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Oltre alle coste pittoresche, l’Italia è nota anche per le sue isole. Dal mare limpido delle Isole Tremiti alle scogliere rocciose di Capri, sono tante le isole italiane da visitare perché offrono una vasta gamma di paesaggi e scenari. Vere e proprie oasi con una storia unica e una cultura tutta da scoprire.
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Filicudi - Isole Eolie, Sicilia

Isola Alicudi

Alicudi e Filicudi, le più selvagge e slow delle Eolie Perdersi, uscire dalle rotte più battute, staccare la spina e rigenerarsi. È ciò che cerca in genere chi decide di trascorrere del tempo ad Alicudi e Filicudi, le isole più selvagge e autentiche dell’arcipelago delle Eolie, nel Mar Tirreno meridionale, dove la corrente elettrica è arrivata nelle case solo vent’anni fa. Questa coppia di isole più defilate, sorelle per contiguità e affinità elettive, è quasi sempre meta di un turismo slow e sostenibile, di vacanze davvero detox, in cui assecondare i ritmi di una natura incontaminata. Sintonizzarsi con gli elementi naturali è tanto cruciale, per chi vive da queste parti, che ad Alicudi e Filicudi non si arriva e non si parte se le condizioni del mare e del vento non lo consentono, quindi archiviate le vostre agende e abituatevi ad annusare l’aria, a inseguire il viaggio del sole nel cielo per orientarvi e scandire le giornate, perché il tempo qui risponde a regole tutte sue. L’unico dispositivo che vi consigliamo di tenere in tasca è una piccola torcia elettrica, anche a led, utilissima dal tramonto in poi, perché su queste isole non c’è illuminazione stradale. Alicudi, niente taxi ma tanti scecchi Anticamente chiamata Ericusa, per la presenza sull’isola dell’erica, che vedrete ovunque appena vi allontanerete dal mare, è la più piccola, la più occidentale e remota di tutto l’arcipelago eoliano. Qui non esistono strade asfaltate né motori, l’unico mezzo di trasporto sono gli asinelli, gli scecchi, come li chiamano i locali; ci si muove generalmente a piedi, su scale e viuzze in pietra lavica, sentieri e mulattiere. Un consiglio banale: scarpe comode e niente tacchi. A Filicudi invece non troverete nemmeno bancomat o banche, locali notturni o discoteche, solo un piccolo ufficio postale, un albergo e un unico accogliente ristorantino, che chiude a metà settembre. Tutto racchiuso in un borgo che conta cinque frazioni, sparse intorno al porto. Intorno il silenzio, o, se preferite, la grande sinfonia della natura. Il mare, un tesoro tutto da conquistare Le coste di Alicudi sono alte e frastagliate, spesso interrotte da insenature e grotte vulcaniche. Le spiagge sono due, ma una sola, di ciottoli, è raggiungibile via terra. Qui il mare dovrete conquistarlo, arrampicandovi come granchi su scogli e calette rocciose, oppure, ed è il modo migliore, noleggiando una barca o salpando per uno dei tour che fa il giro dell’isola. In compenso, rocce, scogli e fondali, frequentati da decine di specie diverse di pesci, sono uno scenario incantevole, se amate fare snorkeling e immersioni. Ma il modo migliore per esplorare l’anima aspra e selvaggia di Alicudi è affrontare l’escursione verso il centro dell’isola, nel suo punto più alto, Filo dell’Arpa, che è anche sede di un cratere estinto, a quota 675 metri. È un itinerario di un paio d’ore, lungo una serie di scale in pietra piuttosto ripide, che costeggia la chiesa di San Bartolo; quasi in vetta, vi imbatterete nel cosiddetto Timpone delle femmine, un fortino naturale con profonde fenditure nella roccia, dove sembra cercassero riparo le donne dell’isola durante le incursioni dei pirati. Filicudi e i 7 vulcani spenti Filicudi, che ha una superficie un po’ più estesa di Alicudi, circa 9,5 chilometri quadrati, è l’isola geologicamente più antica dell’arcipelago, contiene ben 7 vulcani spenti da anni e deve il suo nome a quella che i greci antichi chiamavano phoinicussa, la palma nana, ancora presente sui promontori dell’isola. I suoi quasi 200 abitanti si concentrano nella parte meridionale, distribuiti tra diverse frazioni collegate da una strada asfaltata. A Filicudi solo ai residenti è consentito sbarcare con l’auto, ma l’isola si può percorrere anche a piedi o in scooter. Una storia antichissima, custodita dai fondali Una volta arrivati, sentirete, fortissimo, il richiamo del mare, la principale attrattiva di Filicudi, che ha in tutto tre spiagge: la più bella, oltre a quelle del porto e di capo Graziano, è il lido di ciottolo neri di Pecorini a mare, pittoresco borgo sul versante meridionale, dove potrete rilassarvi tra le barche colorate e le casette basse dei pescatori, alle spalle. Proprio sopra la spiaggia di capo Graziano, un lido di ciottoli grigi vulcanici, forse il punto dove è più agevole entrare in mare, andate assolutamente a visitare il villaggio preistorico, che sorge in uno dei punti più panoramici dell’isola ed è costituito dai resti di 27 capanne che risalgono all’età del bronzo. La visita prosegue sotto il livello del mare, per chi è pratico di immersioni, ma dovete avere almeno un brevetto di secondo livello ed essere accompagnati da un diving autorizzato: i fondali di Capo Graziano custodiscono il più bel sito archeologico sottomarino delle Eolie: nelle sue profondità riposano infatti i relitti di 9 navi greche e romane. Esplorando la costa, tra segreti e incantesimi marini Ma il mare a Filicudi si vive soprattutto in barca: è l’unico mezzo per esplorare insenature segrete e grotte nascoste, alcune delle quali spettacolari, come la grotta del Bue marino, la più grande di tutte le Eolie, in passato popolata da una folta colonia di foche monache, ora attraversata da riflessi e sorprendenti giochi di luce. Proseguendo nello stesso tratto di mare, vi imbatterete nello scoglio della Fortuna, che nella sua forma concava accoglie una specie di piscina naturale di acqua cristallina, e nello scoglio La Canna, un faraglione gigante, alto 70 metri, che ricorda vagamente la figura di una Madonna con bambino: in molti lo considerano il guardiano di Filicudi e gli riconoscono una sorta di potere magico: si dice infatti che per vedere i propri desideri avverati basti toccarlo.
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Panarea - Isole Eolie, Sicilia

Panarea

Panarea, la più piccola isola delle Eolie Panarea è la più piccola e la più bassa delle 7 isole Eolie, ma anche la più antica, da un punto di vista geologico. Coi suoi scogli e isolotti forma una sorta di “arcipelago nell’arcipelago” nel tratto di mare tra Lipari e Stromboli. Paradiso incontaminato sotto la luce del sole siciliano, al tramonto diventa regina della vita notturna, epicentro della mondanità eoliana. Meta esclusiva dal cuore antico Scoperta negli anni 60 del secolo scorso da una nutrita comunità di artisti e intellettuali in cerca di Eden perduti, set celebrato da film leggendari, nei decenni l’isola è diventata una meta molto amata dal turismo e dal jet set internazionale, attratto dalle sue spiagge nere, dai fanghi termali, dalle case imbiancate a calce a picco sul mare, tra macchie di bouganville, capperi e fichi d’India. Nel piccolo centro di San Pietro, salotto della vita notturna estiva dell’arcipelago, tra locali e discoteche dove ballare fino all’alba, tra boutique e ristoranti, potrete visitare anche una piccola succursale del Museo archeologico di Lipari: conserva reperti che testimoniano l'antica storia dell’isola, dal periodo neolitico all’età del bronzo, quasi tutti provenienti dal villaggio preistorico di Capo Milazzese. Le fumarole, il respiro dell’antico vulcano Dell’antica attività vulcanica troverete ancora traccia nei vapori di una serie di fumarole, che si sprigionano dalle fessure fra le rocce della spiaggia della Calcara e dal mare, dove il gas in uscita dai fondali forma colonne di bolle visibili in superficie. In contrada San Pietro sgorga anche una sorgente termale a una temperatura che tocca i 50° ed è sfruttata dagli abitanti dell’isola a scopo terapeutico. Una sola striscia di cemento attraversa l’isola: qui non sono ammesse auto, per muoversi è però possibile noleggiare scooter, bici e Ape car. È tutto così raccolto che potrete raggiungere le altre due frazioni dell’isola, Drautto e Ditella, direttamente a piedi oppure, se siete stanchi o carichi, a bordo dei taxi eoliani, i suggestivi calessini su ruote destinati al trasporto di persone e bagagli. Le spiagge: bellissime e tutte da conquistare La maggior parte delle coste di Panarea è costituita da scogliere alte e frastagliate, da cui è difficile accedere al mare. Le spiagge qui sono poche e non tutte raggiungibili a piedi; in compenso sono tra le più belle di tutto l’arcipelago. Fra tutte, sono solo un paio quelle accessibili via terra: Cala Junco, lungo la costa meridionale dell’isola, un’incantevole piscina naturale con acque turchesi e cristalline, protetta da alte pareti rocciose, famosa anche per il villaggio preistorico di Punta Milazzese, alle sue spalle, composto dai resti di 23 capanne ovali. Lungo lo stesso sentiero potrete incrociate anche Cala degli Zimmari, all’interno di una baia spalleggiata da una scogliera e dalla macchia mediterranea, l’unico arenile sabbioso in tutta l’isola, noto per il suo caratteristico colore rosso che per contrasto regala al mare che la bagna una singolare sfumatura blu cobalto. Escursioni via mare e tradizioni romantiche A Panarea lo sport più praticato è quello di affittare una barca e prendere il largo, alla scoperta delle tante insenature poco battute incastonate tra le sue scogliere, tra isolotti e scorci marini. Se poi raggiungete Panarea in dolce compagnia, una destinazione è d'obbligo: a soli 3 chilometri dalla costa orientale c’è l’isolotto di Lisca Bianca. Anticamente sfruttato come cava di allume, custodisce tra i suoi anfratti la famosa Grotta degli innamorati: secondo la leggenda, gli amanti che si baciano sotto la sua volta rocciosa resteranno uniti per tutta la vita.
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Salina - Isole Eolie, Sicilia

Salina

Salina, la più green delle isole Eolie Favorita dalla sua posizione protetta, al centro dell’arcipelago siciliano, Salina, la seconda per dimensioni tra le isole Eolie, è anche la più ricca di vegetazione e d’acqua di tutto l’arcipelago dichiarato dall'Unesco patrimonio dell’umanità, di sicuro quella in cui l’attività vulcanica è più sonnacchiosa. Chiamata, non a caso, isola verde, le sue remote origini vulcaniche, testimoniate dagli antichi crateri estinti della Fossa delle Felci e del Monte Porri, 2 dei 6 vulcani che un tempo la infiammavano, sono oggi racchiuse in una rigogliosa Riserva naturale che occupa buona parte del territorio e ospita diversi itinerari in quota per gli amanti del trekking. Un tour dei paesi, tra paesaggi scenografici Per un’altra curiosa anomalia, Salina è l’unica isola eolica a non dipendere amministrativamente da Lipari. Conta anzi ben 3 comuni autonomi: Malfa, Leni e Santa Marina, centri ben collegati tra loro e raggiungibili in auto, scooter o con un ottimo servizio di autobus che, nella stagione estiva, ha corse fino a tarda notte. Alle pendici della Fossa delle Felci, vivace e frequentata soprattutto la sera, Santa Marina è il centro principale, attraversato da stradine piene di locali e boutique, vale una visita la sua chiesa settecentesca, coi due campanili gemelli. Per la posizione scenografica, appollaiata su ciò che resta di un antico cratere vulcanico in parte sprofondato, merita una sosta anche la frazione di Pollara, che fronteggia, al largo, un immenso faraglione: probabilmente un lastrone della sua stessa roccia staccatosi nella caduta, che ora la sorveglia dal mare. Valdichiesa, borgo montano e incantato Se appartenete alla consistente fetta di umanità che preferisce la montagna, al mare, troverete una fresca tregua alle corvée balneari nel paesino di Valdichiesa, piccola frazione del comune di Leni, decisamente il più “montano” dell’isola: sembra un borgo incantato, incorniciato da monti e vigneti. Qui si trova anche il Santuario della Madonna del Terzito, meta di pellegrinaggio soprattutto in occasione delle tradizionali celebrazioni del 23 di luglio: ad alimentare la devozione dei fedeli, la credenza che la Madonna sia apparsa ben tre volte da queste parti. Viaggio nella storia dell’isola Tappa obbligata lungo l’itinerario storico-artistico di Salina sono di sicuro le grotte dei saraceni, una serie di cunicoli comunicanti scavati nel tufo e utilizzati come rifugio durante l’invasione dei saraceni nel 650 d.C. Potete raggiungerle anche al termine un percorso di trekking piuttosto lungo e impegnativo, tra ulivi e alberi da frutto, che parte da Santa Marina. Andando a ritroso nella storia, bellissimo e ben conservato è anche il sito archeologico di Portella, tra Santa Marina e Capo Faro, coi resti di un villaggio che risale all’età del Bronzo, e le Terme romane, sul lungomare che parte da Santa Marina, ormai parzialmente erose dalle mareggiate. Arco con vista Se invece collezionate scorci panoramici per le vostre foto ricordo, cercate, sulla strada tra Pollara e Malfa, il cosiddetto “Castello”, un fortino edificato nel corso della Prima guerra mondiale: il piazzale antistante è una panoramica terrazza affacciata sul cratere vulcanico all’interno del quale sorge Pollara, la sua spiaggia e il tratto di mare che la bagna. Ma a Salina il posto migliore da cui ammirare il tramonto, uno tra i più belli al mondo, giurano qui, è Punta Perciato, uno spettacolare arco naturale di roccia vulcanica da cui inseguire con gli occhi il sole che si tuffa nel mare accanto ai Filicudi e Alicudi, tingendosi di un rosso acceso. Stairway to the beach Anche se il modo migliore per esplorare il mare di Salina è a bordo di una delle tante barche di pescatori che quotidianamente fanno il tour dell’isola, ci sono almeno un paio di spiagge accessibili via terra che meritano una tappa. La prima è proprio quella di Pollara, scorcio tra l’altro di molte delle scene de Il Postino, l’ultimo film in cui è apparso Massimo Troisi: una baietta di ghiaia, dominata da un’imponente scogliera, anfiteatro naturale di tufo a picco sul mare. Non lontano, merita una giornata di sole anche Punta Scario, caletta immersa nella macchia mediterranea, in fondo a un’altra lunga scalinata: un vero paradiso, ma i ciottoli di cui è composta, alla lunga, possono risultare un po’ scomodi sotto l’asciugamano. Poco male, il baretto in fondo alla discesa, che noleggia anche materassini gonfiabili, sta lì anche per quello.
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Vulcano

Vulcano, l’isola delle Eolie dove rilassarsi in una spa a cielo aperto Se volete fare pace con la natura, disintossicarvi da stress e abitudini sedentarie, Vulcano, dominata da elementi vitali e primordiali, ma soprattutto salutari, è l’isola che fa per voi: il suo irriducibile temperamento vulcanico e lo spettacolare paesaggio non addomesticato dall’uomo vi aiuteranno a rilassarvi e a ritrovare l’equilibrio perduto. Accogliente e a misura d’uomo Vulcano è la più vicina alla costa tra le 7 isole dell’arcipelago delle Eolie, patrimonio dell’umanità Unesco, e dista meno di un chilometro da Lipari. Su questo lembo di terra siciliana, sotto lo sguardo benevolo dell’antico Vulcano addormentato, potrete godere dei benefici delle acque termali e sulfuree e di uno scenario marino incontaminato, per una vacanza lontana dal turismo di massa. L’isola è davvero a misura d’uomo e la si può attraversare in lungo e in largo in scooter o in bicicletta. Un benefico vigore vulcanico Secondo la mitologia greca, Vulcano, detto anche “testa calda”, ospitava le fucine di Efesto, dio del fuoco e fabbro dell’Olimpo, che aveva al suo servizio nientemeno che i Ciclopi. E anche se sull’isola, composta da 4 crateri originari, l’ultima eruzione è stata registrata intorno al 1890, l’antico vulcano continua a manifestare il suo vigore attraverso le fumarole, i getti di vapore presenti sia sulla cresta che sul fondale marino, e la presenza di fanghi sulfurei apprezzati per le loro proprietà terapeutiche. A dispetto dell’intenso odore di zolfo, infatti, se passate da Vulcano non potete perdervi l’esperienza emozionante di immergervi nel laghetto caldo dei fanghi termali, una pozza naturale di mota vulcanica dalle svariate proprietà curative, accessibile dagli anni Sessanta, quando è stata rimossa la crosta superficiale che rivestiva la pozza, senza alterare l'habitat naturale. Notevoli i benefici di questa Spa a cielo aperto: leniscono infiammazioni e dolori, curano la pelle e sono un toccasana per l’apparato respiratorio. Sulla cima del vulcano, escursione con vista mozzafiato Il laghetto dei fanghi è un’esperienza che può precedere un tuffo nelle acque cristalline dell’isola, oppure rappresentare la tappa finale, il meritato ristoro dopo un’impegnativa escursione verso il Gran cratere di Vulcano, noto anche come “Fossa di Vulcano”, a 391 metri di altezza. È un itinerario di quasi 7 chilometri un po’ faticoso, ma adatto a tutti, l’unica avvertenza è quella di intraprendere il cammino nelle ore meno calde della giornata: ci vogliono circa 3 ore, tra andata e ritorno, ma dalla cima la vista a 360 gradi sull’arcipelago vi lascerà senza fiato. Jurassic park in pietra lavica Partendo dal Porto Levante, nella parte settentrionale dell’isola, si può raggiungere lungo una strada asfaltata la penisola di Vulcanello: uno dei tre centri eruttivi originari di Vulcano, la cui attività ha plasmato un surreale paesaggio chiamato dai locali “Valle dei Mostri”. Qui la natura ha scolpito, su un tappeto di finissima sabbia nera, un grottesco Jurassic Park di roccia lavica: se lasciate briglia sciolta alla fantasia, in queste sculture erose dall’acqua e dal vento comincerete a intravedere strane compagnie di mostri preistorici rampanti, fiere accucciate, belve minacciose: in realtà, nient’altro che ribollenti formazioni laviche che un repentino raffreddamento dell’aria ha solidificato. Spiagge nere dai mille riflessi e piscine naturali Dopo aver affrontato valli di mostri e scarpinate vulcaniche, la cosa migliore da fare è regalarsi un po’ di relax a bordo mare. I lidi di Vulcano sono famosi per le spiagge scure e per i fondali, dove la pietra lavica gioca coi riflessi del sole attraverso il filtro dell’acqua, regalando effetti suggestivi, specie al tramonto. Succede per esempio a Sabbie nere, nella baia di Ponente, forse la spiaggia più famosa di Vulcano. Da qui potrete anche noleggiare una barca e visitare l'incantevole grotta del Cavallo. Anche la Piscina di Venere, poco distante, si raggiunge solo via mare, ma ne vale la pena: conosciuta anche come Bagno delle Vergini, è un’immensa vasca naturale di tufo e basalto dalle acque turchesi. Relax e movida: tutto in una spiaggia Se invece volete coccolarvi tra le bollicine dell’acqua riscaldata dai vapori sulfurei, regalatevi una sosta alla spiaggia delle Fumarole, protetta da una parete di rocce e dalla macchia mediterranea, all'interno della baia di Ponente. Comodamente raggiungibile a bordo di un taxi boat oppure imboccando un sentiero in discesa che parte dalla strada principale, la caletta dell’Asino, intima e appartata durante il giorno, di notte diventa una destinazione mondana: qui infatti una piattaforma attrezzata ospita un romantico locale dove trascorrere serate indimenticabili tra musica e cocktail, tra mare e cieli stellati.
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