura le impurità della pelle e ha anche un effetto cicatrizzante. Non è l’unico luogo in cui coccolarvi e curarvi: scegliete tra i tanti parchi termali, da Poseidon ai giardini di Afrodite, dalle Terme di Castiglione a Bagnitiello passando per l’imperdibile Casamicciola Terme. Un tuffo nella storia Se volete immergervi nella storia dell'isola dovete assolutamente visitare il Castello Aragonese, costruito nel 474 a.C. dai Greci e collegato all'isola tramite il suggestivo e antichissimo ponte. Da vedere anche il Torrione di Forio, punto strategico dal quale ai tempi di guerra venivano fatti gli avvistamenti per anticipare le invasioni. Accanto si trova la Chiesa del Soccorso, bianca e a picco sul mare, conosciuta anche con il nome di Santa Maria della Neve. Da questo punto, al tramontar del sole, si può assistere a un fenomeno molto raro: il raggio verde. Un effetto ottico dovuto alla rifrazione della luce al tramonto. Leggenda narra che chi lo vede avrà fortuna per tutta la vita. Se riuscite a passare anche per il Borgo di Sant'Angelo rimarrete incantati dalle sue case colorate e vi potrete godere cene al ristorante con tavoli all’aperto e fare shopping in tantissimi negozi di souvenir. Un paradiso per gli amanti del trekking Ci sono decine di percorsi dai più semplici a quelli per esperti per scoprire le meraviglie dell'isola, ma 3 sono assolutamente imperdibili: il Sentiero della Pietra dell’Acqua, che passa da Monte Epomeo; Piano Liguori, che arriva al punto panoramico de La Scarrupata; e Pizzi Bianchi, lungo un canyon di pinnacoli di tufo bianco.
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Isola San Nicola

Un museo a cielo aperto Torri, fortificazioni, muraglie, chiese e chiostri. San Nicola, ricchissima di monumenti, seconda isola delle Tremiti dopo San Domino, rappresenta una viva testimonianza delle vicende storiche dell’arcipelago nel suo complesso. Potete raggiungerla in traghetto, imbarcandovi a Termiti, in provincia di Campobasso o a Rodi Garganico, in provincia di Foggia: in entrambi i casi occorre circa un’ora e un quarto. San Nicola è conosciuta soprattutto per la sua Fortezza-abbazia, Santa Maria a Mare, ribattezzata significativamente la “Montecassino in mezzo al mare” per la sua imponenza. Visitatela per scoprirne origini e vicissitudini, davvero di grande interesse. I monaci benedettini si insediarono qui nell’XI secolo, epoca a cui viene fatto risalire il gioiello architettonico-religioso. L'interno della chiesa conserva, ancora oggi, pressoché intatto, l'impianto originale, a pianta rettangolare, con 3 navate e un doppio deambulatorio. Visitando l’Abbazia, inoltre, potrete vedere i mosaici pavimentali dell’XI secolo, sulla navata centrale; la statua di legno che rappresenta la Vergine con il bambino, dai volti scuri, probabile indizio di altri influssi di epoca bizantina; una Croce Lignea del XIII secolo, dalla forma particolare, di nuovo tipica dell’iconografia greco-bizantina; il Polittico ligneo, sull'altare maggiore, vero e proprio capolavoro d'intaglio laminato in oro. Di notevole rilevanza sono anche i Chiostri del Monastero; al centro c’è un caratteristico pozzo, che serviva per rifornire il vicino refettorio dei monaci.
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Isola San Dòmino

La reginetta delle Tremiti San Dòmino è l’isola più estesa dell’arcipelago delle Tremiti, quella più conosciuta e importante, nonché la più bella dal punto di vista naturalistico. Interamente coperta di macchia mediterranea, che fin dall’antichità le è valsa il nome di “Orto del Paradiso”, custodisce anche una rigogliosa foresta di Pini d'Aleppo. Come su tutte le isole Tremiti anche a San Dòmino non si possono portare auto e moto. Gli unici mezzi che vedrete circolare sono quelli di servizio e i taxi. Qui, ci si muove a piedi o in bici attraverso i tantissimi sentieri tracciati lungo tutta l’isola. Immancabili poi le escursioni in mare: noleggiare una barca o accodarsi ai tanti tour organizzati sarà semplicissimo. Must to see in zona Toppa, di fronte a San Nicola, il Guerriero Acheo, una statua in bronzo che raffigura un guardiano armato di lancia e scudo, simbolo di protezione. L’opera, realizzata da Michele Circiello, fu donata da un turista d’eccezione, Lucio Dalla, che qui trovò ispirazione per diverse canzoni. E poi ancora la piazza del Belvedere, ricca di ristoranti, hotel e locali, e la piazza Sandro Pertini dove una moderna Meridiana, con i suoi cerchi, indica il mezzogiorno solare. San Domino ha una sola spiaggia di sabbia, Cala delle Arene, situata dietro al porto, accessibile e attrezzata, oltre a numerose calette rocciose: non perdete la punta di Zio Cesare all’estremità meridionale. Ma è dal mare però che l'isola dà il suo meglio: la grotta del Bue Marino, la grotta delle Viole, la grotta delle Rondinelle, la grotta del Coccodrillo, curiose formazioni rocciose come lo scoglio dell’Elefante e i bellissimi faraglioni Pagliai. Ce n’è per tutti i gusti.
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Isole Tremiti

Isole Tremiti

Incantevole oasi del Gargano Le Isole Tremiti, note anche come Diomedee, sono un piccolo angolo di paradiso in provincia di Foggia. Unico arcipelago italiano del mare Adriatico siamo a circa 12 miglia a largo del Gargano, nel nord della Puglia e comprende 5 isole: San Domino, San Nicola, Capraia, Cretaccio e Pianosa. Il parco marino delle Isole Tremiti è un riserva naturale dall’aria pura e dalla natura selvaggia. Qui, il mare è limpido e pulito e ha sfumature che vanno dal verde chiaro al blu e turchese. L’arcipelago è caratterizzato dall’alternanza di baie e promontori, da spiagge basse e sabbiose, ma anche alte e rocciose, con falesie, nonché da piccole insenature e romantiche calette. Se vi piace camminare in mezzo alla macchia mediterranea, potete inoltrarvi nei numerosi percorsi attrezzati in mezzo al bosco rigoglioso, un tripudio di mirto, rosmarino, fillirea, lentisco e ginepro. Siete appassionati di diving? Andate alle Grotte delle Viole, nei pressi dei faraglioni dei Pagliai. Vi accorgerete in fretta perché è chiamata così: deve il suo nome, infatti, alle numerose varietà di viole profumatissime che crescono sulle sue rocce, ma anche ai pesci e ai molluschi che nuotano nei suoi fondali e che assumono una tonalità violacea, grazie al gioco di luce dei raggi di sole che entrano attraverso le feritoie. Per chi ama lo snorkeling ci sono oltre venti sentieri subacquei da esplorare. Ricordatevi che sulle isole dell’arcipelago delle Tremiti non sono ammesse automobili: le uniche che hanno diritto a circolare sono quelle dei residenti.
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